martedì 25 novembre 2008

SPECIAL CHAPTER #3, ovvero NADA LIMÃO, MAS UMA HISTÓRIA SIMPÁTICA DE UM IDIOTA SOBRE UM IDIOTA.

DISCLAIMER: LEGGETE PRIMA IL CAPITOLO 12 PRIMA DI QUESTO INTERMEZZO! É IMPORTANTE PER LA CONTINUITÁ NARRATIVA!!

Adunque, capitava che un dí al rolling stones di Milano conobbi una ragazza con i capelli rossi, molto carina, ma rimasi un po' piú attratto dalla sua amica bionda e alta. Pace, non le avrei riviste per un po' di tempo e mi dimenticai completamente della loro esistenza. E a quanto seppi avevano anche il ragazzo, quindi pace. La serata finí con un panino delle zozze.
E fu sera e fu mattino, e un giorno inaspettato rividi la ragazza coi capelli rossi una sera in via Bazzini dietro Piola, a Milano. In tutta sinceritá non mi ricordo granché di che sensazioni ebbi, ma cosa vuoi che sia, molta acqua é passata sotto i ponti, e di certo il dato che importa ricordarmi era che scoprii ella essere della Statale, studentessa di un'interfacoltá, e da ragazzo a modo la invitai, nel limite del possibile, a studiare, o quantomeno prendere un caffé assieme se fosse passata per la sala Anarchia. Non penso che a primo acchito avessi avuto chissá quale attrazione fisica o empatica nei confronti d'ella, quantomeno perché quella sera portava un paio di calze a righe orizzontali parallele con colori sgargianti come rosso, bordó e verde verdone pisellone che reputai indegne d'un essere umano, e la presi poco in considerazione, ma questa é solo una supposizione. E fu sera, e fu mattina, e il caso volle che la ragazza comparve in universitá. E passammo un buon tempo assieme. E il fine settimana successivo comparve un'altra volta, e passammo buon tempo assieme. Mi ricordo che una sera di un fine settimana, alla canonica domanda "chi prende la macchina" per muoverci a 300 metri dal nostro canonico punto di ritrovo verso un locale che si chiamava Ice Cube, locale per padelle, io ottenni l'onore di prendere la macchina, e lei corse da me per stare nella macchina. Che fosse un segnale? Se lo é, diciamo che me ne sono accorto dopo che la nostra storia era finita. E la ragazza usciva con noi, e ci vedevamo al martedí mattina in universitá, a studiare, e bere caffé assieme. Che fosse un segnale? Se lo é, diciamo che me ne sono accorto dopo che la nostra storia era finita. E forse la ragazza mi piaceva, ma questo era un dubbio d'un povero implume, non riuscivo a sciogliere la matassa nel mio cervello, fino a che il fato cinico e baro non decise di dare una svolta alla questione. Un fine settimana, un amico mi chiese cosa volessi fare con lei, che lui voleva provarci, ma visto che ci vedeva sempre assieme, voleva sapere se c'era possibilitá di svolte, o meno. Nell'eventuale vuoto di potere lasciato da me, si sarebbe inserito lui. La storia é ricorsiva, in barba alla scuola delle Annales. Decisi di darmi una mossa. Gli dissi di attendere una o due settimane, diciamo gli chiesi di aspettare l'inizio della primavera, e nel caso avrebbe avuto tutto lo spazio che chiedeva. Stefano Loi, il Leone, non sa dire di no ad un amico. Ma la storia prese una piega strana e inaspettata. Un martedí di inizio marzo, era l'otto per la precisione, a Milano si schiattava dal caldo. Io stavo studiando storia del Cristianesimo. Arriva la ragazza coi capelli rossi. Ormai é un'amica, sono settimane che ci frequentiamo, ha conosciuto gli amici, si ride e si scherza, c'é feeling. Forse mi piace, ma non lo so fino in fondo. Non penso che non ho molto tempo, ho preso un impegno preciso con un amico, eppure la mia atavica timidezza mi impedisce di fare alcunché. In preda a terribili sensi di colpa, ignavia e accidia penso che forse debba lasciar perdere, avrá miglior fortuna lui, non mi sento adatto, al momento, a provarci, a dire qualcosa che non sia il canonico ciao come stai, pausa caffé? Ma la ruota alle volte gira, e capita questo.
-Sai che é proprio una bella giornata?
-Sí, é un peccato che debba studiare storia del cristianesimo, qua ci sono milioni di date che non mi tornano.
-Beh, penso che non accada niente alla tua preparazione se ti prendi un giorno di pausa, o per lo meno qualche ora. Ce lo facciamo un giro?
-Mi piacerebbe un casino, ma sono proprio studiante (goccia di sudore freddo grossa come la portata del Niagara), devo... devo... studiare.
-Che peccato... vabbé la prossima volta. (Passano circa venti secondi). Ste... usciamo?
-(Tachicardia progressive tipo liquid tension experiment) Ehm... Eri... va bene, usciamo. La mia preparazione non sará inficiata da questa azione. Con certezza.

