lunedì 1 settembre 2008

Capitolo 15, ovvero O FIM APROXIMA-SE PARTE 1: O PRIMEIRO DIA DO EXAME.

Devo ammettere che questo mese di vacanza-lavoro-studio é volato mica da ridere. Tra le lezioni di donna professora, le serate al Bairro, os fins-de-semana entre as praias e a cultura, dopo 2-3 milioni di imperiais accumulate e una conoscenza dei locali lisbonesi mica da ridere, ecco che improvvisamente ci si ritrova a rendersi conto che entravamo nell'ultima settimana. Il che voleva dire tante cose. La prima é che avevamo non uno, non tre, ma due esami da dare-fare. La seconda é che bisognava iniziare a pulire casa e togliere la polvere dalla valigia. Le persone iniziavano a rendersi conto che il bel gioco stava finendo, le coppie iniziavano ad avere fremiti da conclusione dell'attivitá di LIMÃo(tm), scopriamo troppo tardi che oltre a gostar o LIMÃO(tm) muitos gostam os PEPINOS(tm), alcuni imprudentemente fanno i conti di quanto hanno speso e si mettono a piangere, altri ridono d'isteria insomma cose normali.
Si scopre che il libro su cui studiavamo praticamente é finito, e Dona professora Luisa Coniglio alza il tiro delle lezioni, se facciamo troppo casino si inalbera, chi fa errori grossolani - spesso il buon Umberto, tanto che le loro relazioni sono crollate miseramente - viene corretto non in maniera solita, cioé con sorrisoni e grasse risate. Vale la pena spendere due parole su dona professora. Dona professora.

Scusate. Bella questa, vero?

