mercoledì 6 agosto 2008

Capitolo 6, ovvero A PRIMEIRA DIA NA UNIVERSIDADE. UMA NOITE EUROPEIA.

In qualche modo piú o meno miracoloso arrivo ao encontro in orario. Solo tre minuti di atraso in fondo non fanno testo, poi sapevo che non mi aspettava nessuno da solo. Arrivo alla fermata metro di Picoas, il quartiere in cui vivo, e trovo il mio amore preussisch in compagnia di una ragazza, sua compagna distanza in ostello, che sapevo essere italiana. Si chiama Sabrina, é una ragazza italiana, loquace e piacevole da ascoltare. Eram 9 horas e 15, e ora che all'appello ci siamo tutti, decidiamo di andare. Sono curioso e felice, so che andremo ad ascoltare il fado dal vivo, e la cosa mi emoziona abbastanza: i ricordi di Coimbra, ormai 3 anni fa e altrettante estati, cosí carichi di sensazioni e colore, sono piú vicini che mai; certo, molta acqua cheta é passata sotto i ponti, le situazioni cambiano e anche le persone, ma quando il ricordo é vivo e vivace nella testa, quando parla e respira, quando suggerisce e risponde, allora é come un compagno di viaggio, é una guida fedele che conduce e aiuta, anche se non sempre sostiene cose piacevoli e tranquillizanti.
Intorto le mie amiche con discorsi importanti del genere a me piace Bon Jovi, prima no meu quartinho ascoltavo cose del tenore il tuo amore é come una cattiva medicina e cattiva medicina é ció che voglio avere oppure lei é una piccola scappata di casa, il papá della ragazza ha capito in fretta tutto ció che non ha mai detto, suscitando l'ilaritá di Sabrina e il silenzio della presidentessa: va tutto bene dunque. Stiamo andando alla fermata Baixa-Chiado, la fermata del Bairro Alto, che é praticamente il centro della vita serale di Lisbona: me l'avevano spiegato come una serie di localini uno appiccicato all'altro in mezzo a vie strettissime che si riempono di milioni di persone attorno alla meia noite, un posto molto figo, dove ad ogni angolo si avvicina qualcuno ad offrire della droga di ogni genere e tipo, visto che molta della droga marocchina non arriva in Spagna ma passa a ritirare ventimila lire a Lisbona, dove conosci un sacco di persone, dove dopo 5 giorni che ci vai la solfa é sempre uguale quindi non vale tanto la pena tornarci, e a quel punto ci
si torna perché tanto é diventato una sorta di faccialibro gigante, un social network das imperiais, dove ci sono locali dove si fa dell'ottimo fado dal vivo, dove si mangia bene, dove sanno spennarti insomma ogni ben di dio. All'uscita dalla metro, dove tre scale mobili lunghissime ci hanno portato in superficie, ci si staglia davanti questo lembo misconosciuto di Lisboa: strade di ciottolato e sanpietrini, edifici old Lisboa Style, strade strette, solo giovani in giro, i piú in lá con l'etá sono i tassisti che rapaci aspettano giovani spagnoli sbronzi da portare a casa a Setubál passando per Cascais.
Camminiamo conversando del mais e menos, e lo facciamo quasi esclusivamente io e Sabrina. In inglese ovviamente, che cosí a presidente comprende e puó intervenire; ció avviene ben sporadicamente, e ció mi rassicura, sta bene. Andiamo numa casa do fado em rua Atalaia, forse la via principale del Bairro Alto, il famoso Bairro Alto, la meta piú gettonata della movida lisboeta. Troviamo con qualche piccola difficoltá il posto, si chiama Caldo Verde, che sta per Brodo Verde, famoso locale di fado ma soprattutto famoso per la sua zuppa di cavolo, appunto il caldo verde. Ivi troviamo il resto della compagnia, due amici di Sabrina, suoi compagni di corso di lingua português in un'istituto privato sito in centro. Ci troviamo in un angolo di via Atalaia quando il portoghese piú zarro del mondo ci ferma per invitarci nel suo locale; ringraziamo e denighiamo, stiamo cercando delle persone. Ma da sperduti non riusciamo a evitare di chiedere al gentile signore - inquadriamolo: quarant'anni lanciati nell'oceano, diciamo 50 almeno per la scarsa cura, alto 160 centimetri, giacca color sabbia due taglie piú grandi con maniche modello sbirulino, pantaloni color avorio sempre sbirulino style, capello ingellato stile Reggio di Calabria, anellazzo su anulare destro modello tirapugni Harlem 1983, dita ingiallite da paglione, faccia scavata tipo pista, pit stop e altra pista - onde fica o caldo verde? É il mio locale imbecilli, venite, voi siete con gli italiani vero, entrate. Babbo. Megababbo volante carpiato, non sono italiani quelli che vamos
encontrar.
