venerdì 1 agosto 2008

Capitolo 1, ovvero A PRIMEIRA DIA EM LISBOA. SEU EM PORTUGAL OU EM ITALIA?

E questa domanda non é assolutamente posta a caso. In effetti me la sono posta per metá pomeriggio. Ma andiamo per ordine. Seu em Portugal? Stamattina direi decisamente. Dopo una riposante notte di un paio d'ore, mi sveglio per l'insert insulinico e per inviare um mensagem a Mario, il capo che mi deve far vedere 4 quartos. Bene, messaggio inviato, insulina fatta, doccia registrata. Andiamo. Bisogna giungere em rua Gonçalves Crespo 23 alle 9.30. Grazie a Google Maps ma soprattuto alle indicazioni di Alice, giungo dopo dieci minuti di passeggiata con qualche saliscendi collinare a Rato, una stazione della Metro Gialla. Devo giugngere a Picoas. Ci arrivo. Non sgarro niente, sembra incredibile. Qualcuno, date le mie occhiaie, mi ha preso in tenerezza e mi deve aver guidato, soprattutto dalla metro di Picoas, dalla quale non avevo indicazioni per la via dell'appuntamento se non due indicazioni autoprodotte con Google Maps. Inizio ad aspettare. Mario, un uomo proprio qualunque di Lisbona, arriva con 10 minuti di ATRASO. Atraso... mi suona nelle orecchie... appena arrivato in aereoporto a Lisbona, ebbi ricevuto un messaggio da parte di un locatario che mi diceva che era atrasu e ci saremmo visti alle 7 anziché alle 6 per vedere la casa. Babbo. Che babbo. Non io, ma il locatario, dato che io ero atterrato alle 18.40 e che soprattutto l'appuntamento sarebbe stato il giorno dopo. Direi che io e i portoghesi ci intendiamo. Fine divagazione. Mi fa vedere la casa. Interessante, bagno piccolo da condividere con altre 4 persone, ma la stanza é carina. Non costa tanto. Ci penso. A mansarda do Diabo pensa-me... inizio a parlare a Mario degli altri appartamenti. Dopo una lunga conversação em portugues, ove ovviamente ho perfettamente padroneggiato il mio portugues fluente, si scopre che le 3 stanze sono una, che costa di piú ed é sem janela. A mansarda do Diabo pensa-me...esco di casa pensieroso e molto stanco, ma ho da fare. Comprare un cellulare da battaglia con un numero portoghese. Mi servirá per un anno. Andiamo in un centro commerciale, mi dico, lí c'é tutto. Ma il centro commerciale non c'é. Strano, sono in una bella zona (Picoas in tutta sinceritá é una zona molto carina e sossegada, tranquilla). Al che penso alla Rinascente, alla Galeria Kaufhof, alla Corte Ingles... modi di dire diversi per indicare lo stesso edificio con pianoterra profumeria, 1º abbigliamento bambini,2º abbigliamento adulti, 3º giochi stupidi, 4º elettronica, 5º piano bar inarrivabile per il cachet di persone normali. Dove sono? In centro, allora andiamoci. A piedi, peró, perché quando si nasce tondi non si muore quadrati. E allora giro per le arterie principali di Lisboa, Avenida da Libertade, piazze con obelischi molto belli, tutto celebra l'etá dell'espansione e della conquista... Ristoranti a 4 cifre, parchi curati e profumo di erba tagliata, alberghi in cui anche una divinitá storcerebbe il naso per costo e per il lusso, monumenti, gli azulejos ordinati... per un attimo non sembra di essere nella stessa cittá caotica e raffazzonata di certe vie vicine a casa di Alice, ma il bel sogno si sfalda "come uno sfacciottino di papá Barzotti" alla visione di parcheggiatori abusivi che aiutavano BMW super mega lusso a parcheggiare davanti all'hotel e una visione