sabato 13 settembre 2008

Capitolo 1, ovvero UMA VIAGEM INCRÍVEL: MUITA BOA SORTE.

L'idea con la quale partî da Milão di certo era che avrei fatto un viaggetto tranquillo a imparare i congiuntivi portoghesi, questi cari piccoli amici del catzo, sarei giunto a casa con un simpatico taxi e mi sarei goduto pasciutamente la mia prima seratina erasmiana conversando amenamente con la mia querida coinquilina brasileira, a Isabel (peraltro, ma che catzo di fantasia malata i genitori d'oggigiorno, chiamano i figli tutti con gli stessi nomi... mah). Ma ovviamente fare qualcosa di tranquillino non mi é possibile, di natura e di necessitá. Adunque, succede che sono nato onesto e mi piace pagare le tasse. Quindi quando al check in di Malpensa mi dissero, al viaggio di andata, addí in quel di luglio, che dovevo dichiarare di portare materiale medico comigo perché c'erano questioni di burocrazia e assicurazione (ah, le assicurazioni!), quando mi diressi al check in per riprendere l'aereoplanino per Lisboa dichiarai, con sorriso stampato in bocca, che ero diabetico e portavo un po' di liquido magico per farmi vivere, la cortese assistente Easyjet mi rispose, con sorrisone stampato in bocca, se avevo con me un certificato che attestasse la mia patologia. Certo che no, so ben io se sono diabetico o meno, inoltre l'insulina é potenzialmente mortale, quindi se ce l'ho é perché sono diabetico; poi il mio caro amico Roberto Formigoni mi ha regalato una carta con un chippino in cui dovrebbe esserci scritto che sono diabetico che ne pensi baby? Guarda, mi spiace ma ho bisogno di un certificato scritto. Puó chiudere un occhio? Eh eh ti piacerebbe cicciotto transeunte, ma non posso. Peró se t'aggrada vai al prontosoccorsoaeroportuense che si trova lá, e te lo fai fare. Fixe, vado e torno. Ma intanto mando una macumba vorticosa al sapore di giaguaro al ciellino lombardo: che le tue gonadi esplodano a 120 km/h. E questo é solo l'assaggio. Adunque scambio una farmacia con il pronto soccorso grazie alle preziose indicazioni dell'impiegata easyjet, la farmacia mi indica un posto dietro la farmacia, entro in una porta, chiedo, vengo rimbalzato ad una porta di fronte, chiedo ad un paramedico che mi chiede VENTI CAZZO DI EURO PER UN CERTIFICATOOOOOOOOOOO FORMIGONI BASTARDO TI ODIOOOOOOOOOOOOOO DEVI MORIRE IN PREDA AD ATROCI SOFFERENZEEEEEEEEEEEEEE MUORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Rido per non piangere. Approfitto dei VENTI EURO DEL CAZZOOOOOOOOOOO per chiedere qualche informazione sul sistema sanitario portoghese, e ovviamente il ciccione formigone paramedico mi invita a tornare nell'ufficio prima a chiedere perché lui non sa. Ho un po' di odio anche per te. Torno all'ufficio prima e quando vedo mio padre e mia sorella mi esce la macumba numero due: se incontro il ciellofono lombardo gli stacco il pisello. E senza giaguari stavolta. Chiedo alla segretaria, mi interrompe, non sa niente, parla col medico, almeno mi accompagna. Il dottore é al pc, dopo qualche minuto mi concede la sua inarrivabile attenzione. Mi recita alcune cose che riguardano la comunitá europea, del portogallo non sa. Peró dimostra desiderio di aiutarmi. Tanto che mentre mi dice cose assolutamente inutili gli squilla il cellulare e inizia a parlare, chiedendo scusa. Guardo esterrefatto il doc che parla, dopo qualche minuto me ne vado, almeno io beneducato saluto, lui mi alza la mano come se fossimo amici. Penso rapidamente a quei porci infami della Moratti, Bossi e Formigoni, come Bruto, Cassio e Giuda Iscariota: spero che prima Malpensa fallisca, l'Alitalia anche e poi voi veniate mangiati all'infinito da Lucifero, nel centro della terra, il punto piú lontano da Dio - o chi per essi, basta che non sia un burocrate incapace.
