martedì 4 novembre 2008

CAPITOLO 9, ovvero OCASIÕES INFRUTÍFERAS.

Bene bene, era ancora parecchio tempo che non mi facevo vivo, ma ormai avevo postato le motivazioni di tale assenza, di conseguenza non mi prodigheró piú con tanto parole sul fatto che stia scrivendo poco. Ma di certo non é sopra la mia attitudine alla scrittura che volevo parlare, quanto, manco a dirlo, di una serata al Bairro passata con qualche amico ad ascoltare una sessione di Fado. Perché se non scrivo significa che in fondo non ho molte cose da raccontare, diciamo cose per cui valga la pena prodigarsi quando magari domani bisogna studiare e sono le due di notte - tre ora italiana - ma, pelo contrário, se scrivo é perché evidentemente qualcosa é successo e la trovo sufficientemente interessante o divertente - o al caso é uno sfogo pubblico - da scriverla e rubare qualche minuto del tempo importante di molti che mi leggono, quando ao fim mai vorrei sentirmi responsabile di recar stupidaggini e far perdere banalmente il tempo di chicchessia in facezie di poco conto. Ma lasciamo la lunga introducção e passiamo ai fatti, solo con un ultima raccomandazione: non é come si sará notato uno "special chapter", magari al gusto di LIMÃO(tm), nem ao sabor de BATATA TUPINAMBA(c), quindi chi si aspetta evoluzioni vietate ai minori di diciotto anni, é sempre libero di lasciar perdere; chi si vuole godere una seratina al gusto di Fado, con annessi e connessi simpatici, gli prego di lasciare 5 minuti la sua attivitá e continuare nella lettura: non sará tempo perso.
L'origine della serata sorge circa alle sei del pomeriggio; io, dopo due giorni all'indegna del "beber - falar - beber - falar", insomma il fine settimana preferiti per i fegati del duemila e per gli studenti di lingue straniere, decisi che era il caso di sonnecchiare un po' per immergermi in una settimana di studio e trabalho; trattandosi per giunta di studi archeologici, avevo proprio bisogno di un rinfresco mentale a base di sonno ed Europa Universalis 3 moddato con Magna Mundi versão 1.2 . Adunque, recebi uma mensagem pela minha co-inquilina Marti, altresiddetta maqui ou macaquinha; mi invitava cortesemente e con gioia ad andare a sentire il Fado stasera. Fixe, ho pensato, vorrei dormire, ma perché no, in fondo non facciamo tardi e dunque si puó fare; con la ovvia clausola che si sarebbe preso l'ultimo metropolitano (in portogallo la metro é maschio) per tornare a casa. Estendo l'invito al mio amico Till, che per questo genere di cose non si tira indietro, e proclamo l'aggiornamento a dopo cena. Torno bel bello a casa verso le otto e mezza, giusto per prepararmi una graziosa cenetta a base di spaghettini al sugo dolce con un pizzico d'aglio e formaggio grana, dopodiché chiamo la mia amica Mari, quella di un tentativo guerresco andato male circa un paio di mesi fa (vedi capitolo 14, 31 agosto), che conosce i luoghi del fado lisboeta, e mi ricorda che in un posto dove giá ero stato, la Tasca do Chico, nel Bairro Alto, suonavano il fado vadío, ovvero improvvisato da semi-professionisti, e in ogni caso valevole di una serata. Combinato, ci vediamo lí, presto che sennó é pieno, vabenenonmancheró. Combino celermente con le coinquiline, pronti, via, Till pacca, si aggiunge la Cecca, infiammabile ragazza senese, uma verdadeira faladora, e la Mari che ci aspetta lí. Aggiunta dell'ultimo minuto, ricevuta via cellulare, tale Paolo, amico Erasmus, leccese studente a Bologna, capelli color prugna secca della California, che stava giá in quel posto a causa di un corso di danza hip-hop vicino al bar dove dovevamo andare. Pronto, come ossessivamente dicono i portoghesi, entriamo - o quantomeno cerchiamo di entrare - nel locale; molto piccolo, pieno di fumatori dai baffi gialli e dita ocra, molti turisti, ma insomma, riesco a raggiungere il fondo del locale, vicino al bagno, non si sa mai, dove c'era un po' d'ossigeno e il bancone del bar, per prendere una birra con la cecca; da lí a poco giunge também la Mari e ci siamo tutti, seppur diasporici perché il danzatore prugna e le coinquiline optano a sorpresa per un toast nel locale vicino e un massa di portoghesi e turisti ci impediscono un eventuale ricongiungimento; il fatto che le luci siano ao fim calate e abbiano iniziato a suonare, segna la rottura definitiva della compagine italo-brasiliante. Si noti, la rapariguinha brasileira parla italiano, e ama Bari e San Benedetto del Tronto. Che dire d'altro.
