martedì 21 ottobre 2008

CAPITOLO 8, ovvero UMA OUTRA NOITE EM CASA. PENSAMENTOS EM TODA LIBERTADE.

Adunque, era tanto tempo che non scrivevo nulla sul blog, e nonostante abbia sonore motivazioni e serie, evidentemente non mi bastano, poiché ho sempre il timore che la mia atavica inconcludenza mi porti una volta di piú ad abbandonare il lavoro iniziato, nella fattispecie questa umile e simpatica creazione letteraria in 2.0. Adunque preso tra la pioggia, qualche lembo di leggero abbruttimento, ma soprattutto una noia pesante nutrita copiosamente da una giornata di puro studio, ho deciso che fosse il caso fare un po' il punto della situazione. Andiamo con ordine.
Il motivo numero uno per cui ho taciuto finora é - anche se le peggiori e solite malelingue giá parlavano di due-di-picche a catena che mi hanno portato allo sconforto totale tale da portarmi in un seminario per prendere i voti - la totale assenza di eventi tali per cui provassi quel sano desiderio di riportarli nel blog. Anche se in realtá bisogna un po' chiarificare il senso di questa frase perché é un po' piú di quello che ho scritto e un po' meno di ció che uno potrebbe intendere. Dunque qui a Lisbona, in Erasmus, in vacanza studio lavoro, di eventi ne capitano a quintalate giorno per giorno. Dalla nuova conoscenza, all'uscita che non t'aspettavi, alla brincadeira spassosa, allo sguardo complice. La differenza sostanziale é che mi sono acclimatato cosí bene che ormai comincio ad avvertire una certa routinarietá nelle cose che faccio e che capitano. Non nego davanti all'evidenza che una sera mi sono seduto sul mio letto, in silenzio, aspettando che qualcosa succedesse. E non é successa. Ma non qualcosa di particolare. Solo qualcosa. Mi sono un po' annoiato, ci ho pensato su, ho aperto Settlers II(tm) 10th anniversary, e me ne sono andato a letto alle due, non felice, ma men che meno triste. Era una serata. Quindi routine, lezioni, finalmente, tanto agognate, tanto ritardate, alla fine quasi rifiutate. Mi é tornato in mente perché giá in tempi non sospetti mi imposi di non andare piú a lezione. L'unica che mi diverte in realtá é Cultura Bizantina. Ma avró modo di parlarne in futuro.
Motivo numero due. Mi sto barcamenando in un milione di conoscenze senza trovare il quid. Il mio astio per gli italiani continua - e son sí felice - a farmi da guida, il problema che siamo come dei parassiti della societá, degli acari, dei funghi: siamo ovunque, anche quando pensi che non ci siamo; parliamo gridiamo sbracciamo ridiamo scimmiamo tritiamo. Siamo italiani. A me questa natura qua non piace, soprattutto per gli annessi e connessi eteronimi e stereotipi che ci vengono affibbiati. É sempre lo stesso: "Italiano? Sim sim. Aaaahh...". Ma tant'é, presto Igor torna, Till torna e finalmente potremo tornare al bairro a bere in santa pace e parlare un po' piú spesso portoghese. É molto strano tutto ció. Forse sto invecchiando, forse sono cerebroleso ma non me ne sono mai accorto, ma é veramente difficile trovare persone a cui affezionarsi. É come se facessi un po' di fatica a trovare qualche amico, diciamo, vero. La realtá é che la media erasmus, come giá dissi in passato, é piú o meno tangente alla barbarie. Tutti se ne fregano. Ecco sí, sembra che la societá erasmus sia fondata sul "macchettefrega". É tutto... povero. Se ti importa di qualcosa o qualcuno, sei uno sfigato, un alieno. Qui siamo al fordismo puro. Andare, conoscere, fare foto. Conoscere, bere, ballare. Bere, fare feste, fumare. Incontrare, limonare, se é al caso trombare. E poi dimenticare. Chissenefrega. Parli di politica? Chissenefrega. Non trovi una tipa? Chissenefrega. Hai lezione? Chissenefrega. Chissenefrega. Chissenefrega. Un mondo dominato dal chissenefrega. Ancora, non mi piace. Io sono certo il re delle seghe mentali, ma a me le cose importano. Tanto. Tanto da dargli spesso molto piú valore di quanto ne abbiano. Ma non mi interessa, se io dico una cosa normalmente é perché ció pensato. Io sono superiore al chissenefrega, e se piglio in quel posto, ci sto male, perché a me importa. Se faccio bene, sono piú felice, perché poi avró un ricordo, perché me ne fregheró. Chi dice chissenefrega é un perdente. É un morto che cammina. Non si porta dietro niente. Io con loro non ho niente a che spartire. Io sono superiore. Nonostante quel mal di vivere che ogni tanto mi aleggia. E ogni tanto quella saudade tutta particolare che ho per l'uscita domenicale e i miei amici. Quando oggi una mia coinquilina mi ha chiesto se sarei uscito, ho risposto "con chi?". Lei mi controrisponde "con i tuoi veri amici.". Laconica conclusione, che é anche una dichiarazione d'amore: "dalla regia mi suggeriscono che i miei veri amici sono a Milano".