particolare: una casa bruciata e collassata su se stessa a 2 passi dal quartiere Restauradores, diciamo la Cairoli lisbonese. Tant'é. Praça do Comerço, il lungo Tejo, le bancarelle di Rua Augusta. Decido che Lisbona mi piace. Nel frattempo trovo un negozio di cellulari e telefonia. Del centro commerciale non c'é traccia. Poco male, trovo un nokia a 39 € con un numero di telefono incluso. Bene, mission 1 accomplished. Ore? 11 del mattina. Non ce la faccio piú. Parte la colonna sonora: Neverending Story.... Che faccio? Torniamo indietro, magari torno a casa a piedi. Ma a casa dormono, ieri sera hanno fatto tardi. Idea. Trovo un edicola e compro una fantastica rivista portoghese: Ocasão. Rivista di annunci di cerco-trovo, tra cui case e stanze. Facendo tutto con molta calma, tiro il pranzo, preso in un ristorantino tipico dietro il lungo Tejo. Mi ricordava la Turchia, coi camerieri in camisinha branca che ti invitano a sederti in un tavolo di uno dei 7-8 ristoranti della via (leggi anche "un enorme cartello"). Mi pelano 16 euro, e il caffé era pure pessimo. Tanté, ormai é andata. Ma in mezzo a tanta ilaritá... A mansarda do Diabo pensa-me... e a me fischia l'orecchio. Torniamo a casa, mi invento qualcosa, e intanto leggo Ocasão. Trovi i ragazzi e la mia Beatrice ben svegli, e in quel turbinio unico che é il casino pre-trasloco. Eh eh, Ali mi aveva anche proposto di prendere un'abat-jour, ma considerando borsa, borsa per il portatile, sacchetto con cellulare e scheda portoghesi (che se rimangono fuori da una borsa é perché proprio non ci sta piú niente) e copia di Ocasão, borsa da viaggio carica di 15,8 chili tra vestiti, insuline e caffettiere, per la povera abat-jour non rimaneva che un posto non proprio gradevole per me... In ogni caso, salgo in mansarda. Non c'é il diavolo, al massimo un po' di pó, la polvere famosa. E sprofondo in una situazione italianissima, da cui nasce la domanda del capitolo. Attacco il pc, leggo le mail, vado sul buon caffé, leggo qualche news da repubblica.it, mi ascolto Iron Maiden a raffica, mi attacco a giocare ad Europa Universalis. In realtá volevo dormire, ma la polvere e il nudo parqué me lo hanno sconsigliato vivacemente. A mansarda do Diabo pensa-me... e mi fischiano le orecchie. Uccido qualche migliaio di russi e intanto cogito. A mansarda do Diabo pensa-me... e mi fischiano le orecchie. Diamine la mia reputazione é alta, non riesco a... A mansarda do Diabo pensa-me... e mi fischiano le orecchie. Devo investire in Government Technology cosí... A mansarda do Diabo pensa-me... e mi fischiano le orecchie. E stavolta ascolto. La casa va bene. Quantomeno come soluzione temporanea. Chiudo Europa. Prendo il cellulare, envio um mensagem a Mario. Alugo o quarto. Tá bem. 19.30 em rua Gonçalves Crespo 23. O quartinho fica bem aquí. Non posso rompere l'anima alla mia Beatrice ancora a lungo, la mansarda non mi va bene, e comunque il suo lavoro l'ha svolto bene. Se troveró una stanza migliore lo vedró in futuro. Raccolgo le mie cose, vado. Ringrazio tutti, Alice, Mariano, buone vacanze, buon ritorno, buon ERASMUS mi dicono, sí, sará ottimo. Sono felice. Ho una casa. Non ho mai vissuto da solo. Ora bisogna rimboccarsi le maniche.

1 commento:

NonnoHenry ha detto...

Grande Ste....comincio a seguirti e non nascondo che probabilmente provvederò ad aprire un blog simile per i miei trascorsi statunitensi!!!!