mercoledì 13 agosto 2008

Capitolo 9, ovvero ALGUMA FESTA, ALGUM AMOR, ALGUM MACACO parte 1.

Devo ammettere che mi sto sí divertendo, e in fondo speravo proprio in questo nel momento in cui ho salutato la mamma e il papá quando stavo per andare a Malpensa, e mi sentivo uno strano coccolone in gola e gli occhi un po' gonfi. La compagnia universitaria offre spunti molto interessanti, ha lati positivi e negativi, si é arricchita con altre persone, insomma mi ci trovo proprio bene. Mettiamola in questi termini, il fatto di stare da solo in casa é un po' una rottura di palle perché dopo quattro ore in silenzio ti verrebbe voglia persino di vedere il grande faccione di dona Luisa; ma almeno cerco di spendere quanto piú tempo possibile fuori di casa. Ed ecco che la mattina in universitá diventa un po' il centro di mille social relations, meta per nuovi incontri, punto d'incontro per l'organizzazione delle giornate.
Dopo qualche giorno di assestamento, diciamo che il nocciolo del gruppo creatosi consta di queste persone: Io, la Cate, Umbe, Mary e Vero. A questo nucleo protonico girano attorno altri elementi, essenzialmente durante la pausa café di metá mattina e durante o almoço al refeitório: essi sono Ughetta e Valentino, Chinatown de noantri, Laura, Miriam, ogni tanto si fa viva Megumi, Sugarvfdknvçasfdnvanv, Sonia e Paolo. Se volete sapere chi sono le new entries, venite con me. Altrimenti é facile che siate finiti qui per caso, e allora potete voltar noutro lugar. La cate e Vero erano apparse sin dal primo giorno, ma non essendo in classe con noi e non avendoci molto a che fare nei primi momenti, avevo pensato di lasciar perdere, anche se la Vero aveva un paio di stivaletti molto interessanti e un piercing sotto il labbro che mmh... in ogni caso, ci si conosce meglio nel momento in cui dopo aver consumato il cataclisma con bau avevo stretto di piú i legami con Umberto: Cate né piú né meno é la menina di Umbe. Lucchese, simpatica e alla mano, molto carina, sempre ordinata e a modo, studia portoghese perché facendo lingue - a Bologna - dovrá dare un esame di lingua portoghese e passando questo mese qui spera di non dover studiare piú di tanto. Entrando in confidenza, poco alla volta e soprattutto grazie alla mia felice uscita sull'alga del Balaton, abbiamo ben chiaccherato e ci siamo sollazzati, devo dire che Umbe e Cate sono molto affiatati come coppia ed é veramente piacevole passare il tempo con loro. Dona Veronica Mancini, lucchese pure lei, non credeva ai propri occhi quando ha visto che un'altra lucchese si trovava in universitá con lei. E a quanto pare si conoscevano pure. Studia lingue a Pisa (merda), tra cui portoghese, ed é qua appunto per imparare il portoghese per un esame in uni. Muito lindinha, divertente, chiaccherona, all'apparenza sembra superficiale, in realtá ne sa, eccome se ne sa. Ha il ragazzo quindi é out of order.
Dona Maria Paola Satolli, che merita un discorso a parte.
Una descrizione per sommi capi: alta poco meno di me, pelle bianca come il latte, occhi chiari come il cielo, una spolverata di grani di luna tra le gote e sul naso, capelli come l'orzo di maggio, il sorriso di Afrodite quando canta. Bella bella bella, mi piace tantissimo, ma penso che come tanti miei desideri rimarrá soltanto un sogno di un giorno d'agosto in un posto al mondo dove Europa sfiora Atlante. Romana de Roma - come si sará notato la colonia laziale é sí nutrita -, ama la danza, studia economia alla LUISS di Roma, sa conversare di temi seri cosí come di quelli faceti. E' stata per il viaggio di maturitá a fare un mese di corso di inglese e un paio di mesi all-around in Australia, si é fatta la 4º superiore in Francia, ha il DALF, appena é possibile mette piede fuori di casa per viaggiare, é una tipa indipendente, volitiva, sicuramente pervicace, decisamente intelligente. Ha in tutto questo solo un difetto: ha 19 anni. Ed effettivamente mi fa spavento perché trovo che conversare con lei alle volte sia persino piú piacevole che conversare con qualcuno della mia etá o persino piú grande. Meno male che ogni tanto rientra nei ranghi quando si tratta di Craig David, Madonna o cose cosí. Per inciso, mi ha fatto abbastanza impressione sentire che Vero e Mary, quando si parla di Ligabue per esempio, parlino de "Il giorno dei giorni" o "Happy Hour" o cose del genere, mentre non sappiano quasi cosa sia "Buon compleanno Elvis", oppure che gli Articolo 31 sono quelli di "Domani smetto" e non di "Cosí com'é". Azz, "Cosí com'é" é uscito 12 anni fa ormai. Vuol dire che queste ragazze avevano 7 e 9 anni. Io avevo il doppio dell'etá di Mary. Mi guardo i capelli bianchi.
