giovedì 27 novembre 2008

Capitolo 13, ovvero UMA CABEÇADA CONTRA UMA PAREDE DENTAL parte 2, ou seja CURSO RAPIDO PARA OBTER UM DOIS DE ESPADAS.

Ti é piaciuta la storiella Macqui? Sí? Perché...? Perché ti nascondi dietro il cuscino?
DEVI PIANTARLA DI RIDERE UNA VOLTA PER TUTTE HAI CAPITO? Ok, va bene, vado avanti. Allora, prova a spiegare come posso desenvolver questa strategia BOTTOM UP(TM). Te ne sarei grato, potrei proffrirti qualcosa in cambio, tipo... non so, un lampione? Un trattore? Un cespo di insalata? Una tegola impolverata? Vada per la tettoia. Anzi, ora che ci penso, fai cosí, mettiamola sul gioco di ruolo, ma non metterla proprio sul tuo personale, in fondo ogni persona é diversa dalle altre, quindi non é che devi ragionare su come io potrei provarci con te ponendo il caso che tu sia interessata, quanto fai come se fossi una tipa piú o meno qualunque al Bairro Alto, e vediamo cosa ne tiriamo fuori.

Allora, dopo un dialogo di circa venti minuti, ho tratto delle conclusioni, che ora propongo al vaglio della platea di ascoltatori per vedere le reazioni e percepire le risate da lontano. In primo luogo il mio amore primate mi ha confermato, per vie traverse, la questione delle miriadi, quando non miriagrammi, di segnali che inviano le tipe quanto si rivelano interessate. In primo luogo, lo sguardo. Abbassano appena gli occhi, tipo settimana enigmistica al "Trova le differenze", e questa é sempre la ventisettesima differenza che nessuno trova mai e che neanche le soluzioni a pagina 43 riescono a far intendere, quel rapido movimento di 1,5 millimetri verso il basso per disegnare un arco con gli di 2,3915 gradi che forse é piú percettibile per la massa d'aria spostata, tipo fiatella leggera di bambino di 14 mesi mentre dorme; dopo di che un ulteriore "segnale" é tipo una torsione della colonna vertebrale che ho provato a emulare ma senza alcun successo, da cui ho tratto l'impressione che sia un gesto unicamente femminile dato che é complicatissimo, tipo che volteggiano il collo verso il disegnando una curva che... cazzo é veramente difficile da spiegare, come se appoggiassero la testa su un cuscino immaginario alto quindici centimetri posto sulla spalla sinistra, ma non appoggiare come quando ci si lancia sul cuscino con aggressivitá quando si ha sonno, ma tipo sfiorarlo dal margine sinistro accludendosi verso il centro... secondo me tu che stai leggendo ci stai provando, e non ci stai capendo molto e/o hai fallito il movimento. Tranquillo, non sei sfigato; io mi sto facendo venire la scoliosi per riuscire a farlo.
Poi il meglio. Se la tipa é interessata veramente, inizia a non rispondere alle boutade della controparte maschile, ma ride come una scimmia, portandosi le mani verso la bocca e non dice piú niente. Al che sono ammutolito, e non per dire alla mia migliore amica Marti che mi piace, ma perché sono rimasto allibito da tanta idiozia in un gesto solo. Pace, ognun per sé e Dio per tutti. E mi immaginavo io come novello Casanova che in realtá mi reputo uno dei piú grandi umoristi della terra, e alla fine non becco niente ma fatturo gli shows. Alla mia sprovveduta domanda nata dalla scarsa considerazione che ho di me stesso come produttore di cazzate, la risposta emersa era una cosa come bisogna parlare di cose di scarso valore e tenore energetico, diciamo l'insalata rossa della comunicazione, che ne so, tipo ma che cosa ci sará mai dentro questo shot? Ah sério? Maddai, e a te piace? Ma a te che cosa piace bere? Io non capiró mai fino in fondo tutto questo... un giorno sperimenteró e trarró conclusioni, che ovviamente finiranno qui. Per la gioia di tutti, grandi e piccini.
E poi alla fine c'é stata la rappresentazione della faccenda in un unico atto.
Immaginiamo che io sia al Bairro. Ridi scherza e tracanna un po' con gli amici, arriva la ragazza che mi piace, o ne conosco - attenzione, questo é il livello di gioco Master, solo per i piú scafati, e soprattutto non tentate di fare quello che sto per raccontare a casa, é pericoloso - una completamente ex-novo nel sopraddetto luogo. Dopo le canoniche frasi di circostanza, comincio a dire qualche stupidaggine - evidentemente, piú é stupida la stupidaggine piú successo si riscuote, ma d'altra parte i discorsi che abbiano un minimo di tenore sono fuori luogo - e poi attenzione, deve partire rapidamente il primo drink, offerto ovviamente. Uno shottino da Sergiano, il migliore di tutto il Bairro. Esci fuori, riprendi a dire idiozie come se piovesse. Giá a questo punto si puó cominciare a trarre qualche risultato: se la tipa non ride, ti ha zanzato il primo drink, si inventa una scusa idiota e va a parlare con un altro, lascia perdere. Ma mettiamo che questa sera - sempre comunque in questo gioco di finzione - mi stia andando bene. Figo, comincia a piacermi. La tipa mi rimana agganciata, i miei amici, come delle vere faine, lasciano il campo poco alla volta per quella complicitá a base di birra che ci contraddistingue. Consiglio importante: alla terza volta che passa un querfru, ou seja um vendedor de flor indo-paquistão, dimostra alla tipa quanto vali nella lotta greco-romana, non nel jetkwondouatá, perché con quello il tuo nemico lo affossi in un colpo troppo rapido e lei potrebbe pensare che hai solo avuto fortuna nel colpirlo nel suo punto segreto di pressione Hokuto Gemmy tra la rosa e la giacca smunta, invece dei prenderlo, farti anche colpire, gridare come un ossesso, vedere sangue sgorgare a frotte, rubargli le rose, calciarlo via a pedate, ma trattenendogli i denti come un feticcio vittorioso, un po' come farebbe The Bride, guardare le rose, fare come per offrirgliele a lei che nel frattempo ha gli occhi enormi e lucidi per aver visto il suo eroe ammazzare di legnate lo straniero che ammazza i bambini italioti e ci ruba il lavoro (tutti i miei amici me compreso vorremmo vendere rose farlocche a Lisbona, d'altra parte), ma alla fine non dargliele, buttarle per terra, calpestarle e dire, con voce baritonale tipo Paul Newman, ehi piccola, te sei troppo bella per queste rose 50 centesimi e te le vendo tutte... al che lei non risponde e comincia a ridere come un gibbone impazzito. In quel momento, mentre lei danza inconsapevolmente, bisogna trovare il momento, o per lo meno la rotazione giusta di lei ridente, e porre il LIMÃO(TM).
Ok, recuperando un po' le fila del discorso, in sostanza dopo il primo shottino continuo a contare stronzate, scusate la volgaritá ma quando ci vuole ci vuole, alterno dieci, quindici minuti di idiozie ad uno shot, e man mano che il numero degli shot aumenta bisogna parlare a questa degradata - ops scusate - a questa signora sempre piú attaccato al suo viso, fino quasi a sfiorarle il naso, e ovviamente poi le labbra. Ora, traiamo prima delle battute finali ancora qualche conclusione. La faccenda, che inizialmente era uno struggle for the lemon, é diventata una gara di resistenza all'alcool e un travaglio per il mio portafogli. E non é detto che lei ci stia o meno. Bene. Altra considerazione. Io normalmente la sera fumo un po' di sigarette, poiché qua in Portogallo le serate durano molto piú che in Italia, e come sappiamo esiste quel terribile circolo vizioso tipo birra chiama paglione, paglione inaridisce la gola e chiama shottino e/o birra, e poi con la gola con umiditá tropicale non si puó rinunciare al piacere di un altro po' di tabacco, alla fine la bocca é, per citare una simpatica barzelletta, un bacio appassionato tra un portacenere e una distilleria; applicando il tutto a due persone che si trovano a una distanza di pochi centimetri l'una dall'altra, e diciamo in condizioni molto simili, insomma, il risultato minimo pensabile é una sorta di centrale nucleare esplosa nello spazio di pochi centimetri.
Alla fine i consigli grosso modo erano questi, e io li appresi bene. Il punto piú chiaro di tutti soprattutto era uno: falle bere queste ragazze. Falle bere. Falle bere. Falle ubracare. Stendile a colpi di alcool. Prendile per la gola, anzi, per il fegato e falle tue. Intanto pensavo... ma questo non é l'incipit di ogni stupro di classe nobiliare che si conosca? Tant'é, non mi porró troppi problemi. La lezione l'ho appresa. Ora il mondo é mio. Le regole sono poche é chiare: bere, dire stronzate, bere, testa vicina, bere, LIMÃO(TM), e ogni tipa puó essere tua, anche se stai giocando in quel momento a Europa Universalis III moddato Magna Mundi 1.26, grandissima release... fantastica!
Grazie Marti, ti sono debitore, so che mi hai dato i consigli di cui avevo bisogno, aspetta che ti bacio il collo che ti fa il solletico ghghghghgh non gridare tu mi perfori il timpano diamine va bene presto ti offro da bere, ma senti i consigli valgono anche per te? Quasi quasi un pensiero «ciabatta che vola» va bene va bene me ne vado ciao grazie ancora tesoro ti sono debitore.
Quel giorno era un giorno bello. A parte l'incontro con la mia prossima vítima sacrificial, non era successo niente di particolare, e non sapevo perché mi sentivo veramente galvanizzato; forse l'associazione tipina tedesca con consigli di menina macaquinha, e la certezza di aver avuto informazioni certe circa lo sviluppo del mio futuro sentimentale - non che abbia storie in ballo, ma le info di quel giorno erano come le istruzioni per costruire un castello Lego di 100,000 pezzi - mi rendevano felice.