Con il mio certificato che vale oro, mi riappropinquo all'impiegata low-cost, che scrive alcune cose sul biglietto col solito sorriso stampato in faccia- un'emiparesi evidentemente - e mi invia all'imbarco. Bene. Dopo aver imprecato ancora contro gli amici destrorsi, fumato e comprato UN PACCHETTO DI FRISK A TREEEEEEEEE EUROOOOOOOOOOOOOOOOO BASTARDIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII MI VERGOGNO DI MANGIARNE DUE ALLA VOLTAAAAAAAAAAAAAAAAA AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!! (grazie pa' per avermele prese comunque).
Insomma felice come una pasqua saluto mio padre e mia sorella e mi dirigo all'imbarco. Ovviamente i poliziotti al metal detector non avevano capito niente di quello che l'impiegata low-cost aveva detto e le scritte che aveva armoniosamente composto, e hanno cominciato a perdere tempo parlando in una lingua dell'Italia del Sud a me incomprensibile, finché non é arrivata la capa che mi ha concesso il divino poliziesco salvacondotto per l'aereo. E finalmente le acque si calmano, e non incorro piú in alcun problema. Al massimo la capa del check in mi ha invitato cortesemente a comunicare alla crew dell'avião che avevo insulina e simili, ovviamente io amante del pagamento delle tasse lo comunico ma la tipa superdambio della crew se ne strafrega. Meglio cosí. Passo un viaggio tranquillino tranquillino a metá tra il riposino, lo studio dei miei piccoli amici congiuntivi e la visione dei due omnisessualici che viaggiano a fianco a me e dormono carezzandosi amorosamente... che bella coppia! Non li invidio, de gustibus, io etero, loro gheis.
Chegado a Lisboa, opto para viajar de autocarro. Coi soldi che risparmio del viaggio in taxi mi pago la cena nel ristorantino in Andrade Corvo. Mi dico, che figata! Non c'é ancora la mia coinquilina, ma tant'é, mi godo la serata a casetta, sistemo le mie cosucce, mi tengo buono, insomma sono anche un po' stanchino, via, oggi tranquillitá che da domani devo fare tante cose burocatiche, e se l'inizio é questo, figuriamoci poi... Povero idiota che sono. Non vi potete immaginare il disastro.
Succede che arrivo in casa, poso la borsa, sistemo un po', noto che l'amica ancora non c'é. Sono le 8, vado a pasteggiare al ristorantino. Un ottimo salmone grigliato con verdure e patate bollite, un po' di pane, una birrina, un caffé decaffeinato che non avevo voglia di sballare. Chiedo al capo se si puó fumare nel locale, no mi spiace, tant'é meglio cosí, fumeró in casa visto che fuori c'é un vento incredibile. Salgo in casa, mi perdo a sistemare ancora un po', spalanco la finestra di camera perché c'é un odore di morto inarrivabile, poi decido che il tabacco vuole la sua imposta, prendo i paglioni, mi dirigo alla finestra della cucina. Apro la finestra e pasciutamente fumo la sigaretta. Poi si sente BAM!! O che diavolo é successo? Poi tutto si fa chiaro nella mia testa. Vento+finestre=corrente che equivale a dire gran casino. Porto subito le mani alle tasche dei miei jeans... alzo gli occhi al cielo... mi viene in mente Formigoni. Rivolto le tasche. Guardo in bagno. Guardo minuziosamente in cucina. Niente. Le chiavi sono in camera. La porta di camera mia é chiusa. Io non posso entrare. Chiudo i commenti perché qui si puó troppo facilmente offendere il sentimento religioso di chiunque, atei compresi.
Mando un messaggio a Mario, o senhor, che era l'ultima persona che avevo voglia di vedere. E poi aspetto. Mi metto nello sgabuzzino pardon sala comune con televisore, non lo accendo perché mi sarei buttato dal balcone.