A queste due raparigas si aggiungono poi Laura, cara ragazza di Modena studente di lingue, simpatica ma un po' poco partecipante, o forse l'impressione deriva solo dal fatto che non l'ho ancora frequentata abbastanza, riesce a passare senza soluzione di continuitá da simpatiche risate a silenzi un po' disarmanti. Indagheremo. Chinatown (copyright dona Veronica) de noantri (aggiunta mia), una ragazza un perché. Allora, conosciuta per caso in mensa, questa ragazza richiama subito l'attenzione degli ometti. Pelle olivastra, magra come un chiodo, sempre in tutú e ballerine e ciellinicamente impeccabile, occhi leggermente a mandorla, un filo butterata in fazza e parlata tipo Alberto Sordi. Da lei ho imparato la prima vera lezione su come farsi odiare al primo incontro: a tavola, si conversa, emerge che lei fa parte di un club dell'alta societá e molto distintivo. Alzo lo sguardo dalla mia succulenta sopa. Umbe chiede, visto che hai lanciato il sasso, insomma di che club si tratta? Beh, il Rotary. La guardo ed é come se mi stesse venendo una paresi al lato destro dello sguardo. Mi produco nella faccia del ciuccio beota e torno sulla mia sopa abbastanza orripilato. Da qui é stato un florilegio di io sono e io faccio, in pratica uno schifo pazzesco. La luna di miele é durata poche ore, perché con un litigio improvviso tra lei e Laura di Modena lei piú o meno é sparita. Nota di merito: al Bairro un giorno ha fatto un cartello con scritto "Queria falar em português" per potersi produrre nella nuova lingua. La sera dopo al Bairro é stata trovata con due veneziani tipo mastodonti rugbysti - occio che ti fanno male ho pensato - e il portoghese era diventata una lingua per barboni. Miriam é una germanofona che si trovava in classe con noi quando Dona Luisa Magna rendendosi conto che parlava decisamente bene portoghese, ha deciso di inviarla al corso superiore. L'avevo sempre vista in giro con Ughetta, fino a quando non ho scoperto che vivevano assieme. Bella, a modo, ordinata ma non ciellinicamente, gioiosa, bel sorriso e bea mona. Ho avuto modo di parlarci solo una volta. Não é possivel, una cosí non la si lascia scappare; certo, non é eterea, ma direi che il gioco puó valere la candela. Ci sarebbero tanti altri personaggi da descrivere, gente che ho visto una volta, anche molto simpatica ma di cui non ricordo forse neanche il nome. Ma in fondo é cosí che vanno queste cose, ci si conosce, ci si fa una birra, magari ci si bacia anche - malauguratamente non é mai il mio caso, mannaccia alla pupazza -e alla fine ci si dimentica. Sic transit gloria mundi. Então, mi piacerebbe chiudere con Paolo, un elemento assai particolare, tanto da non essere sulla tavola periodica. Ghgghhghghhghg. Costui é un ragazzone non so di quanti anni, ma é difficile da capire. Laureato in matematica, appassionato di cultura e giornalismo scientifico. Lo si vede la mattina girare durante la pausa caffé a parlare con un milione di persone. É amico di tutti. Parla italiano, inglese, tedesco, un po' di spagnolo e sta imparando il portoghese. Ha qualche difettuccio peró: quando parla ed é in vena riesce a raggiungere le 1500 parole al minuto, penso record in Italia. Pressa le persone in maniera inverosimile con mille discorsi e ricordi di quando era in erasmus un Germania. Ma soprattutto ha dei difetti di pronuncia quali: manca la S, la R é moscia, ha una patata in bocca. Il che moltiplicato con le 1500 parole al minuto, rende la conversazione una sorta di lotta senza quartiere per ottenere una comprensione normale. Quando lo vedo che bazzica in giro non riesco a non pensare quanto sia sfigato e che cuore d'oro abbia per resistere in un mondo estetico ed esteticizzante, grazie al romanticismo. Potrebbe essere quello che in realtá vale piú di tutti noi messi assieme, ma non lo sapremo mai.
Tutte queste persone, e tante altre, soprattutto una nutritissima colonia risoedante, avevano partecipato mercoledí sera ad un launche organizzato dall'uni nella cantina della pausa caffé. Si trattava di una festicciola diciamo di autobenvenuto con pranzo tipico portoghese - carne alla brace, sardine arrostite, riso e patate fritte - e musica dal vivo. Partono le leggende. Si sta fino alle 23 a distruggersi, musica che si sentiva lontano un miglio, risse, bracieri di cannabis, le russe la danno, gare di rutti e cosí via. La festa si risolve come una pausa caffé con al posto del caffé delle sardine, e con musica dal vivo si intendeva un brasiliano o insomma un cioccolato che suona e maneggia su un mixerino. Insomma che palle. Peró anche nei posti piú noiosi si creano situazioni interessanti. Perché io dissi sia fatto bau, e bau fu.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah...
Ancora con questo luogo comuni dei brasiliani negri.
La maggior parte dei brasiliani sono bianchi. Mio nonnno fa parte della comunità tedesca in Brasile (che in numero di persone supera di gran lunga la popolazione del portogallo). Non a caso persino Hitler ha fatto carte false per far entrare in guerra il Brasile insieme alla Germania.
Ma è più rassicurante per il mondo globalizzato e mondialista far passare il Brasile un paese di negri. Lo è anche per i portoghesi (che tra l'altro sono il popolo più meticcio, di sangue negroide, d'Europa ci sono milioni di articoli a riguardo) che si sente giustamente inferiore
e ridicolizzato dal fatto che una loro ex colonia comandata da tedeschi, nonostante i suoi problemi sociali, li superi in importanza e in potere economico.

Anonimo ha detto...

Ovviamente luogo comuni è un errore di battitura.