E fu sera, e fu mattino, e fu sera. Uscii, come ogni buon prolifico, proficuo e fruttuoso venerdí sera. Ero con i soliti amici, particolarmente idiota probabilmente data la galvanizzazione del pomeriggio prima. Manco a dirlo, a minha nova vítima sacrificial non l'avevo vista, la lezione che dovevo fare non c'era, e avevo studiato tutto il giorno. Ma chissenefrega - per ogni rimando a questa espressione colorita ed aulica, si veda il capitolo 8 di questa seconda parte -, usciamo, facciamoci qualche drink e alla fine vediamo cosa succede. E dunque tante risate, qualche piccolo show, niente di trascendentale e la serata va. Ero quasi giunto alla fine della serata quando giunge una persona non misconosciuta, che conobbi qualche settimana prima, e che si era prodigata in una scenetta strana. Costí chiamasi Marie, un'altra, ennesima Marie, tedesca, sguardo particolare... descriviamola un po' meglio. Alta un metro e... diciamo... circa due citofoni, due e mezzo via, abbondiamo, capello corto, biondo, un po' di polvere sulle gote, occhio piccolo e furbo, bel sorriso, piercing al labbro inferiore, fisico a modino, insomma, non passa a dirla tutta indifferente, ma é lungi da quelle bombe sexy di cui normalmente mi invaghisco. Dunque, costei la conobbi a casa di tal Jerome, un tipo tedesco fuori come una mina. Vedevo che andavano in giro assieme, ogni tanto si limonavano, niente di che pensai, ma questa attaccó bottone di far suo. La gag fu che trasferendoci - gruppo di quindici persone - da casa di Jerome al Bairro, con questa ci parlo, e mi sembra una tipa cosí fuori che quasi mi spaventava. E dulcis in fundo, questa si prende una libertá che in altre occasioni avrebbe procurato - a lei o chi per essa - taaaaaanto sangue e dolore. Allora, io piego sempre la mia sciarpa in un modo molto preciso, ou seja: piego una volta per il lungo per RINFORZARE, dopodiché piego una volta per il corto per MISURARE, passo il quarto di sciarpa dietro il collo circa alla sua metá, con la piega sul lungo RIGOROSAMENTE VERSO L'ALTO, affinché non passi aria per la fessura procuratasi, e congiungo il lato con gli estremi, che si trova RIGOROSAMENTE SULLA DESTRA, ché se fossi mancino starebbe ovviamente sulla sinistra, con il lato piegato sulla sinistra, facendolo passare per l'interno; infine, tiro gli estremi verso il basso, cosí che ARMONICAMENTE la sciarpa copra il collo intero e anche quei lembi di sterno che lascio sempre scoperti per il mio gusto di portare magliette o felpe aperte davanti, e cosí che la sciarpa stia ordinata al suo posto a lungo; se il nodo si allentasse un po', é sufficiente tenere il circolo della sciarpa sul collo e tirare gli estremi verso il basso, come se fosse una cravatta, cosí che torni nella posizione iniziale. Questa ragazza mi guarda e mi dice, ehi man, ma come porti la sciarpa? Aspetta che arriva mami e te la sistema. Non avevo parole: questa mi apre la giacca, mi toglie la mia sciarpa tenuta a modo, la apre tutta, prende un estremo e lo usa come perno per far girare la sciarpa intera sul collo, come se fosse un rotolo di carta igienica da porre sul cilindretto di cartone al centro. Orrore e dannazione, questa alla fine della fantastica arrotolata pone l'ultimo estremo nel meandro di giri della sciarpa, e blocca tutto con un po' di colla UHU. Risultato di questa porcheria: ho il collo piú spesso del cranio, la temperatura al gargarozzo che raggiunge i 318 gradi Fahrenheit mentre lo sterno é diventato un nido per pinguini, e sto terribilmente scomodo. Grazie mami, anzi, dankeschön... sei benvenuto, man. E va a limonarsi il tipo Jerome.
E dunque mi ribecco questa tipa, che nel frattempo é pure diventata mia amica in caralivro. In un secondo, piú o meno consapevolmente, decido che é l'ora di mettere in campo la scienza che fino a quel momento mi era stata insegnata. Ricordiamo: bere, dire stronzate, bere, testa vicina, bere, LIMÃO(TM). Ciao come va come non va, dopo i primi problemi di switching language, ci troviamo sull'inglese, e si parte con il gioco. La faccenda é facilitata dal fatto che siamo entrambi giá un pochettino alticci, meglio, ne gioverá della comunicazione. Inizio a dire qualche stupidaggine, la risposta é positiva. Dopo cinque-dieci minuti scatta il momento del drink offerto, vai di sciottino e nessuna potrá mai dire no. E la povera preda ci casca. Vai di Tequila, ma pura perché il sal e limão non portano bene, il sal si rovescia e il limão solo a fine attacco. La strategia dell'attacco frontale pare funzionare, la tipa é avvezza, la cavalleria sfonda la prima trincea e la fanteria a seguire dilaga prepotentemente, il primo attacco é un successo, adesso rinserriamo i ranghi e puntiamo direttamente a Colonia. Con la scusa di essere un sardo sordo, pongo prima le mie cavitá auricolari, e poi direttamente il mio faccione al sapore di Chanel Egoiste praticamente ad un passo dal suo nasino. Vedo un piccolo fungo nucleare nascere nell'interstizio tra le nostre cavitá orali... spero non abbia mutazioni genetiche negative per tutto questo. Torniamo fuori, sigaretta, ridiamo, scherziamo, la tipa non si tira indietro, stasera vado sul sicuro. Dopo altri dieci minuti, é l'ora del secondo sciottens, e secondo me sará quello del colpo di grazia. I miei carrarmatini viaggiano con tonnellate di lucido da scarpe per marciare per la germania conquistata... sí, stavolta me la senta, e grazie a questa introspettiva l'alcool in corpo mi si riassorbe in un lampo. Sangue freddo, tecniche valide e giá sperimentate, entriamo nel locale. Cosa ti bevi? Mah non so cosa mi proponi? Mah cambiamo un po' ti andrebbe della vodka? Mah, dipende da che tipo di vodka hanno e che qualitá ha... mi vorrei portare le mani in faccia... mami va in giro vestita con quattro cenci e si fa le menate che la vodka ti fa venire malditesta il giorno dopo? dio mio sei mezza fuori ed ad un passo dal livello "straccetto" e la vodka ti fa venire il cacotto? Tranquillo zio, sangue freddo, stasera si somatizza tutto. Eristoff? Dai non é male, niente mal di testa, é una vodka discreta, non trovi? Io voglio una birra. Eh no tesoro, non mi puoi scoprire il fianco cosí, non mi cambi alcoolico all'ultimo secondo, perché io ti faccio una bella brincadeira... si noti, nel frattempo il grado di intimitá misturato al compagnonnage fa in modo che io ci sto attaccato e lei non si ritrae spaventata, e con i miei modi da ippopotamo un po' alterato quando le faccio brincadeiras e lei se la ride la sballottolo come una maraca, tanto lei é fulminata...
E scatta la brincadeira: tu vuoi una birra? E allora visto che tanto i soldi ce li mette il papi, come si direbbe in Brianza Alcoolica, ti spari lo siottions di vodka per gradire - tanto non dici "lo butto via" - e una birra, ma tu vuoi un imperial, e io ti mando una caneca, per gradire. La bomba alcoolica é tale che con la fortuna che mi ritrovo cadi a terra stremata e inagibile. Via di vodka, vai che é tutta salute - la mia - e adesso viene il bello... la strategia diversiva della vodka funziona, le trincee dei tedeschi sono sfondate, si aspettavano un attacco frontale e invece con una nuova selva di artiglieria a tiro incrociato soffrono grandi perdite; i genieri tagliano il filo spinato e spostano i cavalli di Frisia, mentre i miei uomini attaccano in fronte e la cavalleria offre un diversivo sui lati. La strategia é perfettamente armonica ed efficiente, le linee sono sfondate... lei ride. Io un po' meno. La brincadeira me l'ha fatta lei. Oltre le trincee, c'é una parete dentale serrata di tutto punto che impedisce l'afflusso del LIMÃO(TM). Per i veri intenditori, questa situazione si puó riassumere con la famosa, indimenticabile espressione francese "Route Barré"(TM).
Lei ride. I miei denti apprezzano le vibrazioni date dalle risate della sconveniente ragazzetta alemanna. Mi viene improvvisamente un grande mal di testa, e l'alcool che era stato riassorbito dal processo di galvanizzazione piú dietro, in realtá si scopre essersi solo nascosto e riemerge con prepotenza per richiedere il suo tributo di fegato. L'esercito é nel panico. Il diversivo sul collo non parte neanche perché ha la sciarpa legata alla Bibendum, come giá m'era capitato. Dankeschön, mami. Gli attacchi si susseguono ininterrottamente per svariati minuti, alternati a risate isteriche di lei. Prima del tracollo finale, propendo per una ritirata strategica e la firma di una tregua. Usciamo, diciamo altre due stronzate. Ma niente tregua,non sia mai: il canonico "cornuto e mazziato"(TM) doveva capitarmi anche stasera. Noi, amici con due birre, siamo lí fuori quando arrivano tre scimmioni amici di lei, che, nei fatti, la rapiscono mentre lei convenientemente si lascia portare chissá dove. Io celermente torno dai miei amici, lievemente alterato. Ma neanche piú di tanto, in fondo, devo ammettere che le tecniche sopraffine che il mio amore un po' deforme mi ha insegnato, e che per questo battezzo ufficialmente come "tecnica del gibbone urlatore ubriaco", hanno funzionato. Sono arrivato a pochi millimetri dal tanto agognato Limão. Ovviamente ho buttato via un sacco di soldi, un sacco di energie, ed ero anche un po' stanco. Ma che si vuole, é il gioco delle parti. E cosí, bel bello, me ne sono tornato a casa. Triste, ma felice.