Si beve, si fuma, si parla - a bassa voce perché suonano e non é il caso di gridare - e ce la ridiamo - io e la Mari, dato che la Cecca intrallazzava con un ultrasessantenne - sopra alcuni personaggi che si annidano nel locale: una tipa soprattutto che per i conoscitori assomigliava a Elisa Bianchi, professoressa di GeoPop a Milão, ovvero per i non conoscitori una tipa che, mi spiace, probabilmente ha avuto un incidente, ma ora piú laconicamente ha la faccia di plastica e quindi é spassosissima, e un gruppo di ispanoanglofoni che continuavano - manco a dirlo - a gridare come scimmie ubriache di guaraná, e quindi erano odiate dall'intero locale, con punte di gioia astiosa da parte di Mari e, ovviamente, chi sta scrivendo. La musica é bella, e si va avanti per non so quante canzoni; peccato che non ero proprio nei pressi dei musicisti, e dunque non sentivo bene, perché i cantanti si sono pure prodigati sulle note di Maria a portuguesa in un'improvvisazione cantata molto lodevole e notevole, ma soprattutto divertente: tutti ridevano come pazzi e io non capivo una ciolla, ma tant'é. Alla prima pausa, succede che cara de plástico si alza col suo ragazzo e se ne va, lasciando incredibilmente un tavolo libero: con la mossa del coguaro amazzonico (mancava, não é?) io e la Mari ci impossessiamo delle panche e ci sdraiamo per tenerlo per noi; il quarto uomo indica un cambio, esce Mari per acquisto sigarette, entra Cecca che é in vena creativa e chiede a mezzo mondo una canetinha per scrivere su carta la sua passione; manco a dirlo, ligação internacional, si becca il tavolo ispanoanglofono e attacca bottone parlando in spagnolo; c'é posto al tavolo, io penso alla fatica che impiega ogni giorno un operaio per produrre gli stuzzicadenti e a delle scene fantastiche viste nello show portoghese Gato Fedorento, quando aconteceu o milagre...
Mi giro per vedere se al bagno é tutto ok, quando vedo... le TRE FIGHE(tm). Panico che inietta sangue nei miei occhi di torbido bambino in crescita, batticuore come le peggiori canzoni della Premiata Forneria Marconi, capelli che si tingono di rosso come il sangue che alza la mia pelle e la fa diventare un materasso per armadilli, ben comodo perché hanno la corazza, canini che si riempono di siero pronto per essere iniettato nella giugulare di qualche indifesa Capuchinho Vermelho dall'italiota lupo cattivo e fedorento. Mi parla una ragazza capello rosso tintissimo (+3 punti tazza) e pelle chiarissima, bene, non é italiana (+2 punti tazza), in un inglese perfetto; occhi castani, magricela (+1 punto tazza, anche se é meglio la carne che l'osso), e non riesco a descrivere nient'altro perché confuso tra la giacchetta giovane e agile e il resto dei commensali (totale punti tazza, almeno 10, quindi livello di gaudenza estetica: medio-alto con margini di crescita, ha del talento); la figa numero 2, a fianco alla prima, si attesta causa capello biondo, occhio azzurro, magricela e straniera anche ad un livello 12, ma la comunicazione era interdetta da distanza e persone; la figa numero 3 é talentuosa, ma il tavolo era finito ed era fuori mano, e dava l'aria di essere abbastanza spocchiosa, quindi totale punti diciamo 8-9 ma con crisma della spocchia e distanza, insomma, inarrivabile, ma insomma con tanto materiale, perché pensarci?