Allora, la capa deve essere una supercapa dell'universitá. Lavora lí dentro da vent'anni e passa. Tra le prime cose che ci disse spiccó un "nessuno con me viene bocciato agli esami", insomma, da subito c'é parsa una tosta. Tant'é che al principio del corso comunque ci pressó, a noi italioti, affinché andassimo al corso iniziale: per lei noi costituivamo un rischio, lei non si poteva permettere di dover bocciare qualcuno, ne andava del suo buon nome. Le lezioni, per contro, erano molto interessanti, non erano mai banali, seguivano uno schema preciso che poi, confrontandoci con altri italianti in altre turmas, risultavano essere molto piú cattedratiche di un normale corso intensivo di lingua come quello delle altre classi. La lezione tipo era: nuova lezione di grammatica, chiaccherata di mezz'oretta in portoghese, un po' di comprensão oral - parte per me massimamente complessa per via della sorditá congenita e la naturale incapacitá di capire una lingua diversa dalla mia -, il tutto farcito con esercizi di vario genere e tipo, pausa caffé, ancora qualche esercizio e un'oretta di "então, diga lá!", ovvero un tema di discorso con interventi liberi oppure dialogo a coppie o terne, anche se spesso deviavamo dal discorso di partenza per divagare di argomenti; spesso si arrivava alla cucina, ma altrettanto si parlava di attualitá, politica, gusti personali, e il tutto si concludeva con copiose brincadeiras ou brincadeirinhas, con gli italiani ovviamente che la facevano da padroni, uno su tutti il buon Umbe, una fornace di brincadeiras. La professora ci dirigeva come un esperto e severo - quando necessario - direttore d'orchestra. Io l'ho trovata un'ottima professora, ovviamente non la professora ideale, dato che non era una pornoprof e anche l'occhio vuole la sua parte, e soprattutto aveva questa ansia da prestazione che ci metteva a disagio, perché ogni volta sembrava che ci caricasse di responsabilitá - le sue responsabilitá. Umbe in ogni caso ha avuto quasi da subito l'intuizione migliore: con lei non si viene bocciati. Almeno all'esame interno dell'universitá.
Infatti gli esami sono due, uno dell'universitá, l'altro é il cosiddetto esame del CAPLE, cioé Cursos de Avaliação Português Lingua Estrangeira, e nella fattispecie il nostro é il DEPLE, Diploma Elementar Português Lingua Estrangeira, livello internazionale B1, come un Toefl o un DELF. Nella sostanza sono due esami incrociati, quello dell'universitá solo scritto, il DEPLE invece anche orale. Giorni di fuoco: 27 e 28 agosto; il 27 mattina esame scritto delluniversitá con risultati o dia seguinte, 27 pomeriggio prova orale DEPLE, 28 mattina lezione e comunicazione dei risultati, 28 pomeriggio grande evento con lo scritto collettivo del DEPLE. E fu sera e fu mattina, e iniziano i giochi.
Mi sentivo abbastanza pronto, in fondo avevo studiato un po' questa lingua perché l'idea di seguire delle lezioni a settembre con un prof che mi parla del Portogallo in etá moderna senza capire una parola mi terrorizzava e mi terrorizza ancora adesso. E allora, iniziamo. E ovviamente abbiamo subito capito tutti perché nessuno sarebbe stato bocciato. La professora ci comunica le modalitá dell'esame, ci consegna i fogli, noi iniziamo, in cinque minuti tranquilla tranquilla ci dice che doveva vedersi con una persona, mi raccomando, state bravi e buoni, io sono qui fuori e vi sento bomba, ci vediamo piú tardi, ciao. L'esame dunque é diventato una farsa estrema, in cui io mi sono occupato dei verbi centrando due infiniti personali su due e un tempo passivo composto che non era necessario mettere ma tanto che c'era diciamo che godo e lo metto; le preposizioni, mio grande tallone d'Achille, sono state campo per l'area tedesca della classe, in fondo loro ne hanno tre e quindi se le sono dovute studiare bene. Il silenzio caló solo quando si trattava di fare la composição escrita, e lí vabbé uno non puó copiare, ma certo se aveva un dubbio era il caso di chiedere. La prof entró in classe un paio di volte e smaccatamente fece finta di non vedere e sentire. Note di merito a Megümi che non ha copiato nulla e ha fatto tutto per conto suo e in parte anche Isabel. Io ho passato tanto e chiesto qualche preposizione, ma certo la situazione era cosí farsesca che anche se non volevi niente qualcosa arrivava di far suo. Dopo un'ora e mezza la prof ritira i compiti, cioé, dopo che eravamo passati alla moviola e avevamo finito tutti gli esercizi, con alcuni che smaccatamente avevano delle correzioni a penna estreme, abbiamo consegnato e ci siamo andati a prendere un caffé. Al ritorno abbiamo fatto un esercizio di comprensione orale, ma guarda il caso, non c'era il cd e dunque la professora ha dovuto leggere moooooooooolto lentamente tutti i testi. Anche io che sono un caprone nella comprensione ho capito tutto alla prima mandata. Fine dei giochi del mattino. Desiderio di sapere quanto abbiamo preso, nessuno aveva lontanamente timore di essere stato bocciato, era solo una questione di Bom o Muito Bom. Schema dei voti:
0-8 --> insuficiente
9-12 --> suficiente
13-16--> bom
17-20--> muito bom
Ovviamente il mio obiettivo era MUITO BOM, anzi, MUITO BEEEEEEEEEEEEEEEEM.
Vedremo.
Reparto orale DEPLE. Che é una sorta di E.R. medici in prima linea. Molte persone mi dissero che sapevo parlare bene in portoghese, ma la mia solita diffidenza prevalse. Peró la fortuna mi bació sulla punta della lingua, perché l'orale funzionava in questa maniera: ingresso in coppia, due studenti per professore, durata 25 minuti, presentação di un paio di minuti, - tipo chi sei cosa fai perché dove quando - sorteggio di un argomento e discussione libera, con il-la prof che non deve intervenire (si noti, la prof non é la professora ma un'altra) e dare un voto in quinti. In sostanza, lo schema voto del DEPLE é uguale al precedente, con 5 punti per produção oral, 5 per produção escrita, 5 per comprensão oral e 5 per comprensão escrita. Obiettivo, ovviamente, é muito bom. Dicevo della dea della fortuna. Succede che la mia compagna per l'orale scopro essere Simona, la ragazza serba della nostra classe, perché cosí ha deciso il dio dell'ordine alfabetico. Orario delle operazioni: 17.20. Verso le tre e mezza vado con Simona e altri alle aule ove si svolgerá il salasso orale. E si configura il dramma. In realtá sti catzuti di studenti si presentano all'ora che piú piace a loro, per cui i professori prendono a boba la gente presente e la chiamano a fare l'orale. Nell'attesa Umbe ed io ci prodighiamo a seminare un po' di zizzania facendo credere ad una povera ragazza che un prof sta bocciando tutti - falsissimo - ma questa cade in paranoia. Ovviamente non le diciamo che era una brincadeira. Umbe é in bestia perché deve fare l'orale con una cinese, e sa che i cinesi non parlano molto ma soprattutto lo fanno male. Io sono tranquillo. Fino a quando la nostra prof chiama alcuni nomi - ovviamente non presenti - ma! interviene una ragazza. Guardo la Simo. Panico. La prof chiama altre due persone. Non ci sono. Chiama Simona. Catzo. Vanno a fare l'orale. Catzo. Rischio cinese o giapponese CATZOOOOOOOO Umbe mi fa una brincadeira e dice che c'é una babba cinese emimuta che era in elenco ma non ha risposto tanto é babba, e che quindi sará con me. Finisce la Simo, bene, tutto ok, vai tranquillo, la prof chiama. Stefano... Umberto. Siamo noi. Possiamo entrare? Prego! Penso, siamo entrambi italiani, non dovremmo fare l'esame assieme. La prof lo scoprirá troppo tardi. E poi quando si lamenta un poco che siamo entrambi italiani, intervengo dicendo che Umbe é un italiano del nord, io del sud, é come mettere uno di Porto con uno dell'Algarve, ilaritá, la prof dice che allora l'esame sarebbe impossibile perché i due non riuscirebbero a parlarsi e umbe interviene dicendo che sará in fondo cosí quindi vabbé tanta ilaritá regole del gioco e presentatevi in qualche minuto. La mia presentazione fa cacare. Mi incespico un po', parole in libertá, canno il primo verbo - in sostanza dico "io mi chiama", e penso che la tecnica della chiusura delle vocali finali del giaguaro portoghese non sia stata sufficiente - passo la mano a Umbe un po' desarrumado. Dopo la sua presentazione, estraiamo il talloncino della fortuna. Tema di dibattito: le lettere in via di estinzione. Non si scrive piú, si usa solo il mezzo elettronico. Ma... avevamo fatto questo tema in classe un paio di settimane fa... mi limito a ripetere quello che giá avevo detto. Con Umbe c'é grande intesa, parliamo, brincamos, rimos. La prof ascolta abbastanza compiaciuta. Mi sciolgo anche io, va bene. Riesco a dire che io manderei le lettere alla mia ragazza, solo che lei non esiste; Umbe risponde da vero portogofono con un "Que giiiiiiro" cioé "maddaiiiiiiiiii" suscitando ilaritá geral. La conversazione procede molto bene, quando finiamo le cose da dire. La prof ci invita per un altro minuto a parlare di una altro argomento... da estrarre. Risultato: si parla di cucina, ancora il tema l'avevamo dibattuto qualche giorno prima in classe, quindi... si parla di baccalá, del libro 1000 e un modo per cucinare il baccalá, dico che dalle parti di Umbe si mangia il baccalá, lui interviene dicendo che sí ma lo fanno solo in un modo, e sua nonna lo fa con litri d'olio e latte, e lo fanno con la polenta bianca, insomma, un successo. Usciamo brincando e sollazzandoci. La prof ci dice che é andata "muito bom". Che sia da augurio insomma. Vabbé, andiamo a farci una cervejinha e godiamoci il momento, domani i primi risultati e vediamo com'é. Grandi ragazzi!!!!

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