Ora, além de tudo, ma come diavolo si arriva a contare i millimetri dal LIMÃO(TM)? Diamine mi devo ripigliare, ma tanto....

martedì 25 novembre 2008

SPECIAL CHAPTER #3, ovvero NADA LIMÃO, MAS UMA HISTÓRIA SIMPÁTICA DE UM IDIOTA SOBRE UM IDIOTA.

DISCLAIMER: LEGGETE PRIMA IL CAPITOLO 12 PRIMA DI QUESTO INTERMEZZO! É IMPORTANTE PER LA CONTINUITÁ NARRATIVA!!

Adunque, capitava che un dí al rolling stones di Milano conobbi una ragazza con i capelli rossi, molto carina, ma rimasi un po' piú attratto dalla sua amica bionda e alta. Pace, non le avrei riviste per un po' di tempo e mi dimenticai completamente della loro esistenza. E a quanto seppi avevano anche il ragazzo, quindi pace. La serata finí con un panino delle zozze.
E fu sera e fu mattino, e un giorno inaspettato rividi la ragazza coi capelli rossi una sera in via Bazzini dietro Piola, a Milano. In tutta sinceritá non mi ricordo granché di che sensazioni ebbi, ma cosa vuoi che sia, molta acqua é passata sotto i ponti, e di certo il dato che importa ricordarmi era che scoprii ella essere della Statale, studentessa di un'interfacoltá, e da ragazzo a modo la invitai, nel limite del possibile, a studiare, o quantomeno prendere un caffé assieme se fosse passata per la sala Anarchia. Non penso che a primo acchito avessi avuto chissá quale attrazione fisica o empatica nei confronti d'ella, quantomeno perché quella sera portava un paio di calze a righe orizzontali parallele con colori sgargianti come rosso, bordó e verde verdone pisellone che reputai indegne d'un essere umano, e la presi poco in considerazione, ma questa é solo una supposizione. E fu sera, e fu mattina, e il caso volle che la ragazza comparve in universitá. E passammo un buon tempo assieme. E il fine settimana successivo comparve un'altra volta, e passammo buon tempo assieme. Mi ricordo che una sera di un fine settimana, alla canonica domanda "chi prende la macchina" per muoverci a 300 metri dal nostro canonico punto di ritrovo verso un locale che si chiamava Ice Cube, locale per padelle, io ottenni l'onore di prendere la macchina, e lei corse da me per stare nella macchina. Che fosse un segnale? Se lo é, diciamo che me ne sono accorto dopo che la nostra storia era finita. E la ragazza usciva con noi, e ci vedevamo al martedí mattina in universitá, a studiare, e bere caffé assieme. Che fosse un segnale? Se lo é, diciamo che me ne sono accorto dopo che la nostra storia era finita. E forse la ragazza mi piaceva, ma questo era un dubbio d'un povero implume, non riuscivo a sciogliere la matassa nel mio cervello, fino a che il fato cinico e baro non decise di dare una svolta alla questione. Un fine settimana, un amico mi chiese cosa volessi fare con lei, che lui voleva provarci, ma visto che ci vedeva sempre assieme, voleva sapere se c'era possibilitá di svolte, o meno. Nell'eventuale vuoto di potere lasciato da me, si sarebbe inserito lui. La storia é ricorsiva, in barba alla scuola delle Annales. Decisi di darmi una mossa. Gli dissi di attendere una o due settimane, diciamo gli chiesi di aspettare l'inizio della primavera, e nel caso avrebbe avuto tutto lo spazio che chiedeva. Stefano Loi, il Leone, non sa dire di no ad un amico. Ma la storia prese una piega strana e inaspettata. Un martedí di inizio marzo, era l'otto per la precisione, a Milano si schiattava dal caldo. Io stavo studiando storia del Cristianesimo. Arriva la ragazza coi capelli rossi. Ormai é un'amica, sono settimane che ci frequentiamo, ha conosciuto gli amici, si ride e si scherza, c'é feeling. Forse mi piace, ma non lo so fino in fondo. Non penso che non ho molto tempo, ho preso un impegno preciso con un amico, eppure la mia atavica timidezza mi impedisce di fare alcunché. In preda a terribili sensi di colpa, ignavia e accidia penso che forse debba lasciar perdere, avrá miglior fortuna lui, non mi sento adatto, al momento, a provarci, a dire qualcosa che non sia il canonico ciao come stai, pausa caffé? Ma la ruota alle volte gira, e capita questo.
-Sai che é proprio una bella giornata?
-Sí, é un peccato che debba studiare storia del cristianesimo, qua ci sono milioni di date che non mi tornano.
-Beh, penso che non accada niente alla tua preparazione se ti prendi un giorno di pausa, o per lo meno qualche ora. Ce lo facciamo un giro?
-Mi piacerebbe un casino, ma sono proprio studiante (goccia di sudore freddo grossa come la portata del Niagara), devo... devo... studiare.
-Che peccato... vabbé la prossima volta. (Passano circa venti secondi). Ste... usciamo?
-(Tachicardia progressive tipo liquid tension experiment) Ehm... Eri... va bene, usciamo. La mia preparazione non sará inficiata da questa azione. Con certezza.

Si esce, si parla del piú e del meno. Lei si aggancia al mio braccio. Che fosse un segnale? Se lo é, diciamo che me ne sono accorto dopo che la nostra storia era finita.
-Che dici eri, ci facciamo la canonica vasca per il centro di Milano? Non ho molti posti dove andare, ma la giornata é bella, possiamo gustarci questo martedí pomeriggio cosí per strada.
-Sí Ste, portami pure per il centro.

Quando mai in vita mia riceveró mai una risposta cosí accondiscendente? Potevo portarla al Barnum che mi avrebbe detto di sí comunque, ma non me ne sarei comunque accorto. Si parla del piú e del meno, di Dio e del mondo come dicono in Germania, ma la conversazione é gradevole e il tempo scorre.
-Senti, che ne diresti di andare al parco del castello? Magari si sta bene.
-Sí Ste, portami pure per il parco del castello.

I casi sono due. O é un dejá vu, e c'é un errore nel sistema, oppure mi sta cadendo sulle gambe. Sono assolutamente convinto della prima possibilitá. Arriviamo al parco del Castello Sforzesco. Le panchine sono tutte occupate, é pieno di turisti.
-Andiamo sull'erba?
-Sí Eri, va bene.

Lei si pone amorevolemente seduta sull'erba, io, vestito di tutto punto con la mia giacca di pelle nera lunga, mi pongo rigidamente in piedi e abbottonato a quel metro e mezzo - due di distanza di sicurezza perché non voglio apparire aggressive, assolutamente incapace di intendere che ero al parco del castello sforzesco, in una giornata fantastica e calda, con una ragazza a conversare, aspettando dell'altro.
-Hai intenzione di stare in piedi a lungo?
-Ehm, diciamo, no, effettivamente stavo pensando di sedermi (faccia da gibbone ritardato che balla la danza del ventre squittendo orribilmente). Ma non volevo rovinare la mia giacca di pelle, sai ha solo pochi mesi e non volevo giá ora inficiarla. (Sguardo attonito perso nel vuoto. Le mie capacitá di raziocinio sono ridotte al 25 percento).

Mi levo la giacca, la piego accuratamente, individuo un luogo bene asciutto lontano dall'umiditá mantenendo la distanza di sicurezza - ormai ci inviamo sms coi cellulari - e mi appoggio con la mia canonica grazia di ippopotamo in una cristalleria con le chiappe sull'erba umida del centro di Milano in una soleggiata giornata di marzo.
-Hai ragione, in effetti l'erbe é un po' umida. Non é che mi presti la giacca, mi proteggerá dall'umiditá e mi preserverá la salute.
-(Sguardo della persona nel panico piú totale. Il gibbone ormai é diventato un punker inferocito che poga con se stesso sulle note dei Children of Bodom fendendo le lunghe braccia come alla ricerca di appoggi. Commerciare la mia nuova giacca di pelle nera bellissima che sa ancora di automobile nuove e consegnarla alla mia amica, che la porrá esattamente nel punto dove Chupito, il cane di quel turista polacco che si sta facendo derubare da quelle due zingare piú avanti nel parco, ha appena segnato zona con ogni tipo di umore ed escremento, o diniegare stizzito dicendo toglimi tutto ma non la mia giacca?) ...
-Ste? A cosa pensi?
- Scusa, hai visto quel turista polacco che si sta facendo derubare lí avanti? Oh, mi sono distratto... posso fare qualcosa per te? (Goccia fredda di fernet branca direttamente dalla tempia alla mia importantissima giacca).
-Mi dai la tua giacca?
-Ah, sí certo, prendi pure. Mettila da quel lato cosí non s'arrovina.... (nervo scoperto esce dalla mia tempia come un periscopio in mezzo all'oceano. Venduto del cazzo, mi dico, tanto non te la dá).

Stende il suo nuovo stuoino e la scena si fa sempre piú surreale. Io seduto in Kamchatka per non apparire aggressive, lei su uno stuoino di pelle Combipel a 89 € in offerta e tanta simpatia, che ci parliamo.
-Ste... non ti va di sederti qui?

Il pubblico scatta con la ola. Quando si é in presenza di un minus habens come il sottoscritto, l'intervento a gamba tesa della ragazza appare provvidenziale. Il pupazzo di latta che porta il nome di Stefano ora deve solo essere trascinato. Non deve dire niente, solo accettare il fatto compiuto ed eseguire gli ordini. La situazione é delicata, siamo arrivati alla sottile linea rossa, qualunque dilly dally adesso implicherebbe la rottura della magia, io sarei tornato a storia del cristianesimo, lei a Merate. Meno male che ero in giornata buona, e che non avevo nessuno, dico nessun motivo per obiettare la proposta. Per una volta gli dei della terra e dello spazio mi hanno benedetto e guidato.
-Sí, Eri, perché no?

Il pubblico, in lacrime dalla gioia, si perde in cori, baci, abbracci e qualche copulationes. Persino il Tazza ce l'ha fatta. Si notino i dialoghi, specialmente le primissime battute. In una situazione normale il proponente dovrebbe essere il ragazzo, non la ragazza. Cosí come la proposta di erba, giacca, e vicinanza. Se si guarda la moviola al rallentatore, si nota proprio come il ragazzo manca di gesto tecnico, e forse é stato piú il caso che lo ha portato alla sua posizione corretta nel momento corretto. Senza togliere nulla alla pervicacia della ragazza che ha insistito. Certo, lei ha anche trovato terreno fertile. In conclusione, la volontá della ragazza, la fortuna del momento, e la capacitá, la sola che lui abbia dimostrato, di cogliere l'attimo alla fine della partita, praticamente in zona cesarini, ha condotto la Lokomotiv Tazza alla tanto agognata vittoria. Ma dovrá cambiare registo, o altrimenti nel lungo termine c'é il rischio di retrocessione.