Punto numero tre. Mi sono stancato della felicitá gratuita e idiota del pischello erasmus. Da buon historiador cito due fonti, tratte liberamente da faccialibro senza chiedere i diritti - questo proprio non me ne frega - :"verooooooooo....kuante meraviglie in portogallo!!! i nostri occhi sorridono....kissà xkè!!!!???!!!", "sorridono perchè in quei pochi istanti siamo state ....FELICI!!!! LISBOA....GRAZIEEEEEEEEEEEEE"; oppure "X (meglio a privacidade) is simply falling asleep.and smiling at lisbon"; purtroppo non posso postare foto, ma insomma, l'idea é questa. Tre metri sopra il cielo al confronto sembra un film di George Romero. E tutto questo miele non fa che alzarmi la glicemia.
Infine, punto numero quattro. Attenzione, ci sono altri punti, ma rimando a descrizioni piú dettegliate nel futuro circa altri problemi e scimmie di vario genere. Questo é il punto piú serio e interessante. Sto studiando molto. E con difficoltá. E questa é la challenge piú interessante. Un corso di quelli che sto seguendo, chiamato Cultura Bizantina, curato dall'excelentissimo augusto professor doutor sua eminência e santitade Frederico Maria Lourenço, prevede una presentação scritta sopra un tema di quelli che vengono trattati a lezione. Il nostro simpatico professore, preso bene dal fatto che ho giá ampie conoscenze di storia e storia dell'arte bizantina, ha optato per affibbiarmi come trabalho la storia delle relazioni politico-culturali tra Bisanzio e Venezia. Ossia, un tomo di 400 pagine in inglese. Di cui ne faró meno di duecento, ma non é tanto questo, quanto il fatto che ovviamente devo fare una presentazione in portoghese davanti al resto della classe. Non di 15 minuti, di un'ora e mezza. E per chi non macina molto la storia ad un livello un poco piú lato di unitá d'Italia e quali sono i 7 re di Roma, spiego che raccontare i rapporti politico-culturali tra Venezia e Bisanzio in portoghese é un po' come parlare di Meccanica Razionale con un vocabolario di un bambino di cinque anni. E per preparare al meglio la presentazione, sto scrivendo tutto. Per imparare cosí a scrivere in portoghese. Per fare un lavoro della madonna e figurare ottimamente con sua maestá.
Insomma, per questo motivo mi sono molto allontanato dal blog. Il resto é di contorno, ma neanche troppo. Il 28 affronteró il primo esame portoghese che il caso vuole sia anche la mia prima lezione da prof in pectore. Direi che ho la testa abbastanza impegnata. Ma in fondo, direbbe Guccini, Bisanzio in fondo é solo un simbolo insondabile, segreto ambiguo come questa vita.

giovedì 9 ottobre 2008

SPECIAL CHAPTER #2, ovvero IGOR.

Ed eccomi che sulle note del "Nessun Dorma", che tanto mi ricorda che le capacitá vocali del buon Mente, mi appresto ad affrontare la fatica letteraria del secondo Special Chapter di questo blog. So che molti si aspettano di vedere uno special chapter dedicata alla mia prima conquista portoghese, ma d'altra parte essa, coi carrarmatini e lanci di tre dadi a botta, con feste e musiche, a tutt'ora latita, ma sará solo questione di tempo ne sono sicuro, allora mi dedico alla descrizione di um verdadeiro amigo. Qualche malelingua italiota potrebbe dire che questa é la confessione finale di una vita a cavallo tra l'autoerotismo e l'omosessualitá, ma in realtá mi spiace che questa malelingua falador do caralho si sia sbagliata per l'ennesima volta, perché si tratta solo di un caro amico che si merita decisamente uma dedicação tutta per lui. E adunque falamos sobre o Igor, il portoghese piú estranho que nunca conheci.
