venerdì 12 settembre 2008

Parte 2 - UMA NOVA VIDA, OU A VIDA NOVA.

E fu sera e fu mattina. Dunque, questo periodo della mia vita che sto per cominciare, ho pensato di renderlo una parte a se stante nel racconto. Se prima ho raccontato del mese di vacanza-studio-lavoro passato nelle mani di dona professora, ora invece l'inizio dell'Erasmus vero e proprio richiede energie nuove, spazi nuovi, idee nuove per descrivere correttamente - e ainda mais em português - le nuove avventure che mi capiteranno. E allora ben venga la parte due del racconto, con questo breve incipit che vuol essere solo una breve pausa nella lettura. E ne approfitteró per fare - io che sono un egotista rompipalle magistrale - una invocazione alle Muse, per avere la forza, la voglia e l'inventiva per scrivere sempre in maniera interessante tutto - o almeno una parte consistente - quello che mi capiterá qui, e renderlo appetibile alle fameliche orecchie di tutti quelli che avranno gusto di perdere un lembo del loro tempo per condividere con me ció che sto facendo qui.



Muse amate, Muse care,
prole santa degli dei,
suggeritemi che fare
per cantare senza nei,
senza errori, senza tare,
agli etero e ai ghei,
storie nuove e storie strane
storie vere, e panzane,

perché questa invocazione
- non vi voglia disturbare -
renda idee in azione,
ma se vengono a mancare
non mi venga l'apprensione
su di Voi potró contare
per avere nuove idee,
sante, care, amate dee.

Euterpe, rendi felice
chiunque vorrá ascoltare!
Urania celeste, radice
di stelle, mi lascio guidare!
Tersicore danza capace
sulle mie parole chiare!
Polimnia senza niente
riempi d'inni la mia mente!

Talia d'edera e bastone,
estirpami dall'inedia,
festa sia la narrazione!
Melpomene, la tragedia,
non cantarla dannazione
la tua arte non mi tedia!
Cara Erato, io m'aspetto
un limone sotto al letto...

Musa Clio, sta' seduta,
io t'invoco con il cuore,
la tua arte sia elevata,
sia promessa d'eterno amore.
Non badare alla parlata,
ma regalami un bel fiore:
il futuro agognato
del discepolo amato.

Resta solo un saluto,
con l'inchino e riverenza,
alla voce che un aiuto
puó donarmi con pazienza.
Calliope: mai pasciuto
io saró della sapienza
che tu spandi presso me
saggia e buona come un re;

Pensa solo allo scrittore
pervicace nel parlare,
che consuma le sue ore
a sperare di contare
versi giusti e con furore
una musica creare:
dona grazia, dona gioia,
togli tedio, togli noia.

Boa noite a tudos.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Prima o poi faranno studiare a scuola a memoria il tuo incipit.. tipo "Cantami o Diva del Pelide Achille" ;P

kazam82 ha detto...

L'ho or ora riletta... minkia che figo!!! ;P

NonnoHenry ha detto...

Geniale...profonda...e condivisibilissima da chiunque...

In due parole:

L'INVOCAZIONE DEL BLOGGER

La farò mia!

PS: c'era un ché di "Naso pescarese che si nutre a nostre spese"