Intanto che sono al limite dall'addormentarmi, sento la porta che si muove: é giunta la coinquilina, a Isa, con cui si ride amenamente della situazione. Ovviamente rido per stare al gioco, perché altrimenti avrei spaccato il muro. Di Mario nessuna notizia. Faccio uno squillo (!) a Mario, gli invio lo stesso messaggio sul suo secondo numero de telemóvel, mi risponde con un laconico "aguarda" - aspetta. Aspetto. Proprio quando gli zii se ne vanno e mi augurano miglior fortuna, ecco che arriva o Mario versione San Pietro. Trae dallo zaino una buona cinquantina di chiavi e inizia a provarne una dopo l'altra. Ovviamente il risultato é nullo, infatti chiedo abbastanza incuriosito: ma possibile che il padrone di casa non abbia una copia delle chiavi della stanza che ha affittato?? Risposta idiota di un uomo estremamente sudato: ero convinto di aver fatto una copia delle chiavi. Riproviamo tutte le chiavi, niente. Gli chiedo: ma se chiamassi i pompieri? Sai, c'é una mia amica - Vero scusami tantissimo se ti ho tantissimo preso in giro ora so cosa significa (vedi parte 1 capitolo 10) - che ha avuto lo stesso identico problema, ora, aveva chiamato i pompieri e le avevano detto che potevano venire solo se c'era necessitá, diamine, io ho insulina e antibiotici (e sigarette) dentro la stanza, sono zozzo, sono arrivato 4 ore fa qui a Lisbona, dimmi te se non C'É UNA DIAVOLO DI EMERGENZA, CATZO!!!! Mah guarda os bombeiros non fanno questo tipo di lavoro meglio non chiamarli facciamo cosí te lo risolvo io il problema, ti do un materasso, tu dormi nello stanzino tv perché le altre camere sono completamente vuote - eeeehhh?????? - domani mattina prestissimo viene un amico mio che apre la porta. Scena grottesca, la mia coinquilina, che é uno scricciolo brasileiro, prova a tirare una spallata alla porta, tra le risate a profusione della porta. No tu sei pazzo io domani mattina - a che ora arriva il capoccia? Alle 10 e mezza - COSAAAAA??? Grazie ai miei superpoteri da giaguaro professore di psicologia intuisco che comunque il tipo ragione nei termini di un affittuante in nero, mai potrebbe chiamare i caramba dunque sostengo che va bene sí facciamo cosí domattina viene il tuo amico ora lasciami riposare sono stanco fuori dalle palle. Appena caccia piede fuori di casa, chiamo Isa per innestare il piú grande piano d'invasione in camera mia che mai abbia partorito. Allora Isa, io ci metto le idee tu la lingua - il portoghese porcelli - e facciamo cosí: utilizzo il tuo pc pacco nuovo di pacca per trovare il numero dei bombeiros e li chiamiamo al volo. Trovo il numero sbagliato, non risponde nessuno. Prova lei trova quello giusto, rispondono, le dico dí che un italiota cicciotto non riesce ad entrare in camera sua perché ha le chiavi dentro e che é un emergenza. Il capo dei sapadores bombeiros risponde cortesemente ma evidentemente non crede alla storiella. Dopo un attimo di incomprensione con la mia partner per cui le dico di chiamare il 112 e dire che c'é un urgenza ma lei chiama il 112 e chiede il numero di telefono di un ospedale qui vicino, ci riconnettiamo e decido di salire in cattedra. Chiamo il 112, mi passano i pompieri. Non rispondono. Chiamo l'emergenza dei pompieri e non mi rispondono. Richiamo il 112 e mi ripassano i pompieri, inizio la nenia sono familia povra e tenho emergência e mi credono. Bingo! Arriverá una vettura al piú presto. Non sono riusciti a resistere all'eterno fascino del diabete. Então, abbraccio la mia pettoruta coinquilina con gran gioia del mio corpicione, e scendo in strada per accogliere i pompieri. Arrivano i due prestanti pompieri, evidentemente uno era la mente, l'altro il braccio, ed era facile immaginare il perché: un vegliardo ultracinquantenne con panza che avanza e un prestante ventenne sdentato che inizia a scimmiottare l'italiano con "bela ragassa", "mammammia" e "giaguaro". Mi chiedo perché la mente e il braccio esitino a salire in casa: presto detto, stiamo aspettando la polizia. Perché? Ovviamente, é attitudine tipica portoghese che una persona chiami i pompieri per farsi aprire una casa a caso e svaligiarla. Adunque i poliziotti devono fare un certidão per dire che vivo lí e non voglio svaligiare una casa. Nell'attesa approfondiamo il discorso ed emerge che nella mia portentosa chiamata portoghesa era emerso non so come non so perché che io ero rimasto fuori di casa... certo, io