Allora, il nome completo innanzitutto, dato che é cifra della cultura del luogo: Igor Gonçalo Grave Abraços Furão. Nome chiaro e palese. In italiano verrebbe: Igor Gonzalo Pericoloso Abbracci Furetto. Un nome un programma. O come diceva la mia prof delle medie, un nome una marca una garanzia.
Allora, costui comparve alla mia festa di compleanno, addí 13 agosto, passata a Lisbona a fare una supergrigliata internazionale. Era l'unico portoghese, quindi rigidissima minoranza. Tratto alla festa da Miriam Tappe detta Caramellina dalla Germania Occidentale, la ragazza piú buona che c'é. Le origini della loro conoscenza sono ai piú misconosciute, ma tant'é, inutile indagare a ritroso piú di tanto. Sta di fatto che conosciuto lí, ci siamo rivisti qualche sera dopo al Bairro, abbiamo cominciato a conversare in portoghese - cosa veramente improbabile se ci penso dato che stavo studiando portoghese solo da 2 settimane, e da lí abbiamo iniziato a vederci, sempre attraverso la caramellina, la sera al Bairro eccetera.
Cosa si puó dire su questa conoscenza, sará che entre desfortunatos do caralho, ou adeptos da cultura, ou apaixonados de mamas, ci si trova sempre, da lí a poco abbiamo iniziato a prenderci per i fondelli, grandi brincadeiras, e poco alla volta siamo diventati grandi amici. Vediamo di descriverlo con un po' di criterio. Altezza portoghese, quindi circa 1.70 m, fisico regolare, capello scuro, occhio scuro, carnagione scura. Un italiano, uno spagnolo, un portoghese, un francese del sud, meglio di tutti potrebbe parere un verdadeiro sardo, forse un po' troppo alto. Ha origini alentejane, praticamente il posto in portogallo sponsor tecnico ufficiale per le barzellette, come per noi italiani le caserme dei carabinieri o Napoli. E se uno svizzero ti dice "Italiani pizza, spaghetti mandolino mamma", mamma lo sai che c'é, é arrivato il merendero. Nota di folklore degli alentejani: parlano lentamente. Aggiungi che il soggetto in questione parla italiano, e lo parla meglio che molti italiani che ho conosciuto, e quando sono sbronzo anche meglio di me, che notoriamente pratico una ricerca lessicale costantemente come l'autoerotismo, il risultato che si ottiene é praticamente il sogno di ogni italiano che va a Lisbona in Erasmus con il verdadeiro desejo de aprender o português: una persona che puó comunicare senza problemi in italiano e soprattutto sa rispondere a criterio circa domande sulla lingua portoghese, la sua pronuncia corretta, come ampliare il vocabolario eccetera. Se io adesso, a due mesi dal mio arrivo qui a Lisboa, sto parlando abbastanza bene il portoghese, é grazie molto a lui (e un po' a Dona Professora Luisa Coelho).
Il carattere di Igor? Igor é buono. É la bontá in ogni sua forma ed estensione. Igor ti viene a prendere. Igor ti riporta a casa la sera. Igor ha piacere nell'offrirti un drinkino. Igor si lascia prendere in giro. Igor ama le brincadeiras. Igor ha sempre il sorriso stampato in faccia. Se hai il broncio, Igor viene a chiederti che cos'hai e se puó fare qualcosa per te. Se devi prendere l'aereo, Igor ti porta in aereoporto e ti aiuta a portare le valigie. Se devi fare una telefonata in portoghese, Igor parla per te. Se hai un problema e Igor puó risolverlo, Igor lo risolve. E piú di ogni altro, Igor non ti chiede indietro niente. Se al Bairro ti dice che non ha piú voglia di bere, é perché non ha soldi probabilmente e non vuole chiederti un drink. Igor segna tutte le bebidas che gli offri, e che ti piaccia o meno ti torneranno indietro con gli interessi. Ho lottato duramente per ottenere per la sua macchina 15 euro di benzina, ma quasi stavamo a piedi e lui non voleva farsi mandare della broda. Con Igor puoi parlare di tutto e sei sempre il benvenuto, ma non devi toccare il suo nervo scoperto, le tipe. Ma lui é riuscito a rimanere amico della sua ex storica nonostante questo gli procuri disappunto quando non dolore. Io con le mie ex non mi ci vedo piú - non che fossero frotte - e deo gratia che con la Spadinigirlz mi ci vedo ancora nonostante avessimo litigato abbelva. Ma tant'é, non divaghiamo. Igor ha ospitato a casa una mia conoscente - tale Cristina, conosciuta in Internet perché entrambi di UniTo ed entrambi diretti a Lisboa per Erasmus - quando neanche la conosceva, e io l'avevo solo conosciuta da due ore. Igor si fida. Igor ama la musica, ma quella seria: lui ascolta il metal e la classica, e la cosa mi garba in un mondo dominato dai paffuti discotecari delle Azzorre. E Igor suona la chitarra elettrica, che ha amorevolmente chiamato Kelly.
