domenica 21 settembre 2008

Capitolo 3, ovvero A SEMANA ANTES AS ÁULAS: DESCANSO, CERVEJINHAS E TÃO SANGUE!!! parte 1.

Dopo la copiosa dose di burocrazia acquisita nelle immediate vicinanze al mio ritorno a Lisboa, mi accomodo un pochetto sugli allori e decido che é il caso di non fare niente. E cosí passo in sostanza i primi giorni del mio amorevole ritorno qui, senza grilli per la testa, con tanta voglia di fare e arare, dire fare e baciare, pare compare ci sia una comare, rare ed ignare le tipe da trombare.
Ma sciogliamo un pochino la matassa cronologica per affrontare il discorso in maniera un po' tematica. Allora, iniziamo con le evidenze burocratiche, perché evidentemente non sono ancora finite. Nel periodo che mi separa dalla visita con Alvares Pereira e il completamento della missione insulinica, decido che forse é il caso di risolvere anche le amorevoli questões com a universidade. Dunque, un bel mattino, mi dirigo felice e pasciuto alla mia cara universitá all'ufficio URE, ovvero Unidade de Relações Externas, carico della mia capacitá organizzativa tipo wehrmacht, pronto per fare tutto quello che l'universitá mi chiede. Effettivamente arrivo alle 12.24, e da buona popolazione emilatina la segretaria - bea mona tra l'altro - mi fa notare l'orario e cicciotto fuori dalle scatole qua chiude ma come devo tornare domani ma sono qui adesso ti prego non rompere torna domani e fai la fotocopia del documento d'identitá ma ce l'ho. Ce l'hai? Sí, io, diciamo, ho tutto. La tipa guarda, scandaglia le mie interiora dagli occhi, e mi da fiducia. Effettivamente avevo tutto: foto, fotocopie, simpatia e cortesia. mi dice un milione di cose che giá so tutte. Mi fa firmare una dichiarazione d'arrivo. Mi molla un pacco di cose che scopro avere giá. Rimbalza malamente una tipa che doveva fare le stesse cose, ah ah sfigata ci vediamo negli inferi. In 10 minuti abbiamo fatto tutto ció che compete all'universitá di Lisboa, le chiedo se mi puó dare un contatto anche mail con la dona professora doutora Maria Leonor García da Cruz perché deve firmare alcune cose per me e Unito, al che mi appioppa un foglio con scritto gli orari dei coordinatori del dipartimento, cerca questi, la Cruz non centra. Muito Bem, obrigadinho, até ao infinito.
Giovedí, é l'ora della visita. Mi presento in orario all'orario della visita augurandomi di fare tutto in fretta: un'ora e mezza di attesa. Ah, i tempi portoghesi, questi misconosciuti! Intanto che leggo il mio Gógol, ad un certo punto vengo chiamato dal senhor doutor Alvares Pereira: guarda la sala d'attesa, non capisce, chiama "Stefáno", mi alzo, "andiamo" sostiene con fare divertito, brutto monade mi chiamo Stéfano, non Stefbusdelmiao; mi aspettavo un dottore normale, in realtá é tipo lo sciur Brambilla... como está? Mah, fica bem... como fica bem? Normalmente as pessoas che vêm aqui ficam mal, che diavolo ci fai qui te bosal? Guardi, il mio male é cronico, tende all'infinito come i limiti, insomma, vorrei una ricetta per l'insulina. Ah. Che insulina hai? Fammi vedere i documenti. Tiro fuori una copia delle paginas amarelas di documenti, gli parlo del tipo di insulina, non capisce. Glielo ripeto cento volte, humulin I, non é difficile, alla fine lo scrive sbagliato. Vabbé, ne parlo con la farmacista dopo. Poi azzardo la domanda: Desculpe, queria uma outra coisa... antes de ir aqui em portugal tive dor de garganta, foi uma inflamação de origem viral, e tive de tomar antibióticos... pode olhar para ver como está agora? Assim posso encontrar uma solucção ao problema, sempre que esteja. Comunicazione perfetta. Mi sentivo in paradiso. Risposta immorale: ah, qui ci vorrebbe un otorinolaringoiatra, facciamo cosí, vieni alla finestra e vediamo. É un po' infiammata la gola... aguarde, a tosse que tive era um pouco mais debaixo... ah, capisco, niente, non ci posso fare niente, non ho la lanterna per vedere sotto, comunque fa' csí, prendi un po' di mebocaina ghghghghhg assieme all'insulina. Dovrebbe andare tutto bene. Mah. Obrigado, ciao ciao. Ma ho la ricetta, e chi mi frega?!?!?!