Si esce, si parla del piú e del meno. Lei si aggancia al mio braccio. Che fosse un segnale? Se lo é, diciamo che me ne sono accorto dopo che la nostra storia era finita.
-Che dici eri, ci facciamo la canonica vasca per il centro di Milano? Non ho molti posti dove andare, ma la giornata é bella, possiamo gustarci questo martedí pomeriggio cosí per strada.
-Sí Ste, portami pure per il centro.

Quando mai in vita mia riceveró mai una risposta cosí accondiscendente? Potevo portarla al Barnum che mi avrebbe detto di sí comunque, ma non me ne sarei comunque accorto. Si parla del piú e del meno, di Dio e del mondo come dicono in Germania, ma la conversazione é gradevole e il tempo scorre.
-Senti, che ne diresti di andare al parco del castello? Magari si sta bene.
-Sí Ste, portami pure per il parco del castello.

I casi sono due. O é un dejá vu, e c'é un errore nel sistema, oppure mi sta cadendo sulle gambe. Sono assolutamente convinto della prima possibilitá. Arriviamo al parco del Castello Sforzesco. Le panchine sono tutte occupate, é pieno di turisti.
-Andiamo sull'erba?
-Sí Eri, va bene.

Lei si pone amorevolemente seduta sull'erba, io, vestito di tutto punto con la mia giacca di pelle nera lunga, mi pongo rigidamente in piedi e abbottonato a quel metro e mezzo - due di distanza di sicurezza perché non voglio apparire aggressive, assolutamente incapace di intendere che ero al parco del castello sforzesco, in una giornata fantastica e calda, con una ragazza a conversare, aspettando dell'altro.
-Hai intenzione di stare in piedi a lungo?
-Ehm, diciamo, no, effettivamente stavo pensando di sedermi (faccia da gibbone ritardato che balla la danza del ventre squittendo orribilmente). Ma non volevo rovinare la mia giacca di pelle, sai ha solo pochi mesi e non volevo giá ora inficiarla. (Sguardo attonito perso nel vuoto. Le mie capacitá di raziocinio sono ridotte al 25 percento).

Mi levo la giacca, la piego accuratamente, individuo un luogo bene asciutto lontano dall'umiditá mantenendo la distanza di sicurezza - ormai ci inviamo sms coi cellulari - e mi appoggio con la mia canonica grazia di ippopotamo in una cristalleria con le chiappe sull'erba umida del centro di Milano in una soleggiata giornata di marzo.
-Hai ragione, in effetti l'erbe é un po' umida. Non é che mi presti la giacca, mi proteggerá dall'umiditá e mi preserverá la salute.
-(Sguardo della persona nel panico piú totale. Il gibbone ormai é diventato un punker inferocito che poga con se stesso sulle note dei Children of Bodom fendendo le lunghe braccia come alla ricerca di appoggi. Commerciare la mia nuova giacca di pelle nera bellissima che sa ancora di automobile nuove e consegnarla alla mia amica, che la porrá esattamente nel punto dove Chupito, il cane di quel turista polacco che si sta facendo derubare da quelle due zingare piú avanti nel parco, ha appena segnato zona con ogni tipo di umore ed escremento, o diniegare stizzito dicendo toglimi tutto ma non la mia giacca?) ...
-Ste? A cosa pensi?
- Scusa, hai visto quel turista polacco che si sta facendo derubare lí avanti? Oh, mi sono distratto... posso fare qualcosa per te? (Goccia fredda di fernet branca direttamente dalla tempia alla mia importantissima giacca).
-Mi dai la tua giacca?
-Ah, sí certo, prendi pure. Mettila da quel lato cosí non s'arrovina.... (nervo scoperto esce dalla mia tempia come un periscopio in mezzo all'oceano. Venduto del cazzo, mi dico, tanto non te la dá).