Insomma, Igor é Igor. Da noi in Italia si direbbe che é uno sfigatone del catzo. E forse é vero. Ma non me ne frega niente. Io sono come lui, anzi, peggio di lui. Quelli che dicono che sono fighi, che ci stanno dentro, che spaccano, vadano a farsi fregare. Io ho trovato una persona con un cuore d'oro, e mi ci sono affezionato. É il miglior amico che mai avrei potuto incontrare qua, sicuramente. E che sia un figo o uno sfigatone, non me ne frega niente. Perché? Perché Igor é Igor, e se ho proprio bisogno, Igor mi aiuta.

sabato 4 ottobre 2008

Capitolo 7, ovvero FALAMOS DE AMIGOS E INIMIGOS: OS COLEGAS DA UNIVERSIDADE.

Continuiamo dunque con queste amene carrellate di persone conosciute, piú o meno bene, qui a Lisbona, affrontando il capitolo forse importante tanto quanto quello dei coinquilini, che in ogni caso necessiterá di un'aggiuntina, ovvero trattiamo un attimo delle nuove conoscenze universitarie createsi in questi giorni di inizio dei corsi. Partiró da questa premessa: la mia situazione in universitá é molto poco definita, visto che io appartengo al Mestrado, o Master, o Specialistica, ma date le incombenze del piano di studi di Torino, sono anche una "matricolina", insomma, di tutti gli esami che dovrei fare, molti sono della Licenciatura e soprattutto sono tutti ripartiti in almeno 4 dipartimenti (Storia, Archeologia, Studi Classici, Storia dell'Arte); alla fine del discorso, tutto questo per dire che le conoscenze di portogofoni che faró purtroppo saranno troppo discontinue per essere approfondite, e che dovró far leva soprattutto sugli erasmus, ma anche qui con la discriminante che molti a febbraio taglieranno la corda, e quindi per la seconda volta nella vacanza-studio-lavoro mi troveró a ricominciare tutto da zero o quasi, con le feste Erasmus del catzo, col buon Igor - a quel punto giá parleremo delle Lusiadi con piglio accademico - e la sua banda, insomma, il risultato di questo sará piú conoscenze e meno profonditá. Ma lasciamo perdere le supposizioni e andiamo al nocciolo del discorso.
Il giorno della presentazione farlocca agli erasmus, ci fu consegnato un foglio con l'elenco di tutti gli Erasmus presenti all'Universitá di Lisbona: devo dire non molti, in totale, ovviamente grandissima maggioranza di SPAGERITA. Adunque mi sono lanciato dopo la prima indagine quantitativa-nazionale ad una qualitativa-scolastica. Con altrettanto stupore, gli studentelli di storia sono veramente in 4 circa. Il che ha soprattutto un'immediata conseguenza: l'Erasmus me lo cuzzo da solo. Inoltre, dopo aver posto a sistema le due indagini statistiche, deduco che il numero di italioti afferente a storia e in generale a Lettere é molto risicato, quindi meno iterasmus sul groppone. Ed effettivamente é stato cosí, tant'é che il mio giro di conoscenze accademiche é veramente cosmopolitaine. Essenzialmente il grosso degli erasmiani a me piú o meno afferenti li ho conosciuti a lezione di História do Brasil, manco a dirlo il corso piú gettonato per gli Erasmus che guardano con un occhio al Portogallo e strizzano l'altro a Rio de Janeiro. Ecco la breve consueta rassegna.
Fernando, catalano, uno che probabilmente non ci sta con la testa. La cosa interessante é che non sono, per una volta, io a parlare male degli spaniardi. Svampito, mediamente zozzo, lugnhi capelli biondo-castano chiaro, persona poco curata. É simpatico, senza dubbio, ma la cosa per cui mi sta a cuore é che non capisce niente di portoghese, quindi lo prendo in giro tantissimo e lui ride come un pirla. Una scimmia.