O dia seguinte. Mi sveglio malamente dopo una seratona (vedi infra) pronto con fiatella da grandi occasioni per parlare con i professori. Mi presento alle 11, i prof ricevono tra le 10 e le 12, consonante aos documentos da URE. Trovo il dipartimento. Entro. Trovo la segretaria. Non ci credo. E' identica a Lodovica Braida. La cosa mi rincuora. Risponde anche con lo stesso tono a metá tra lo stizzito e lo scostante... che amore! Chiedo se ci sono i coordinatori. No guardi stamattina non sono proprio arrivati, provi ad aspettare un po'. Cazzo come in Italia. Uff, aspettiamo. Mi faccio un giro per l'universitá, vado al DLCP a chiedere se ci sono i risultati del CAPLE, zerella. La certificazione dell'universitá peró mi viene confermata mi arriva a casa direttamente, al famoso indirizzo davanti all'esselunga (ghghgh). Mezzogiorno e mezza, sto morendo letteralmente dal sonno, rientro nel dipartimento. Provi dopo l'almoço. Cazzo. Come in Italia. Pranzo caffé paglione sooooooonno giretto per l'uni. Per me i prof non arriveranno mai. E ho bisogno solo di due firme, pensa te. Proprio come in Italia. Arrivo al dipartimento. La Braida lusofona non mi riconosce. Mi ripresento. Si ricorda. Scuote la testa. Ma vaff... Capito. Volto na segunda féira. Sperando che ci siano.
Chiosa al discorso burocratico. Il ratto dell'insulina. Si noti: 10 giorni per un'insulina. Entro nella mia farmacia di fiducia, ci avevo giá preso della mebocaina ghghgh. Presento tronfio la ricetta e dico: vorrei un insulina ed un'acqua distillata. Mascalzone, si metta in coda. Presento una banconota da 50 euro. Non pretenderá che cambi una banconota da cinquanta euro. Sono un cliente come gli altri, e guarda un po' che adesso bisogna andare in giro con i soldi contati, é una vergogna. Riprendiamoci. Inizia un nuovo calvario. La capa non riesce a capire che insulina sia perché il medico scrive male. Glielo spiego. Non capisce. Madoooooooooooooo un insulina!!!!! HAI PRESO UNA DIAVOLO DI LAUREA PER NON CAPIRE CHE DIAVOLO DI INSULINA É?????? Abbé, provvidenzialmente tiro fuori la pera e gliela mostro. Guarda e non capisce. Alla fine mi chiede la scatola, che non ho perché non ho normalmente le scatole di insulina con me. Abbé. L'arcano emerge. Le insuline portoghesi si chiamano diversamente da quelle italiote, proprio come le persone pensa un po'. Il piano di battaglia sará: vado a casa a prendere le scatole delle insuline cosicché la farmacista faccia delle fotocopie, trovi in un supertomofarmaceutistico la corrispondenza con le insuline italonomate, ne faccia richiesta, arrivino, mi telefona e posso andarle a ritirare. Tempo previsto: un'infinitá. Meno male che sono una persona intelligente e ho fatto tutto questo con largo anticipo, perché altrimenti sarei dovuto tornare in italia... Anche qui, speriamo. Alla fine dei conti non sono veramente riuscito a risolvere bene e completamente niente della burocrazia che dovevo fare nonostante ci fossi stato dietro circa 3 giorni in termini di tempo effetivo. Speriamo che vada meglio. Ma come si suol dire, chi vive sperando, muore cagando. Specie quando cerca di evacuare la burocracija!!!

2 commenti:

Marco Funaro ha detto...

Ma perché ti incazzi?? Io proprio non capisco..... Lo fanno per il tuo bene, cercano di guarirti dalla tua tossico-dipendenza. Prima cominciano dall'insulinodipendenza e poi gli viene gratis anche l'ossigeno dipendenza!!

Vai Tazza io tifo per te, lo so che riuscirai a farti il mazzo di due di picche estero.

Viciuos 83 ha detto...

ho scoperto solo ora l'esistenza del blog!

grande!