A tre anni ora sono nel girone di eccellenza alla ricerca di sponsor.

lunedì 24 novembre 2008

Capitolo 12, ovvero UMA CABEÇADA CONTRA UMA PAREDE DENTAL parte 1

... e qualcuno potrebbe pensare che mi sia cosí incazzato, ma cosí tanto, che mi sia venuto quel terribile senso di odio verso uomini donne scimmie e giaguari e che abbia perso definitivamente le staffe e abbia spaccato con una sola famosa cabeçada a cais do Sodré setto nasale, denti, mandibola, ulna e omero a qualche idraulico brasiliano sconveniente, ma in realtá non si tratta di questo. Ma diciamo che ci si avvicina.
Andiamo con ordine.
Os acontecimento partono da giovedí pomeriggio. Succede che ero in universitá, come al solito, dopo aver passato una canonica orrenda lezione di archeologia, come al solito, e aver quasi dormito per tutta la lezione, come al solito. Che ragazzo routinario. Trassi con me 2 splendide epistole di Michele Psello, da dare al professore di Cultura Bizantina, sua eminência Professor Doutor Frederico Maria Lourenço, notorio venditore di padelle, galvanizzato dal fatto che essendo documenti rari e preziosi il prof sarebbe stato contento e che avremmo fatto una bella lezione in cui i miei cari colleghi avrebbero tradotto dal greco e io avrei comodamente letto la traduzione in italiano. Ma giunto appena dopo un grazioso sigaretto e qualche chiacchera con i soliti amici di fronte all'aula della lezione, incontro i miei fedeli gonfaloni di Cultura Bizantina che mi profferiscono con grazia e simpatia che il padellante non c'é... orrore e dannazione, disperazione e sconforto! Una intera settimana in attesa dell'aula di stobiz e niente! Vabbé, me ne sono fatto una ragione e mi diressi col mio carico di simpatia e le epistole a Michele Cerulario e Giovanni Xifilino al bar ove m'ero appena levato, sperando di incontrare ancora la mia selva di amici. E il caso vuole che anche loro non avessero avuto lezione, e allora mi appresto a passare un ameno tardo pomeriggio con loro. C'é Till, c'é uno spagnolo che ho sentito chiamare Churro, spero che non sia il suo vero nome perché se fosse il mio non uscire di casa dalla vergogna e/o avrei giá stroncato i miei genitori - mamma, papá, non vi saró mai abbastanza grato per avermi chiamato col nome piú bello e profondo del mondo - e diverse altre persone. Mostro le mie due epistole pagate un totale di 36 euro per meno di 200 pagine, gigioneggio un po', quando ad un certo punto appare LA svolta del pomeriggio. Arrivano due esseri perfettamente complementari, di sesso femminile e razza bianca: Judith, una specie di topo cilindrico messicano, e Marie, una specie di sogno a forma di kölsch. Judith la conosco abbastanza, di nazionalitá tedesca, alta circa un metro e un citofono, occhiali tipo fondo di bottiglia di vinho de porto, credo abbia gli occhi chiari ma la rifrazione e la dissezione portata dalla bottiglia con asticelle potrebbe trarmi in inganno e considerando la sua forma cilindrica - della persona, non delle lenti - non mi sono prodigato in indagini. C'ho sempre parlato molto poco, ma data la suddetta forma cilindrica non mi sono adoperato mai troppo, ma non l'ho trovata antipatica, e non capivo la strana quanto proverbiale definizione di "simpatica come un dito nel culo" propostami da Till, in un italiano pressocché perfetto. Non lo sapevo ancora, ma la mia idea era destinata ad essere errata e quella di Till corretta. Per concludere, la sua origine messicana deriva dal fatto che nonostante stiamo seguendo assieme il corso di Storia del Brasile, lei ha il vizietto di fare domande paragonando le attitudini della civiltá azteca e maya insediatesi nel messico precoloniale, dove lei é stata e di conseguenza sa tutto circa quelle cose, alle civiltá Tupí-Guaraní-Macro Gé del Brasile precoloniale. Che in sostanza é come paragonare un coguaro siberiano con il rinovibronte brembano, ovvero non centra un cazzo. In summa di tutto questo, ribadire la definizione di topo cilindrico messicano appare adeguata ed a modo. Della sua amica parliamo fra un secondo.
Il topo e la birra si siedono al tavolo con noi, e attacco bottone, come va come non va eccetera. Siccome avevo Baptiste - francocalciofilo - e Margot - che se fosse carina anche un decimo di quanto non sia la protagonista femminile di Lupin ci guadagnerebbe decisamente - esattamente ai miei lati e la succulenta birra rattizzata davanti a me e la conversazione era decisamente inficiata per questo, decido di cogliere la palla al balzo e con la mossa del giaguaro furente della staccionata della fattoria a fianco, con un balzo tipo olio cuore - da cui la staccionata - mi pianto in mezzo alle due alemãs, pronto a sfondare le trincee avversarie grazie alla mia prestanza atletica e l'autocisterna di simpatia e piacevolezza che mi porto sempre dietro. Peccato che il lato giusto, che ora mi appresto a descrivere, fosse timidinho e impacciato, mentre o ratinho era verdadeiramente um dito arenoso no cúl. (Per il significato di arenoso dal portoghese, si ricerchi il termine su www.woxikon.it; in questo contesto, ha un valore peggiorativo).
Marie é una piccola perlina a modo direttamente dalla Germania, piú precisamente da Köln, la cittá dove bisogna arrivare alle 10 come i veri tauri(TM). Alta poco piú di me, quindi svariati citofoni e interfoni, capelli castani, occhi castani, fisico a modo. Una persona normale, normalissima. Carina, sguardo espressivo ma non aggressivo, fossette al sorriso, abbigliamento senza fronzoli. Mi colpisce per la semplicitá e la modestia dei gesti, delle parole, per quel grado di formalitá tedesco che si distingue dal tedesco stesso per la non freddezza, quell'essere a modo elegantemente, qualche vecchio direbbe una sensibilitá d'altri tempi. Provo a parlare con lei ma riesco poco, purtroppo la presenza del ratto e la sua volontá di salire in cattedra a tutti i costi, associate al mio orgoglio atavico che non mi ha permesso di non ribadire, mi ha distolto dall'obiettivo principale. La discussione peraltro era circa un interessantissimo assunto: una lingua la impari attraverso lo studio o per la strada? Io da bravo minimalista sostenevo la tesi "entrambe", lei pervicacemente sosteneva "per strada", citando la sua conoscenza dello spagnolo attraverso il messico, guarda caso, e di come - quarto mistero di Fatima - sentisse una forza dentro che neanch'io so come, sapeva per pura fede quando sbagliava o no. Ma pensa te. Simpática como um arenoso dito no cúl. La prossima volta per quietarla e distrarla le lanceró un pezzo di formaggio nel frigorifero del bar, cosí che nell'ordine a) si tolga dalla palle definitivamente, b) abbia tempo di parlare con le persone che contano e che non hanno fondi di bottiglia incastonati tra zigomi e sopracciglia o che peggio abbiano la coda rosa a tondini, c) i posteri abbiano i resti ben preservati della fantomatica razza dell' homo rattus rattus, ben conservati e curati e pronti per la prova del carbonio 14. Sta di fatto che pim pum pam ratto e birra si alzano e decidono di andare in biblioteca a studiare. Marie, stai tranquilla, ti recupero, i miei occhi color marrone scuro stipsi ti hanno conquistato e non sarai mai sola. Tanto ti ribecco, non mi scappi. Basta solo una cosa: se non mi vorrai, dammi un due di picche normale, non dirmi che sei mia amica perché non é vero e ti potrei staccare la testa a morsi, o quasi peggio non dirmi che hai il ragazzo. Qui nessuna tipa ha piú il ragazzo, la piú fedele é durata due settimane. Fammi il favore. (Superioritá femminile? DUE SETTIMANEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE VI ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO pace e bene a tutte).
Con il mio sogno castano che si allontanava, senza la lezione padellante e con lo sconsolato Michele Psello che mi suggerisce la conversione alla Chiesa Ortodossa, decido che sia il caso di andare a casa. Ma il mio essere fulminato sulla strada di Damasco, arrivo a casa con uno spirito nuovo. Spalanco la porta e incontro la persona giusta nel posto giusto al momento giusto: Marti sul letto che perde il suo tempo dicendo che studia ma in realtá ha 12 finestre aperte tra faccialibro e messangero. Marti ho bisogno di te devi darmi una mano. Ho conosciuto la svolta che deve prendere la mia esperienza erasmus e voglio investirci tempo e denaro - in misura ragionevole beninteso. Hai mica qualche pacchetto finanziario che puó andarmi bene? Ascoltami con attenzione, ho deciso che Belgio1 é andato a cozze e vongole, e mi appresto a spiegarti il motivo, ora sono solo come um cão e quindi si riparte col botto. Ti ricordi di Lise, il mio sogno d'abadje belga riserva 3 anni? Sai che l'altro giorno siamo andati in giro per vedere se esisteva una chitarra o un basso a buon mercato? Sai che abbiamo passato un favoloso pomeriggio assieme? Sai che ho come l'impressione che mi abbia inviato un centinaio di segnali indicanti LIMÃO LIMÃO LIMÃO(TM) ma che io come al solito ho avuto l'impressione che me li avesse mandati solo ieri mattina mentre evacuavo copiosamente? Quindi ho come l'impressione di essere entrato nel grande cerchio dell'amicizia con lei e che quindi sono babbo una volta di piú? CAZZO MARTI NON ESSERE FELICE DEL MIO ULTERIORE FALLIMENTO E NON DIRMI CHE DEVO CERCARMI UN'ALTRA TIPA!!! MARTI TI SPACCO LE MASCELLE BIMBA DEFORME!!!! Vabbene facciamo la pace ti voglio bene amore si lo so anche te, ma ora deponiamo il calumet della pace, e cerca di darmi una mano. No aspetta era l'ascia, ma vabbé ci siamo intesi. Insomma, dopo estes acontecimentos com a menina belga, lo sviluppo é dato dalla fiammata che quel malnato di cupido mi ha ingenerato verso la kölsch. Ma stavolta voglio fare sul serio, e per questo vengo ad elemosinarti un buon consiglio. Ascoltami con attenzione.
Come avrai intuito dalla nostra convivenza forzata, non sono una cima, e soprattutto io tendo ad applicare dati teorici che ho studiato o imparato attraverso qualcuno alla realtá pratica che ci circonda. Ovverosia, non sono molto sveglio. Dato che qua la ragazza piú duratura é rimasta fedele DUE SETTIMANEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE CAZZOOOOOOOOOOOOO ODIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, deduco che evidentemente il grado di disponibilitá delle tipe nei confronti della razza maschile é molto piú alto ed ipocrita di quanto pensassi nella mia mente dominata da pupazzi e prati verdi stile irlanda del sud e carichi di pecore bianchissimi come appena centrifugate e Titiro che le guida per arrivare lá dove nessuno é mai giunto prima. Adunque, dimmi tesoro caro, dimmi qual é il segreto della razza maschile evoluta per attrarre e accalappiare una ad una queste donnine pure e amorevoli nelle velleitarie trame virili. E lo chiedo a te, e non a un uomo, perché non voglio sapere come fa un uomo a credere di aver conquistato una tipa, ma sapere quali sono gli stratagemmi delle tipe per farsi rubare, dato che sono babbo e non mi rendo conto se mi inviano segnali o, come nel caso di Belgio 1, me ne rendo conto solo con qualche giorno - se va bene - o diverse settimane dall'invio dei segnali stessi.
Breve excursus: il mio tentativo é stato, per citare una strategia accertata e veramente valida sperimentata in una situazione differente, quello di capire l'atteggiamento e le relazioni tra i due sessi secondo il criterio del BOTTOM UP(TM) (vecio questa é alla tua salute): mi trovavo, ai tempi dei tirannosauri, in casa mia a giocare al famoso videogame I Sims, con un caro amico. Il risultato dell'inizio delle partite in coppia, é che la costruzione della casa era sempre vincolata ad un gravoso limite di budget, e per riuscire a tirare su un bilocale con cucina abitabile e bagno in pareti di cartongesso che potesse definirsi decente, non riuscivamo a stare nel budget previsto e quindi mobili, mobiletti e lavandini spesso non eravamo in grado di comprarli, con grande disappunto dei nostri omonimi nel gioco. Al che il mio amico, giá anziano osteoporotico ai tempi dei dinosauri, decise da vero rivoluzionario qual é, di sovvertire la strategia di costruzioni, strategia di conseguenza chiamata BOTTOM UP(TM), ovvero prima comprare tutti i mobili, e poi disegnare le pareti delle stanze. In questo modo ottenemmo case un po' piú piccole, senza carta da parati e con l'erba al posto del parquet, ma almeno avevamo tutti i mobili essenziali per la nostra nuova vita nel gioco. Era nato il famoso hangar dei sims.
E dunque cosí decisi di fare, applicare una rigidissima strategia BOTTOM UP(TM) e anziché cercare di capire cosa io uomo devo fare per circuire la feconda e bizantina mente femminile, cerco di capire cosa una donna vuola, per trovarmi preparato all'incontro e alla circuizione capziosa dell'attenzione e dell'interesse della fortunata incappata nella mia tela aracnidea.