Melaine. Il serio francofono. Bretone, capello a scodella, alto, mediamente serioso, completamente calato nel suo ruolo di studente in trasferta e desideroso di fare le cose al meglio, lo si vede vagare tutti i giorni tutto il giorno con una cartella piena di fogli con orari e corsi. Mi é molto simpatico, si parla in portoghese del piú o del meno, ma soprattutto dei corsi universitari. Secondo me esagera un po', ha frequentato la prima lezione di un centinaio di corsi, e pare che nessuno sia di suo gradimento reale; tant'é che alla domanda ma quanti corsi stai seguendo ora con certezza la risposta laconica fu boh, forse 2 ma vediamo. Un maniaco perfezionista.
Lionel, altro francofono ma di taglio differente rispetto al primo. Molto piú gioviale, ma altresí letterato e interessato allo studio, ci siamo giá trovati sul discorso brincadeiras, forse un po' troppo "secchione" verso le attivitá culturali che gravitano a Lisbona, o al cinema, o soprattutto alla letteratura. Ama tantissimo Pessoa, cita poesia piú o meno a memoria, insomma, ci sa proprio fare. Al massimo esagera un po' sugli usi e costumi della sua cittá natale, La Rochelle. Ivi lascia una ragazza e mezza famiglia, quindi non rientra nel mio gruppo spam chiamato "concorrência".
Till. Der fuchs ist schlau. Un tipo divertentissimo. Ma, al mio amato pubblico femminile interesserá sicuramente di piú, un verdadeiro figo. E per questo lo invidio non poco. Alto, biondo, carnagione chiara nella migliore tradizione teutofona, occhi chiari, fisico strong, amante degli sport ma anche della cultura. Abbiamo passato abbastanza tempo assieme e ci siamo divertiti, nonostante ami particolarmente la Spagna ci troviamo molto spesso d'accordo, soprattutto per quanto riguarda le intenzioni Erasmus: io non sopporto gli italiani, lui i tedeschi. Cerca di parlare in portoghese, anche sperimentando nuove frontiere grammaticali, come il congiuntivo futuro o l'infinitivo pessoal, tanto quanto me. Insomma, tanto lui quanto me cerchiamo di dare un senso un attimo differente al concetto canonico - diciamo l'accezione piú italiana del termine - di ERASMUS. Solo che io e lui abbiamo una differenze importante. Lui ha una tipa - mi spiace popolo femminile di Rui Chicara - che fa l'Erasmus a Granada, quindi si vive bel bello a cuor leggero la sua esistenza portoghese. C'é figa? Cazzocene. C'é alcool? Cazzocene. C'é droga? Cazzocene. Cazzocene cazzocene, lime açucar e pleistocene. Deve essere effettivamente entusiasmante viversela cosí. Io mi arrabatto per un lembo di rapariga e lui si gode la vita. Ma non per questo le nostre intenzioni sono divergenti. Insomma, sicuro con lui per i prossimi tempi mi diverto molto, e poi spero sempre una cosa. Che il suo charme teutofono attiri tante zie, che passino alla soluzione di ripiego (Tazza) al momento della sconvolgente news che é un ragazzo fedele e forbito. Parteggia per la Die Linke.
Lise Goossens da Gent, Belgio fiammingo. Alta piú o meno quanto me, occhi azzurri molto espressivi, sorriso ampio e sincero. Potrei attivare il momento poesia qua ma mi riserbo la possibilitá di fare ció in futuro. Timidina, carina, interessante, archeologa. Ha tastato tante lezioni per poi non riscontrare granché di interessante. Al che le ho suggerito di testare anche arqueologia da antiguidade tardia, corso che avrebbe svolto mecum. Un dí per caso in universitá, stavo andando proprio a lezione di Arqueologia, quando la incrocio nell'atrio principale. Mi chiede se sto andando a quella lezione. Sí, e ti riinvito tesoro, dai che magari ti piace. Lezione assieme, c'é complicitá, eu gosto muito tudo isso. Decide che il corso le piace, e che lo faremo assieme. Inoltre c'é da organizzare dei gruppi per fare un lavoro di presentação sui capitoli di un libro che servirá per il corso. Saremo assieme anche lí, con altri 4 portoghesi. Gosto muitissimo tutto questo. In lei ripongo le speranze per i prossimi giorni. E spero di poter usare una volta tanto la poesia per qualche motivazione piú sostanziosa. E di inaugurare un nuovo special chapter a base di grandi e succosi Limões(TM)!!!