Stende il suo nuovo stuoino e la scena si fa sempre piú surreale. Io seduto in Kamchatka per non apparire aggressive, lei su uno stuoino di pelle Combipel a 89 € in offerta e tanta simpatia, che ci parliamo.
-Ste... non ti va di sederti qui?

Il pubblico scatta con la ola. Quando si é in presenza di un minus habens come il sottoscritto, l'intervento a gamba tesa della ragazza appare provvidenziale. Il pupazzo di latta che porta il nome di Stefano ora deve solo essere trascinato. Non deve dire niente, solo accettare il fatto compiuto ed eseguire gli ordini. La situazione é delicata, siamo arrivati alla sottile linea rossa, qualunque dilly dally adesso implicherebbe la rottura della magia, io sarei tornato a storia del cristianesimo, lei a Merate. Meno male che ero in giornata buona, e che non avevo nessuno, dico nessun motivo per obiettare la proposta. Per una volta gli dei della terra e dello spazio mi hanno benedetto e guidato.
-Sí, Eri, perché no?

Il pubblico, in lacrime dalla gioia, si perde in cori, baci, abbracci e qualche copulationes. Persino il Tazza ce l'ha fatta. Si notino i dialoghi, specialmente le primissime battute. In una situazione normale il proponente dovrebbe essere il ragazzo, non la ragazza. Cosí come la proposta di erba, giacca, e vicinanza. Se si guarda la moviola al rallentatore, si nota proprio come il ragazzo manca di gesto tecnico, e forse é stato piú il caso che lo ha portato alla sua posizione corretta nel momento corretto. Senza togliere nulla alla pervicacia della ragazza che ha insistito. Certo, lei ha anche trovato terreno fertile. In conclusione, la volontá della ragazza, la fortuna del momento, e la capacitá, la sola che lui abbia dimostrato, di cogliere l'attimo alla fine della partita, praticamente in zona cesarini, ha condotto la Lokomotiv Tazza alla tanto agognata vittoria. Ma dovrá cambiare registo, o altrimenti nel lungo termine c'é il rischio di retrocessione.

A tre anni ora sono nel girone di eccellenza alla ricerca di sponsor.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Son senza parole...un mito.Un uomo che si racconta e fa raccontare di sè.Storie di vita urbana raccontate come fossero versi di prosa omerica. Tazza è Leggenda. Mica quel merda Will Smith.
Mi sfugge solo, di tutta la faccenda, chi sia questa Eri...l'ho mai vista?
Spazza

kazam82 ha detto...

Mmmmhh... penso che tu non l'abbia mai vista, perché in quel periodo non era ancora sorto il grande gruppo dei morti - nel senso del locale - e poi lei é di merate, di conseguenza... ma forse te la ricordi come la ragazza che ho odiato particolarmente... ma tant'é, acqua passata! Oggi grandi feste per lisbona,quindi avró sicuro altri materiali per proseguire le narrazioni! A presto spazza!
P.S., spero un giorno di vederti a lisbona, non si sta male qua, ci sono le low cost e costa poco, anche se so che soprattutto hai problemi di tempo, se riesci - te e gli altri sciamanati - a fare un salto qui... Bella!