Mi chiede, la rossa, se potevano sedersi, domanda idiota cocca, col canino delle grandi occasioni incido un cuore sulla panca dove stai per appoggiare le tue auguste chiappe e sei giá seduta; a fianco a lei si siede figa 2 bionda, e la festa inizia. Mi alieno da tutti: la Mari torna ma non ci penso, la Cecca é impegnata con le spaniarde e então ciao, arrivano la Ele, Marti e Paolo, invito ad accomodarsi, guarda che noi ce ne andiamo tu prendi l'ultimo metro sí guarda qui che faccio mi alzo e vado? Chiaro che sí ci vediamo a casa guarda Ste vengo con te se prendi la metro va bene Ele sono tuo ora falador delle grandi occasioni, scusa ma devo indagare. La rossa ha iniziativa, ciao chi sei cosa fai parli portogofono sí no ma da poco me la cavo te che fai: sono in viaggio per un anno, ho finito gli studi, ah, hai finito l'High School? Prima figura di mêrhdjah, hanno finito l'universitá, ah bene brave, bionda due rincara la dose ridendo ah no sai tutti ci dicono che siamo piccole, o che lo sembriamo, dio de dio de dio ti sei tolta il pannolone l'altro ieri ti credo ma tant'é, proseguiamo: di dove siete? Australia: ahhh, e si scopre l'arcano, di dove? Perth e Melbourne... Perth? Ma allora esiste qualcuno di Perth? Sai tutti gli australiani che ho conosciuto sono orientali, tutti gli amici che sono andati in Australia sono andati a Sidney, o conosciuto una croata di Melbourne - non so come potesse essere possibile ma era cosí - tanto da pensare che Perth fosse disabitata! Risate generali, catzo, una battuta cosí e tanto successo? Paura... Prosegue la chiaccherata, si parla del piú e del meno, a bassa voce quando suonano, ad alta voce quando si applaude, ma in generale il Fado é andato in menga, completamente. Massima attenzione e concentrazione mi raccomando. La rossa mi induce al salvataggio di figa 3 che era nelle mani di un portoghese avviluppato dall'alcool, facendo finta di creare una presentazione artata che riscuote successo, ameaça finita, torniamo a noi. Si parla, finisce la seconda tornata di Fado. É mezzanotte e mezza. La Ele mi invita ad alzarmi, la Cecca anche, io ero giá in piedi, le TRE FIGHE(tm) se ne stanno andando. La situazione, idilliaca sul momento, torna-se muito pior do que o início. Le TRE FIGHE(tm) salutano con celeritá impressionante, mi sento dire auguri per i tuoi studi, io nel panico rispondo também para ti, con lo switch della lingua andato completamente a menga, sono preso male, sudore freddo, che succede, saluto celermente la Mari Ste te ne vai no cioé sí prendiamo l'ultimo metro panico dove sono devo volare Mari magari ci sentiamo per mercoledí per tornare qui alla Tasca do Chico ciao bacio no catzo catzo catzo ho perso troppo tempo PERCHÉ CAZZO C'É TUTTA QUESTA GENTE QUA usciamo piove governo ladro le australofile... dove sono? C'é pioggia... fa fresco... c'é calma dopo la tempesta della Tasca... eccole lí, stanno parlando con un gruppo di persone, dall'altra parte della strada. Un alito di vento mi soffia sul viso. Una goccia di pioggia mi rinfresca la testa. Fa freddo. É tutto lento. Mi giro lungo la strada.
Elena mi tocca appena la spalla, il cuoio del chiodo appena mi sfiora il maglione.
Andiamo, o perdiamo il treno.
Sí, hai ragione. Andiamo.
Mi giro in rua Diário de Notícias, vamos para baixo.
Tre passi, e la Tasca, e la pioggia, e l'altro lato della strada sono un offuscato ricordo di un serata strana, senza capo né coda, incongruente come il Portogallo, strano come me.
E non sono riuscito neanche a chiedere il nome, o un contatto.
Rimane solo la pioggia, come se il cielo piangesse per la saudade do Rio Tejo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma la tecnica del coguaro "vieni a vedere la mia collezione di farfalle nel mio appartamentino portoghese" quando la sfoderi?
Spazza

kazam82 ha detto...

eheheheh quella é la mia arma finale, quindi la tengo solamente quando non avró proprio piú nulla da perdere... confido nella fiducia dei miei amici inItalia per le mie avventure... voglio sentirvi GRIDAREEEEEEEEEEEE :D