Dimmi dunque tesoro, parlami e ti ascolteró, saró tuo discepolo e peripatetico, ma ti prego di seguire le direttive che di volta in volta ti invio per mantenerti sui binari delle mie necessitá, e ti prego per giunta di usare un linguaggio semplice e senza fronzoli, affinché io capisca e apprezzi e possa por in pratica i tuoi stessi consigli: dimmi che cosa tu faresti per indicare ad un ragazzo che rimane in fronte a te, e che magari sta facendo qualcosa per attrarre la tua attenzione, che il suo interessamento é ricambiato, e allora forse puó scattare il fatidico e aulico momento, dove l'amore e l'istinto superano in un moto proprio di rabbia e passione primigenia ogni impedimento e ostacolo sorto dalla nostra attitudine naturale a distinguerci dalla bestia, atto puro ed estremamente impuro in concerto armonico di angeli e demoni detto rinuncia alla propria umanitá di animali razionali.
Parti da queste considerazioni, tesoro, che guidino le tue parole e il tuo pensiero verso quei lidi che abbisogno; era solo qualche giorno fa, quando alla domanda postami dalla nostra amica Cristina, se il mio Erasmus stesse andando bene o male, risposi con incertezza, sí, o no, la domanda non é esaustiva per la risposta che vorrei dare. Le proprosi cosí due domande, se il mio erasmus stesse andando bene da un punto di vista formale o di aspettative. Alla prima sfumatura, direi estremamente bene, alla seconda direi estremamente male. Perché se fossi qua per imparare una lingua, una cultura, fare amici, studiare e dare esami, non avrei uno che fosse un motivo per lamentarmi. Ho persino trovato un'amica slovacca, guarda, mai ci avrei sperato o lontanamente pensato. E posso parlare discretamente bene portoghese, e gli esami marcano bene, e ho una lista di numeri di cellulare lunga e ricca, persino di nomi che ora non riuscirei ad associare a facce. Ma in fondo che mi importa di tutto questo? Qual erano alfine le mie aspettative piú alte? Esattamente quelle piú basse, ossia sesso droga e rock'n'roll. Diciamo sesso e rock'n'roll, a me le droghe non piacciono. E di questo che ho ottenuto? Né l'uno né l'altro. Col rock ancora mi sto muovendo con Igor, sperando che mi porti in qualche pub o discoteca dove ascoltare qualche essere umano suonare. Col sesso, non so, ho come l'impressione di essere l'unico idiota a non aver combinato niente di niente. Cordialmente, la mia cara amica sarda mi ha confermato che secondo la sua cerchia di amici, veramente sono l'unico a non aver fatto nulla. Al che mi ha messo violentemente in difficoltá con quattro misere parole. Mi ha chiesto: ma tu ti applichi? Erano mesi, giuro mesi quando non anni che non sapevo che cosa rispondere. Alla fine - non so se era vittimismo, o piú semplice sinceritá - le ho detto di no. E di cosa ti lamenti? mi disse. Io, in realtá non so da dove partire. Con le ragazze, diciamo che ci provo sempre piú sporadicamente, ormai da tempo, e ho come l'impressione di essermi dimenticato come si faccia; essere sinceri e se stessi é una stupidaggine e non mi ha mai aiutato. Dopo aver passato tanto tempo a cercare di essere sincero con me stesso e col mondo, ed essere arrivato a dire che io sono quel che dico con orgoglio e passione, mi rendo conto che ho sbagliato. Ma mai dire mai, e allora, sono qua appunto per cambiare, per cercare la svolta, per recuperare. Ma ho bisogno di aiuto. E dunque lei ha cominciato a spiegarmi alcune cose, ma ce n'é una che proprio non ho capito. Spiegamela se puoi e se vuoi, e sappi che sono come una tabula rasa che deve essere riempita.
Lei mi ha parlato delle centinaia di segnali che una ragazza invia ad un uomo...
NON RIDERE CAZZO SONO SERIO MA POSSIBILE CHE NON RIUSCIAMO AD AVERE MAI UN DIALOGO NORMALE NOI???
Sí, mi ha parlato di centinaia di messaggi segnali, inviti... come sono fatti? Mah, io non credo di averne mai riconosciuto uno, infatti in tutta sinceritá le ragazze che ho avuto o hanno fatto tutto loro - e diciamole le cose una volta per tutte come stanno! - oppure eravamo mediamente alticci - in vino veritas et limão. Le ho persino raccontato come é andata con la mia ultima ragazza, addí... Marzo 2005? Azz, sto per fare 4... vabbé, te lo racconto.

lunedì 17 novembre 2008

Capitolo 11, ovvero CONTAMOS SOBRE UM FIM-DE-SEMANA... GIRO.

Bene bene bene... anche quest'anno Natale é il 25 Dicembre, anche quest'anno Pasqua casca di Domenica, mancano circa 34 giorni al mio rientro in Italia, e io qualche simpatica novitá da raccontare guarda il caso ce l'ho! Eccomi qua, una volta di piú seduto al pc, che mi ascolto i miei cari Boston, pronto per un paio di acontecimentos interessanti. In sostanza si tratta di un fine settimana iniziato venerdí mattina che, oltre alla canonica dose di Bairro Alto (serei bairrista por sempre...), si é arricchito di alcuni episodi divertenti o quantomeno stravaganti. Dunque, bando alle ciance - dato che é anche parecchio tempo che non scrivo - e procediamo con la narrazione.
Succede che qualche tempo fa una signora che parrebbe distinta, assieme al suo superiore inferiore e abbronzato, decidono che é il caso di porre delle bombe sotto gli atenei italiani, e che in Italia gli studenti, che non erano propriamente d'accordo sulla visione talebana che costoro avevano della cultura, parola lontana dai loro cerebri ipodotati, e decisero di andare in piazza a protestare contro lo sciagurato piano dei minus habens.
Succede che in Portogallo un distinto signore assieme al suo amico decidono di fare grosso modo la stessa cosa che sta succedendo in Italia. Ora, il fatto che qui in Portogallo lo Stato sia piú povero e che quindi bisogni tagliare, anche in virtú della recessione globale, e che il suddetto signore si definisca socialista - forse nell'accezione craxiana del termine - nulla toglie quando non aggrava le responsabilitá delle decisioni prese.
Succede che cosí gli studenti, i professori e annessi e connessi portoghesi scendono in piazza per protestare contro lo sciagurato piano di questi minus habens.
Succede poi che alcuni studenti italiani, che il caso ha voluto portare in terre straniere, utilizzino il raziocinio pre-riforma e dicano: ma se le uni tagliassero i fondi, chi ci perderebbe per primo? Beh, noi! Almeno, non noi direttamente, ma i nostri successori, che si perdono tanta parte di esperienza e vita passata in un altro paese, e la cultura, e il divertimento, e il LIMÃO(TM) - Attenzione torna a grande richiesta il LIMÃO(TM)!!! Grande sorpresa! Ma chi si limoa il LIMÃO(TM)? Limoatori di LIMÃO(TM) su Rieducational Channel! - che, insomma, sarebbe come rubare una parte di vita a dei nostri amici e colleghi. Quindi succede che attraverso Faccialibro, o Caralivro come si chiama qui in Portugal, cominciano a fioccare gruppi italiani di protesta contro i talebani. E poi succede che ne compare uno spagnolo. E poi succede che ne nascono in Europa. E che hanno molta voglia di dire, fare e baciare. In conclusione, qualche testa pensante qui a Lisboa decide che la capitale del Portogallo non deve essere da meno.
E cosí succede che nasce la Lisboa Anomalous Wave. Che altro non sarebbe che un gruppo - ora anche su faccialibro, cercatelo come é scritto sopra per vedere un po' chi siamo, se vi interessa - che ha deciso di alzare un po' la voce per dire che gli alfacinhas non sono convinti che i minus habens abbiano ragione. E per questo abbiamo deciso di fare una manifestazione.