intendevo casa mia, ovvero il mio quarto con locali comuni, non la casa: alla notizia che in casa c'era una ragazza brasiliana, dopo i primi sguardi di gioia e piacere erotico, ricevetti questa domanda: ma se hai una coinquilina, perché sei qua? Evidentemente non posso entrare in casa, dato che le chiavi di camera mia sono in camera e non posso prenderle quindi non posso entrare dato che la porta di camera mia si é chiusa mannaccia al fato cinico e baro mentre fumavo a causa del caralho di vento lisboeta. La mente e il braccio ormai sono incastrati, mi abbandonerebbero volentieri al mio destino di materasso nel locale TV ma non lo fanno, tant'é oramai la questione non si risolve arrivano gli sbirri. Saliamo in casa accolti dalla mia cara compare di Rio che di fronte al mio temos amigos e all'ingresso di due sbirri e due pompieri non si stupisce, peró prova ancora lei fuscello ad aprire la porta a spallate. Bene, i poliziotti mi fanno cenno di stare a distanza, e comincia lo show del braccio, che - a giudicare dai suoni - inizia a prendere a spallate la porta, ma con scarsi risultati. Intanto rido e scherzo con l'agente Figueireido sul fatto di essere italiota mannaccia a me che lí sono nato ma quando i risultati del lavoro del braccio ormai sono conclamatamente negativi mi si chiede se c'é una janela nella stanza, sí eccome é la causa del male é aperta guarda dal banheiro si vede bene guarda ho lasciato anche la luce accesa! No dalla casa del bagno non é il caso di inerpicarsi é troppo perigoso, vabbé, allora sai che facciamo caro braccio ti faccio ergere dalla camera sopra quella del cicciotto italiota, ecchissenefrega se sono le 12 della sera e vado a piantare la scala in casa di una familia di cento angolani e ti faccio scendere con una scala di legno con rischio di morte certa, tu sei il braccio! Va bene capo, andiamo. Parlo con l'agente serio in attesa dello show, chiedo proprio a pelle, ma o senhor passa mal? Io sbattendomene - e ci mancherebbe, alla fine sono consumatore - ho chiamato sbirri, pompieri e ci mancava solo l'esercito e la forestale per aprire casa mia, ben sapendo che il contratto di casa mia era in nero, insomma, che mi dite? Certo che potrebbe passar male - una volta di piú in Portogallo una risposta certa é impossível, ma mi sa che questo giro lasciamo perdere, facendo finta di non chiederti nome e cognome del capo. E in effetti fu cosí, perché intanto che parlavamo con gesta circensi os bombeiros entravano da casa delgi angolani in camera mia issandosi con la loro scala da primaguerramondiale e aprivano finalmente la porta. Entro, grabbo violentemente le mie chiavi tra applausi e lacrime e il poliziotto piú serio che mi dice con fare paterno "acontece", sim, é verdade, acontece que numa manhã decideste tornar-te agente, ma fa niente, non tutti nascono intelligenti nella vita, potevi zappare la terra invece ti fai pagare per rompere le palle tant'é non gliel'ho detto - non avrei saputo come panzana. Ringrazio tutti che senza dire né mi né ma se ne vanno quasi senza evacuarmi. A quel punto, beh, finalmente posso andare a dormire. Não, non senza prima aver conversato finalmente in tranquillitá in portobrasitaliano con la cara Isa, aver scritto piú di una stupidaggine su faccialibro e aver ascoltato un po' di musica, insomma, verso le due della notte mi ricordo che domattina verso le 10 arriverá uno sgherro do senhor, bem, allora prendiamo due piccioni con una favazza: rompiamo le scatole alle 2 di notte al senhor e togliamo lo sgherro, ovvero inviamo un messaggio al capo con scritto che tutte le autoritá alfacinhas sono state in casa e diamogli l'idea che non vedono l'ora di conoscerlo, cosí domattina dormo, lui smette subito - disonesto evasore delle tasse porcello sudaticcio - di riposare per il terrore di una visita fiscale, io rido lui piange, bello lo scherzetto e soprattutto saprá che il megabosal che ogni tanto si fa vivo in realtá é abbastanza sgamato e se vuole il 112 lo chiama sul serio. Ah, che notte riposante é stata! Ed é continuata fino alle 10 e rotte del mattino! Fantastico!

1 commento:

NonnoHenry ha detto...

Vedo che la mia teoria derivata dagli ultimi viaggi è diffusa:
gli aeroporti italiani, che sia in arrivo o in partenza, ti regalano sempre quella favolosa senzazione tipo:
"MA CHE CAZZO CI STO A FARE IO QUI? FATEMI PRENDERE L'AEREO CHE ME NE VOJO ANNA'!!!!!!!!!"