mercoledì 5 novembre 2008

Capitolo 10, ovvero DIVERSÕES INCONTROLÁVEIS

Bene! Suonerá strano vedere cosí rapidamente un altro capitolo della saga dell'uomo piú disperato di Lisboa, ma c'é una motivazione importante. Qualche giorno fa, anzi, ieri per la precisione, sono successe alcune cose interessanti che mi hanno indotto a prendere mouse e tastiera in mano e ripormi a scrivere ancora, per la gioia dei miei lettori. Successe questo: molto semplicemente ho chiesto alla mia querida Lise di uscire con lei. Solo con lei. Prima di riferirvi la risposta, peró, devo sottolineare una piccola premessa. Qualche tempo prima le avevo posto la stessa domanda; la risposta fu affermativa, ma poi seguita da una trafila di impegni che in sostanza demandavano l'incontro a data da destinarsi. Detto questo, per una decina di giorni non ci siamo visti, causa settimana di studio in Facoltá, e quindi non c'erano lezioni. Cosa é successo: galvanizzato dal fatto solo di averla rivista, tipico atteggiamento da zerbinone quale sono, ho deciso di tomar a iniciativa e richiederle l'uscita. Tralasciando i diversi misunderstanding capitati in questa amena discussione in portoghese, aconteceu che piú o meno prontamente ha risposto sí. Pronto, muito bem! Então, quando saimos? Dizes-me quando quiseres, para mim não há problemas. Mmmmhh... Amanhã fica bem? Com certeza querida! Porquê não? Óptimo, então amanhã após a aula de história do Brasil combinamos melhor. Tá, tá.
Galvanizzato e al settimo cielo solo per questo microobiettivo raggiunto, feci una promessa ai miei amici Igor e Till: che se l'uscita si fosse risolta "bene" avrebbero trovato uno special chapter sul blog. Se l'uscita si fosse risolta con il canonico Due di Picche(TM) avrebbero trovato un capitolo normale. Se non fosse successo niente, non avrebbero trovato niente.