Lo sviluppo della situazione é stato dunque il seguente. Si cerca di spargere la voce a quante piú persone possibili, si cercano di organizzare i materiali, pensare a slogan, ai comunicati stampa, agli obiettivi che vogliamo darci. Alla fine di tutto - e io ammetto di non essere stato particolarmente produttivo, se posso utilizzare un eufemismo - la questione era posta in questi termini: manifestazione davanti all'ambasciata italiana, con manifesti striscioni e autorizzazione per evitare che la polizia portoghese ci prendesse a randellate, il giorno venerdí 14 alle 11. Il mio onestissimo parere, aggravato dal fatto che rientravo nella lista degli organizzatori, era che eravamo giunti ad un livello di improvvisazione e pressapochismo tali che avevo timore di trovarmi tra 15 facce davanti all'ambasciata a giocare a canasta. Il 13 sera decido di non uscire in virtú della responsabilitá gravante. Il 14 mattina arrivo all'appuntamento a Intendente, linha verde, che era alle 10.30, con 10 minuti di ritardo per prendere un caffé. Incontro 7 persone. Tra loro, c'é Till, Lise, il suo amico Pieter, o Pedro, o non so come si chiamano sti diavolo di Belgi, un altro Belga. Mi pongo molti dubbi sul mio futuro. Eppure la gente é tranquilla. Passano i minuti. Poco alla volta un po' di gente arriva. Sono scettici i primi, meno i secondi, piú felici i terzi. Un po' di gente c'é. I cartelli ci sono, i manifesti anche. I fischietti anche - il mio fischietto in alluminio della Carlsberg preso direttamente al bar di românica sfigura tanto che mi chiedono se ero io o un vigile urbano, per la gioia del mio onore - e la voglia di fare é spropositata. Arriviamo all'ambasciata e cominciamo a fare casino. Arriva la polizia, che inizia a conversare con alcuni di noi. Sono molto ben disposti, alle volte anche interessati, chiedono perché abbiamo chiesto di fare una manifestazione, perché in Italia si fanno quelle cose e cosí via. Insomma, va tutto bene. Facciamo casino, siamo galvanizzati, abbiamo voglia di farci sentire. E la cosa bella é che la gente aumenta. 25, 30, 40... alla fine siamo in 53 inclusi stranieri, circa 45 italiani, che secondo alcune supposizioni é circa il 15-20 percento della popolazione italiana erasmus a Lisbona. Per quel che c'é riguardato, é stato un grande successo. Pacifici, rumorosi, vogliosi di dire la nostra, un piccolo spettacolo per i portoghesi e i nostri stranieri al seguito. E soprattutto la grande idea che quelle stesse persone che definivo in qualche post fa l'anello mancante tra l'uomo e la scimmia, hanno dimostrato ampiamente la scintilla di divinitá che brilla nel cuore: alla fine non siamo solo macchine per la Super Bock e la Eristoff o per gli Hatú, ma forse un po' di teste pensanti c'erano. Persone che erano andate a letto presto per prepararsi fisicamente alla manifestazione, altre che erano state al Bairro fino alle cinque e avevano dormito 2 ore perché dovevano scrivere i cartelloni, qualche straniero che era lí per partecipare o solo guardare e divertirsi quando poteva benissimo starsene a casa a dormire amenamente, gente che aveva lezione e l'ha saltata, gente che era lí per caso. C'eravamo tutti. Anche chi non c'era.
Alla fine, ció che abbiamo prodotto, oltre a qualche migliaio di foto e video, sono state una mailing list per continuare l'avventura; due interviste - di cui una mia - ad altrettanti stranieri - a me é toccata una black block tedesca muiiiiiiito fixe, al capo un belga biondo -, un'altra intervista mia in diretta a Radio Sapienza - con figura di merda perché anziché dire "abbiamo iniziato alle 11 qui, ossia alle 12 ora italiana" ho detto "alle 10 ora italiana" -, un documento consegnato all'ambasciatore italiana che candidamente ci ha chiesto perché eravamo lí a manifestare e che ha ampiamente dimostrato di non sapere niente di tutto ció che stava accadendo in Italia, e per finire un po' di rovina di fegato dato che un caro amico, nel mezzo della manifestazione, disse le peggiori parole: ragazzi guardate lá c'é un supermercato aperto. Tempo 5 minuti ecco il vino di peggior qualitá possibile - il vero vino da manifestação - e un fiume di birra dello stesso tenore. La giornata é stata fantastica, e quando verso l'una ce ne siamo andati, ho risolto di portare Till a casa e per la prima volta abbiamo mangiato in 5 nella mi cucina, ho preparato per me, Till, Diego, Ele e Marti una buon piatto di spaghettini scotti con un sughetto cipolla-tonno-pomodorini ciliegia che era una favola, e poi Budino Barack Hussein Obama made in Galicia. In una parola: eccezionale (anzi, eccezzionale, come l'errore che commisi al tema di italiano della mia maturitá numero 1).
Dopo aver superato l'ostacolo del venerdí sera, partito giá a fegato pieno e con i vicini di organo che chiamavano la polizia, segnato peraltro da un simpatico evento che m'appresto a raccontare, intervenne la fantastica sera di sabato segnata da una spassosissima festa capoverdiana. Ma torniamo al venrdí un attimo. Venite con me(TM)...
Decido di uscire venerdí sera e andare al Bairro, zona dalle mille emozioni e altrettanti duedipicche. Non sapevo di nessuno che fosse lí, ma cosa si vuole che sia, basta andare e la magia del bairro é che qualcuno si trova in ogni caso. Arrivo e non c'é nessuno. Pace, aspetteremo. Mi muovo circospetto col mio lettore Mp3 in giro, non vedo nessuno, mi dico "andiamo da Sergiano (Serge, il capoccia del caricaturas, locale mais barato do Bairro, ndr) e prendiamoci una birra nell'attesa". Non arriva nessuno. Eccheccazzo, ma che é? Ascolto Studentessi. Da qui al niente arriva una simpatica turma, e guarda un po' c'era anche la mia migliore amica slovacca. Costí, altresiddetta il mio ultimo due di picche, penso che abbia raggiunto il livello di conoscenza delle lingue europee di un poliglotta dalmata, e poi nelle sue fattezze é una che da sobrio la noti per l'altezza, da sbronzo o quantomeno con qualche filtro in meno nella testa non vedresti l'ora di saltarle addosso, e a mente fredda il dí seguente ti poni qualche dubbio sulla liceitá delle tue azioni passate. Sta di fatto che costei in 3 ore, una delle prime volte che l'avevo vista e c'ero uscito assieme, s'era lasciata conquistare da un italiano, io in tre uscite non ci avevo ancora combinato niente, quindi decisi di darmi una mossa. Era successo che al mio tentativo di avvolgimento aveva risposto con una testata, come si direbbe da queste parti, uma cabeçada a Cais de Sodré, e la peggiore frase che un uomo maturo vorrebbe sentirsi dire: io voglio rimanere tuo amico. Ah, l'Erasmus! Mai in vita mia avrei pensato di avere una AMICA slovacca! Insomma, vedo che arriva svettante dall'alto del suo metro e quasi novanta, e mi ci fiondo. Come va come non va, cosa ascolti, Elio, che é voglio sentire ascolta ma non ci capisci niente fa niente; ma tu... aspetta, io ho letto su faccialibro che ti piace la techno-trance, e si dá il caso che piaccia anche a me, e ho la canzone giusta per te, Dj Tiesto, Suburban Train, paura eh? Tempo venti secondi e mi zanza il lettore intero e la mette in loop per circa 2 ore. 120 minuti diviso per 6,34 minuti (matematizzato a 6,5 unitá) significa l'ascolto ininterrotto della stessa canzone per 18,46 volte. E poi io sono il ripetitivo, não é? Mi chiede in virtú della nostra profonda amicizia di madargli la canzone, le dico che la sera stessa gliel'avrei mandata. Non riuscendo perché gmail fa hahare, come direbbero le mie coinquiline toscane, decido in virtú della nostra insanabile amicizia che pongo la canzone nella mia chiavetta USB e gliela porto, alla prima occasione buona. Dopo 4 giorni e un dito di polvere sulla chiavetta, gliela consegno oggi. Di fronte a tanto stupore e alla domanda legittima ma tu vedi sempre Veronica, l'altra mia amica slovak, potevi lasciarglielo a lei, grazie caro, le rispondo, cara, ci tenevo a dartela a te, perché siamo amici. Tié, a Tiesto, al treno e all'amicizia.
Pronto, torniamo a noi. Grande festa capoverdiana, con inizio sabato pomeriggio alle 5 circa, io, con la calma dei giusti e l'affetto dei cari(TM) vado in leggero ritardo - ma concertato - alle 20.30 contando che Igor e compagnia bella mi avrebbero raggiunto lí. Arrivo, entro alla festa.

Ci sono solo neri.

Ho capito cosa significa "sentirsi in minoranza". Saluto tutti con tanta simpatia e calore, ma ovviamente il mio quasi candore sardo coperto con barba di una settimana non é sufficiente per camuffarmi da capoverdiano. Incontro o Paulo, a Carla e a Laura, come va, tieni fatti un drink, ora si mangia. I capoverdiani sono simili ai brasiliani, perché musica a palla, hanno ballato sempre, ininterrottamente, alcuni per bere un po' ma era un macello. Arrivano Igor e gli altri, tra cui Marouska, cara amica greca, che la sera prima era attaccata ad una mia gamba in condizioni che si possono definire solo ed esclusivamente con la parola Eristoff. La percentuale di bianchi rispetto al resto della popolazione con l'arrivo del cavalleggeri portoghese raggiunge circa il 25 percento, con la notabile esclusione di 3 polacchi che non sono riusciti a fare piú di 5 metri oltre la porta di casa. Mangiamo? Si mangi! E ragazzi che roba, mai mi sarei immaginato di mangiare una zuppa cosí fantasticamente buona. Una zuppa di ceci, mais, pollo e chouriço, e chissá che altro dentro, ma cosí buona che nonostante non avessi fame ne ho mangiata circa 3 piatti... pazzesco! Un giorno spero di poterla fare. Carla e Laura mi invitano a ballare. No, parecem dançar com uma feixe de madeira, não, 'brigadinho. Dai dai dai. Mi faccio un drinkino del mio vino da battaglia, 0,79 centamos al minipreço cada garrafa, vedo che igor tenta un po' goffamente di danzare, bene, allora al richiamo successivo decisi di non tirarmi indietro. Povera Carla. Io credo di aver imparato a muovere un po' le chiappe come mi diceva, il problema che la ragazza non era propriamente un lavandino, anzi, diciamo che mmmhh... piacevole graziosa visione capoverdiana... sta di fatto che la coscienza di ballare con un paletto conficcato nella gamba non deve piacere a nessuno, men che meno ad una ragazza, e non era possibile spacciarlo per il nuovo cellulare a forma di calippo. Tant'é, mi sento evidentemente ancora piú imbarazzato quando si complimenta con me dicendomi "parabéns, parabéns menino italiano! Beata la ragazza che ballerá contigo, insomma, si sente che voi italiani, ah, la passione!". Vabbé, la passione... quanta filosofia per qualche etto di essere umano...