Immagino che un gentile ascoltatore che sia arrivato a questo punto, immagini che sia andato tutto in merda. Não, não, não é assim. Semplicemente non é successo niente. Come per certi versi ero portato a immaginare, é successo che la mia querida mi ha tirato pacco. Ora, o sono i soliti metodi femminili, che molti conoscono ma io continuo a misconoscere per rigida pervicacia verso i miei convincimenti, atti a scansare "ospiti indesiderati antes Due di Picche(TM)", o lei, sincera e adorabile come sempre, é la regina delle scuse originali. Perché quantomeno la scusa riferita era molto originale. Anche qua, breve premessa, ieri sera dovevo invitare Till, Igor e os francezes na minha casa para vermos as eleições americanas. Poi Igor mi ha chiesto se anziché venire da me - e mangiare peraltro la mia fantastica mousse al cioccolato e caffé, per l'occasione chiamata Mousse "Barack Hussein Obama"(c) - non fossimo usciti al Bairro. Era invitata anche lei, e, di grazia, accettó. Manco a dirlo mentre ero in ritardo sulla strada per Marquês de Pombal, ricevo un messaggio, era lei che paccava, sostenendo che voleva seguire le elezioni americane. Bene, corretto, la mia querida é impegnata politicamente. Mi piace. Ora, tornando al discorso iniziale, oggi, intanto che aspettavamo l'inizio della lezione di storia del Brasile 1 - poi simpaticamente ribattezzata "frutologia" da Till in quanto tutta centrata sulla frutta che le popolazioni Tupí-Guaraní e Macrogé mangiavano prima dell'arrivo dei coloni portoghesi - oggi le ribadii il suo impegno. E qua arriva la botta: guarda, ieri sera ho visto le elezioni americane fino a molto tardi, e ho dormito solo 2 ore, quindi sono molto stanca e ti chiederei di cambiare giorno. Sospiro mio. Sí cara, dimmi tutto, hai controproposte? Domani non posso, possiamo fare na sexta-féira, ma non troppo che il giorno dopo arriva mia madre. Va bene tesoro, per te lo faccio volentieri. Comunque ci vediamo domani va bene, alla fantastica irresistibile lezione di Archeologia della Dona Professora Catarina Viegas. Va bene, até amanhã, beijos.
Dunque, traendo le fila del discorso, mi sono trovato nella posizione di chi non deve scrivere niente. Ma ho deciso di scrivere comunque, e oltre che le vicissitudini con la mia amata, scriveró - cosí, di palo in frasca - sopra quell'incredibile avvenimento che é stata la mia prima lezione universitaria, e che giusto per fare bene le cose e con calma, era in portoghese.
Dunque, da queste parti succede questo: i corsi in universitá hanno de facto la frequenza obbligatoria; e a questa cosa si aggiunge l'obbligo frequente in molti corsi, concordato ovviamente con i professori, di fare una presentazione sopra un tema del corso, di circa 15-20 minuti, piú un test scritto finale o, ma questo molto piú raramente, un esame orale. Ora, é successo che nel corso, molto bello e molto ben tenuto, ma soprattutto in cui tutta la natura portoghese si offre alle fameliche menti dei giovani studenti, ovvero Cultura Bizantina, o professor Frederico Maria Lourenço mi invitó, in quanto italiano, a presentare un capitolo della storia bizantina, quello delle relazioni tra Venezia e Bisanzio. Il tutto coadiuvato da un libro, prestatomi dal prof stesso, un tomazzo in inglese che trattava solo di quell'argomento. Avevo circa 20 giorni di tempo per preparare il tutto. Bene. Mi rimbocco le maniche e comincio con una telefonata. Chiamo mia madre, la invio gentilmente in camera mia a selezionare alcuni libri che mi servivano per preparare la presentazione e me li faccio inviare in Italia. Intanto comincio a riassumere in portoghese il tomazzo del prof. Passano i giorni, arrivano i libri, mi rendo conto che vado lento. Ma l'argomento é tosto, e chi conosce il mio perfezionismo in queste cose sa che non mi sento di fare un'esame, o una presentazione, o uno scritto, o quello che é, raccontando le cose alla viva il parroco. Quindi studio tantissimo - senza tralasciare gli impegni sociali, che in pratica comunque si riducono a quelli alcoolici - e fisso l'obiettivo da raggiungere alla data 1204, prima caduta di Bisanzio. La preparazione certo non é stata facile, per il fatto che comunque ho scritto tutto, e con questa modalitá fui tenuto ad imparare a scrivere in portoghese, cosa né facile né scontata, soprattutto quando non hai un office language pack che permette di usare, per lo meno, il correttore automatico. In tutto questo alla fine scrivo un resumo di 21 pagine piú appendice, 11,439 parole, 5 immagini a corredo e una cronologia, e sono decisamente affaticato. Arriva il simpatico giorno della presentazione, e dopo che tanti amici - grazie a tutti per il supporto morale, che fosse sentito o di circostanza - mi avevano spronato come si conveniva, e nel miraggio reale che a fine giornata mi sarei fatto una signorile bevuta per festeggiare, mi accinsi a cominciare la lezione. Sedia - farlocca - del prof, io che guardo i miei ragazzi, il prof che prende appunti. Posso assicurare che é persino piú bello della discussione della tesi (la lingua portoghese peraltro sottolinea la difficoltá del momento con l'espressione defender a tese), c'é quel senso di potere e prestigio e autoritá che poche cose danno. Pronto, il caso volle che un'ora prima della lezione arrivasse in uni il mio coinquilino spaniardo, e mi chiese se poteva vedere e sentire tutto; beh, se al prof va bene, ovviamente quello vero, per me puoi fare quello che vuoi. E la sua presenza fu a dir poco provvidenziale, perché a metá lezione trasse fuori un mp3 in grado di registrare e produsse una registrazione audio di un'ora, che custodisco gelosamente nel mio portatile come prova della mia esperienza. Alla fine della lezione, condotta tra alti e bassi, ovviamente per l'emozione soprattutto iniziale, per l'inesperienza nel condurre una lezione, tale per cui de vez em quando leggevo il mio prodotto scritto, avevo spiegato si e no un terzo di tutto. Il prof mi concede un'altra ora nella lezione successiva, ma ormai il grosso era fatto. Il giudizio del prof, registrato in audio, dice "eccezionale". Divertente soprattutto la questione delle domande, cioé commenti e domande da parte della platea ascoltante, prof compreso. Direi, per concludere, che l'esito anche piú utile per me é stato il fatto che sua eminência Frederico Lourenço mi abbia proposto di fare, al posto del test scritto previsto, una pinzata al materiale che ho preparato, consegnarglielo e buona cosí. Quindi, a conclusione di questa bella faccenda, mi sono organizzato con Till, Igor e Diego per una sonora bevuta al Caricaturas, dal buon Serge. E tronfio di tutto questo, alla fine mi sono riascoltato, per l'ennesima volta, Bisanzio di Francesco Guccini.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Alla grande Professor Tazza...
Con orgoglio italiota,
Spazza

Anonimo ha detto...

Accidenti, dev'essere stato emozionantissimo! :D