mercoledì 5 novembre 2008

Capitolo 10, ovvero DIVERSÕES INCONTROLÁVEIS

Bene! Suonerá strano vedere cosí rapidamente un altro capitolo della saga dell'uomo piú disperato di Lisboa, ma c'é una motivazione importante. Qualche giorno fa, anzi, ieri per la precisione, sono successe alcune cose interessanti che mi hanno indotto a prendere mouse e tastiera in mano e ripormi a scrivere ancora, per la gioia dei miei lettori. Successe questo: molto semplicemente ho chiesto alla mia querida Lise di uscire con lei. Solo con lei. Prima di riferirvi la risposta, peró, devo sottolineare una piccola premessa. Qualche tempo prima le avevo posto la stessa domanda; la risposta fu affermativa, ma poi seguita da una trafila di impegni che in sostanza demandavano l'incontro a data da destinarsi. Detto questo, per una decina di giorni non ci siamo visti, causa settimana di studio in Facoltá, e quindi non c'erano lezioni. Cosa é successo: galvanizzato dal fatto solo di averla rivista, tipico atteggiamento da zerbinone quale sono, ho deciso di tomar a iniciativa e richiederle l'uscita. Tralasciando i diversi misunderstanding capitati in questa amena discussione in portoghese, aconteceu che piú o meno prontamente ha risposto sí. Pronto, muito bem! Então, quando saimos? Dizes-me quando quiseres, para mim não há problemas. Mmmmhh... Amanhã fica bem? Com certeza querida! Porquê não? Óptimo, então amanhã após a aula de história do Brasil combinamos melhor. Tá, tá.
Galvanizzato e al settimo cielo solo per questo microobiettivo raggiunto, feci una promessa ai miei amici Igor e Till: che se l'uscita si fosse risolta "bene" avrebbero trovato uno special chapter sul blog. Se l'uscita si fosse risolta con il canonico Due di Picche(TM) avrebbero trovato un capitolo normale. Se non fosse successo niente, non avrebbero trovato niente.

Immagino che un gentile ascoltatore che sia arrivato a questo punto, immagini che sia andato tutto in merda. Não, não, não é assim. Semplicemente non é successo niente. Come per certi versi ero portato a immaginare, é successo che la mia querida mi ha tirato pacco. Ora, o sono i soliti metodi femminili, che molti conoscono ma io continuo a misconoscere per rigida pervicacia verso i miei convincimenti, atti a scansare "ospiti indesiderati antes Due di Picche(TM)", o lei, sincera e adorabile come sempre, é la regina delle scuse originali. Perché quantomeno la scusa riferita era molto originale. Anche qua, breve premessa, ieri sera dovevo invitare Till, Igor e os francezes na minha casa para vermos as eleições americanas. Poi Igor mi ha chiesto se anziché venire da me - e mangiare peraltro la mia fantastica mousse al cioccolato e caffé, per l'occasione chiamata Mousse "Barack Hussein Obama"(c) - non fossimo usciti al Bairro. Era invitata anche lei, e, di grazia, accettó. Manco a dirlo mentre ero in ritardo sulla strada per Marquês de Pombal, ricevo un messaggio, era lei che paccava, sostenendo che voleva seguire le elezioni americane. Bene, corretto, la mia querida é impegnata politicamente. Mi piace. Ora, tornando al discorso iniziale, oggi, intanto che aspettavamo l'inizio della lezione di storia del Brasile 1 - poi simpaticamente ribattezzata "frutologia" da Till in quanto tutta centrata sulla frutta che le popolazioni Tupí-Guaraní e Macrogé mangiavano prima dell'arrivo dei coloni portoghesi - oggi le ribadii il suo impegno. E qua arriva la botta: guarda, ieri sera ho visto le elezioni americane fino a molto tardi, e ho dormito solo 2 ore, quindi sono molto stanca e ti chiederei di cambiare giorno. Sospiro mio. Sí cara, dimmi tutto, hai controproposte? Domani non posso, possiamo fare na sexta-féira, ma non troppo che il giorno dopo arriva mia madre. Va bene tesoro, per te lo faccio volentieri. Comunque ci vediamo domani va bene, alla fantastica irresistibile lezione di Archeologia della Dona Professora Catarina Viegas. Va bene, até amanhã, beijos.
Dunque, traendo le fila del discorso, mi sono trovato nella posizione di chi non deve scrivere niente. Ma ho deciso di scrivere comunque, e oltre che le vicissitudini con la mia amata, scriveró - cosí, di palo in frasca - sopra quell'incredibile avvenimento che é stata la mia prima lezione universitaria, e che giusto per fare bene le cose e con calma, era in portoghese.
Dunque, da queste parti succede questo: i corsi in universitá hanno de facto la frequenza obbligatoria; e a questa cosa si aggiunge l'obbligo frequente in molti corsi, concordato ovviamente con i professori, di fare una presentazione sopra un tema del corso, di circa 15-20 minuti, piú un test scritto finale o, ma questo molto piú raramente, un esame orale. Ora, é successo che nel corso, molto bello e molto ben tenuto, ma soprattutto in cui tutta la natura portoghese si offre alle fameliche menti dei giovani studenti, ovvero Cultura Bizantina, o professor Frederico Maria Lourenço mi invitó, in quanto italiano, a presentare un capitolo della storia bizantina, quello delle relazioni tra Venezia e Bisanzio. Il tutto coadiuvato da un libro, prestatomi dal prof stesso, un tomazzo in inglese che trattava solo di quell'argomento. Avevo circa 20 giorni di tempo per preparare il tutto. Bene. Mi rimbocco le maniche e comincio con una telefonata. Chiamo mia madre, la invio gentilmente in camera mia a selezionare alcuni libri che mi servivano per preparare la presentazione e me li faccio inviare in Italia. Intanto comincio a riassumere in portoghese il tomazzo del prof. Passano i giorni, arrivano i libri, mi rendo conto che vado lento. Ma l'argomento é tosto, e chi conosce il mio perfezionismo in queste cose sa che non mi sento di fare un'esame, o una presentazione, o uno scritto, o quello che é, raccontando le cose alla viva il parroco. Quindi studio tantissimo - senza tralasciare gli impegni sociali, che in pratica comunque si riducono a quelli alcoolici - e fisso l'obiettivo da raggiungere alla data 1204, prima caduta di Bisanzio. La preparazione certo non é stata facile, per il fatto che comunque ho scritto tutto, e con questa modalitá fui tenuto ad imparare a scrivere in portoghese, cosa né facile né scontata, soprattutto quando non hai un office language pack che permette di usare, per lo meno, il correttore automatico. In tutto questo alla fine scrivo un resumo di 21 pagine piú appendice, 11,439 parole, 5 immagini a corredo e una cronologia, e sono decisamente affaticato. Arriva il simpatico giorno della presentazione, e dopo che tanti amici - grazie a tutti per il supporto morale, che fosse sentito o di circostanza - mi avevano spronato come si conveniva, e nel miraggio reale che a fine giornata mi sarei fatto una signorile bevuta per festeggiare, mi accinsi a cominciare la lezione. Sedia - farlocca - del prof, io che guardo i miei ragazzi, il prof che prende appunti. Posso assicurare che é persino piú bello della discussione della tesi (la lingua portoghese peraltro sottolinea la difficoltá del momento con l'espressione defender a tese), c'é quel senso di potere e prestigio e autoritá che poche cose danno. Pronto, il caso volle che un'ora prima della lezione arrivasse in uni il mio coinquilino spaniardo, e mi chiese se poteva vedere e sentire tutto; beh, se al prof va bene, ovviamente quello vero, per me puoi fare quello che vuoi. E la sua presenza fu a dir poco provvidenziale, perché a metá lezione trasse fuori un mp3 in grado di registrare e produsse una registrazione audio di un'ora, che custodisco gelosamente nel mio portatile come prova della mia esperienza. Alla fine della lezione, condotta tra alti e bassi, ovviamente per l'emozione soprattutto iniziale, per l'inesperienza nel condurre una lezione, tale per cui de vez em quando leggevo il mio prodotto scritto, avevo spiegato si e no un terzo di tutto. Il prof mi concede un'altra ora nella lezione successiva, ma ormai il grosso era fatto. Il giudizio del prof, registrato in audio, dice "eccezionale". Divertente soprattutto la questione delle domande, cioé commenti e domande da parte della platea ascoltante, prof compreso. Direi, per concludere, che l'esito anche piú utile per me é stato il fatto che sua eminência Frederico Lourenço mi abbia proposto di fare, al posto del test scritto previsto, una pinzata al materiale che ho preparato, consegnarglielo e buona cosí. Quindi, a conclusione di questa bella faccenda, mi sono organizzato con Till, Igor e Diego per una sonora bevuta al Caricaturas, dal buon Serge. E tronfio di tutto questo, alla fine mi sono riascoltato, per l'ennesima volta, Bisanzio di Francesco Guccini.

martedì 4 novembre 2008

CAPITOLO 9, ovvero OCASIÕES INFRUTÍFERAS.

Bene bene, era ancora parecchio tempo che non mi facevo vivo, ma ormai avevo postato le motivazioni di tale assenza, di conseguenza non mi prodigheró piú con tanto parole sul fatto che stia scrivendo poco. Ma di certo non é sopra la mia attitudine alla scrittura che volevo parlare, quanto, manco a dirlo, di una serata al Bairro passata con qualche amico ad ascoltare una sessione di Fado. Perché se non scrivo significa che in fondo non ho molte cose da raccontare, diciamo cose per cui valga la pena prodigarsi quando magari domani bisogna studiare e sono le due di notte - tre ora italiana - ma, pelo contrário, se scrivo é perché evidentemente qualcosa é successo e la trovo sufficientemente interessante o divertente - o al caso é uno sfogo pubblico - da scriverla e rubare qualche minuto del tempo importante di molti che mi leggono, quando ao fim mai vorrei sentirmi responsabile di recar stupidaggini e far perdere banalmente il tempo di chicchessia in facezie di poco conto. Ma lasciamo la lunga introducção e passiamo ai fatti, solo con un ultima raccomandazione: non é come si sará notato uno "special chapter", magari al gusto di LIMÃO(tm), nem ao sabor de BATATA TUPINAMBA(c), quindi chi si aspetta evoluzioni vietate ai minori di diciotto anni, é sempre libero di lasciar perdere; chi si vuole godere una seratina al gusto di Fado, con annessi e connessi simpatici, gli prego di lasciare 5 minuti la sua attivitá e continuare nella lettura: non sará tempo perso.
L'origine della serata sorge circa alle sei del pomeriggio; io, dopo due giorni all'indegna del "beber - falar - beber - falar", insomma il fine settimana preferiti per i fegati del duemila e per gli studenti di lingue straniere, decisi che era il caso di sonnecchiare un po' per immergermi in una settimana di studio e trabalho; trattandosi per giunta di studi archeologici, avevo proprio bisogno di un rinfresco mentale a base di sonno ed Europa Universalis 3 moddato con Magna Mundi versão 1.2 . Adunque, recebi uma mensagem pela minha co-inquilina Marti, altresiddetta maqui ou macaquinha; mi invitava cortesemente e con gioia ad andare a sentire il Fado stasera. Fixe, ho pensato, vorrei dormire, ma perché no, in fondo non facciamo tardi e dunque si puó fare; con la ovvia clausola che si sarebbe preso l'ultimo metropolitano (in portogallo la metro é maschio) per tornare a casa. Estendo l'invito al mio amico Till, che per questo genere di cose non si tira indietro, e proclamo l'aggiornamento a dopo cena. Torno bel bello a casa verso le otto e mezza, giusto per prepararmi una graziosa cenetta a base di spaghettini al sugo dolce con un pizzico d'aglio e formaggio grana, dopodiché chiamo la mia amica Mari, quella di un tentativo guerresco andato male circa un paio di mesi fa (vedi capitolo 14, 31 agosto), che conosce i luoghi del fado lisboeta, e mi ricorda che in un posto dove giá ero stato, la Tasca do Chico, nel Bairro Alto, suonavano il fado vadío, ovvero improvvisato da semi-professionisti, e in ogni caso valevole di una serata. Combinato, ci vediamo lí, presto che sennó é pieno, vabenenonmancheró. Combino celermente con le coinquiline, pronti, via, Till pacca, si aggiunge la Cecca, infiammabile ragazza senese, uma verdadeira faladora, e la Mari che ci aspetta lí. Aggiunta dell'ultimo minuto, ricevuta via cellulare, tale Paolo, amico Erasmus, leccese studente a Bologna, capelli color prugna secca della California, che stava giá in quel posto a causa di un corso di danza hip-hop vicino al bar dove dovevamo andare. Pronto, come ossessivamente dicono i portoghesi, entriamo - o quantomeno cerchiamo di entrare - nel locale; molto piccolo, pieno di fumatori dai baffi gialli e dita ocra, molti turisti, ma insomma, riesco a raggiungere il fondo del locale, vicino al bagno, non si sa mai, dove c'era un po' d'ossigeno e il bancone del bar, per prendere una birra con la cecca; da lí a poco giunge também la Mari e ci siamo tutti, seppur diasporici perché il danzatore prugna e le coinquiline optano a sorpresa per un toast nel locale vicino e un massa di portoghesi e turisti ci impediscono un eventuale ricongiungimento; il fatto che le luci siano ao fim calate e abbiano iniziato a suonare, segna la rottura definitiva della compagine italo-brasiliante. Si noti, la rapariguinha brasileira parla italiano, e ama Bari e San Benedetto del Tronto. Che dire d'altro.
Si beve, si fuma, si parla - a bassa voce perché suonano e non é il caso di gridare - e ce la ridiamo - io e la Mari, dato che la Cecca intrallazzava con un ultrasessantenne - sopra alcuni personaggi che si annidano nel locale: una tipa soprattutto che per i conoscitori assomigliava a Elisa Bianchi, professoressa di GeoPop a Milão, ovvero per i non conoscitori una tipa che, mi spiace, probabilmente ha avuto un incidente, ma ora piú laconicamente ha la faccia di plastica e quindi é spassosissima, e un gruppo di ispanoanglofoni che continuavano - manco a dirlo - a gridare come scimmie ubriache di guaraná, e quindi erano odiate dall'intero locale, con punte di gioia astiosa da parte di Mari e, ovviamente, chi sta scrivendo. La musica é bella, e si va avanti per non so quante canzoni; peccato che non ero proprio nei pressi dei musicisti, e dunque non sentivo bene, perché i cantanti si sono pure prodigati sulle note di Maria a portuguesa in un'improvvisazione cantata molto lodevole e notevole, ma soprattutto divertente: tutti ridevano come pazzi e io non capivo una ciolla, ma tant'é. Alla prima pausa, succede che cara de plástico si alza col suo ragazzo e se ne va, lasciando incredibilmente un tavolo libero: con la mossa del coguaro amazzonico (mancava, não é?) io e la Mari ci impossessiamo delle panche e ci sdraiamo per tenerlo per noi; il quarto uomo indica un cambio, esce Mari per acquisto sigarette, entra Cecca che é in vena creativa e chiede a mezzo mondo una canetinha per scrivere su carta la sua passione; manco a dirlo, ligação internacional, si becca il tavolo ispanoanglofono e attacca bottone parlando in spagnolo; c'é posto al tavolo, io penso alla fatica che impiega ogni giorno un operaio per produrre gli stuzzicadenti e a delle scene fantastiche viste nello show portoghese Gato Fedorento, quando aconteceu o milagre...
Mi giro per vedere se al bagno é tutto ok, quando vedo... le TRE FIGHE(tm). Panico che inietta sangue nei miei occhi di torbido bambino in crescita, batticuore come le peggiori canzoni della Premiata Forneria Marconi, capelli che si tingono di rosso come il sangue che alza la mia pelle e la fa diventare un materasso per armadilli, ben comodo perché hanno la corazza, canini che si riempono di siero pronto per essere iniettato nella giugulare di qualche indifesa Capuchinho Vermelho dall'italiota lupo cattivo e fedorento. Mi parla una ragazza capello rosso tintissimo (+3 punti tazza) e pelle chiarissima, bene, non é italiana (+2 punti tazza), in un inglese perfetto; occhi castani, magricela (+1 punto tazza, anche se é meglio la carne che l'osso), e non riesco a descrivere nient'altro perché confuso tra la giacchetta giovane e agile e il resto dei commensali (totale punti tazza, almeno 10, quindi livello di gaudenza estetica: medio-alto con margini di crescita, ha del talento); la figa numero 2, a fianco alla prima, si attesta causa capello biondo, occhio azzurro, magricela e straniera anche ad un livello 12, ma la comunicazione era interdetta da distanza e persone; la figa numero 3 é talentuosa, ma il tavolo era finito ed era fuori mano, e dava l'aria di essere abbastanza spocchiosa, quindi totale punti diciamo 8-9 ma con crisma della spocchia e distanza, insomma, inarrivabile, ma insomma con tanto materiale, perché pensarci?
Mi chiede, la rossa, se potevano sedersi, domanda idiota cocca, col canino delle grandi occasioni incido un cuore sulla panca dove stai per appoggiare le tue auguste chiappe e sei giá seduta; a fianco a lei si siede figa 2 bionda, e la festa inizia. Mi alieno da tutti: la Mari torna ma non ci penso, la Cecca é impegnata con le spaniarde e então ciao, arrivano la Ele, Marti e Paolo, invito ad accomodarsi, guarda che noi ce ne andiamo tu prendi l'ultimo metro sí guarda qui che faccio mi alzo e vado? Chiaro che sí ci vediamo a casa guarda Ste vengo con te se prendi la metro va bene Ele sono tuo ora falador delle grandi occasioni, scusa ma devo indagare. La rossa ha iniziativa, ciao chi sei cosa fai parli portogofono sí no ma da poco me la cavo te che fai: sono in viaggio per un anno, ho finito gli studi, ah, hai finito l'High School? Prima figura di mêrhdjah, hanno finito l'universitá, ah bene brave, bionda due rincara la dose ridendo ah no sai tutti ci dicono che siamo piccole, o che lo sembriamo, dio de dio de dio ti sei tolta il pannolone l'altro ieri ti credo ma tant'é, proseguiamo: di dove siete? Australia: ahhh, e si scopre l'arcano, di dove? Perth e Melbourne... Perth? Ma allora esiste qualcuno di Perth? Sai tutti gli australiani che ho conosciuto sono orientali, tutti gli amici che sono andati in Australia sono andati a Sidney, o conosciuto una croata di Melbourne - non so come potesse essere possibile ma era cosí - tanto da pensare che Perth fosse disabitata! Risate generali, catzo, una battuta cosí e tanto successo? Paura... Prosegue la chiaccherata, si parla del piú e del meno, a bassa voce quando suonano, ad alta voce quando si applaude, ma in generale il Fado é andato in menga, completamente. Massima attenzione e concentrazione mi raccomando. La rossa mi induce al salvataggio di figa 3 che era nelle mani di un portoghese avviluppato dall'alcool, facendo finta di creare una presentazione artata che riscuote successo, ameaça finita, torniamo a noi. Si parla, finisce la seconda tornata di Fado. É mezzanotte e mezza. La Ele mi invita ad alzarmi, la Cecca anche, io ero giá in piedi, le TRE FIGHE(tm) se ne stanno andando. La situazione, idilliaca sul momento, torna-se muito pior do que o início. Le TRE FIGHE(tm) salutano con celeritá impressionante, mi sento dire auguri per i tuoi studi, io nel panico rispondo também para ti, con lo switch della lingua andato completamente a menga, sono preso male, sudore freddo, che succede, saluto celermente la Mari Ste te ne vai no cioé sí prendiamo l'ultimo metro panico dove sono devo volare Mari magari ci sentiamo per mercoledí per tornare qui alla Tasca do Chico ciao bacio no catzo catzo catzo ho perso troppo tempo PERCHÉ CAZZO C'É TUTTA QUESTA GENTE QUA usciamo piove governo ladro le australofile... dove sono? C'é pioggia... fa fresco... c'é calma dopo la tempesta della Tasca... eccole lí, stanno parlando con un gruppo di persone, dall'altra parte della strada. Un alito di vento mi soffia sul viso. Una goccia di pioggia mi rinfresca la testa. Fa freddo. É tutto lento. Mi giro lungo la strada.
Elena mi tocca appena la spalla, il cuoio del chiodo appena mi sfiora il maglione.
Andiamo, o perdiamo il treno.
Sí, hai ragione. Andiamo.
Mi giro in rua Diário de Notícias, vamos para baixo.
Tre passi, e la Tasca, e la pioggia, e l'altro lato della strada sono un offuscato ricordo di un serata strana, senza capo né coda, incongruente come il Portogallo, strano come me.
E non sono riuscito neanche a chiedere il nome, o un contatto.
Rimane solo la pioggia, come se il cielo piangesse per la saudade do Rio Tejo.