Una compagnia fuori dal comune quella che stava fondendosi direi, quantomeno variegata. Allora, lui é Luisch, é spagnolo, muito prazer, il piacere é tutto mio - orrenda vendetta per i saquinhos e la cartacula mannaccia a te e al tuo stato - lei é Odré, é francese, azz bea mona si direbbe, muito prazer al ché strattona la mia povera manina di fata verso sé per salutare come normalmente si fa quando si é in confidenza solo che la teutonica distanza a cui mi ero abituato non mi aveva messo nelle condizioni di immaginare speriamo che mi baci alla francese dai dai bea mona no mi ha baciato nelle vicinanze dell'angolo esterno dell'orecchio, giusto per rimarcare che va bene baciarsi anche appena conosciuti ma insomma il limone é un po' troppo e non é che siccome sono francese allora vendo limões da mattina a sera quindi vola basso claro? J'ai compris madamoiselle... sorriso ebete. Scena sí divertente: Luisch strattona la fiera mano Krupp verso sé per salutare come normalmente si fa quando si é in confidenza al che balenano due pensieri veloci come una pallina di Tiger Woods ehi tu porco levale le mani di dosso ricordati che teutofonía é solo mia e avrai la vendetta dei saquinhos quant'é vero che sono in un posto che si chiama brodo verde; poi penso eh eh eh guarda che faccia lei non capisce piú niente, é arrivato un tipo che le ha spolverato la guancia per la prima volta dopo la fine della guerra dei sette anni ghigno di soddisfazione avrá capito che fa si fa cosí nei paesi latini? Dai hai capito e dopo venderai limões per il sollazzo collettivo.
Arriva uma empregada e la tavola é imbandita, mi scuso con gli altri ma sapete sono un povero Zuckerkrank adunque non é il caso che mangi ora, mi sono giá preparatao una succulenta pasta all'olio ornata com queijo Flamengo e poi pão e queijo Flamengo e poi banana com queijo Flamengo tanto non sa di niente e lo devo mangiare, ne ho comprato un chilo, era troppo attraente, un cubo rosso di formaggio industriale... sospiro di sollievo. L'empregada fa il suo lavoro di spillasoldi e implora se gradisco almeno un po' di pão torrado com manteiga ti ho detto di no, guarda che qua la consumazione minima personale é dieci euro ME LI BEVO TUTTI É CHIARO O TE LO DEVO DIRE IN ITALIANO? Se ne va affranta. Mi spiace. Dopo sará protagonista di un bel momento.
Allora la formazione scende in campo con questo schema: lato del Sacro Romano Impero che vede bau e guinzaglio a fare i centrali difensivi, lato Impero Romano con Italia, Spagna e Francia. Io sono tra due fuochi nei fatti: á direito guinzaglio, em frente i vini d'Aquitania. Bau... mona... bau... mona... perché é tutto cosí difficile? Non ci pensiamo, piatto ricco mi ci ficco! Sfrutto con la grazia di un Varano le silenziate della mia amata spitzdeutsch per chiaccherare con la francofona, che é sí loquace e porta nelle sue labbra quel sex-appeal che in rare persone ho trovato. Sono di Tolosa, voglio andare a vivere in Sudamerica e da lí fare l'universitá di Tolosa tre le maglie della rete la mia vita l'ho passata cosí e cosá sí il Brasile é un posto incredibile ah golosona ti aggradano sí i frutti tropicali del Sudamerica, e sicuramente ti piacciono anche i gamberi contamela giusta, io studio storia, io sono Paolo Bonolis, io voglio fare il professore da grande per farmi odiare dagli studenti, trovo che la Francia del sud sia fantastica, sono stato in Provenza bea mona come sei interessata mi piacerebbe fare un tour enogastronomico in Francia del sud Provenza Aquitania Bordeaux e Borgogna mangiare e bere che figata di viaggio partiamo assieme bea mona te che ci trovi di bello nella Terra del Fuoco non ci sono gamberi ma merluzzi vieni a mangiare quei fior di scampi che abbiamo in Italia. Sospiro. Mi giro alla mia destra. Silenzio. Dopo tanto ridere peró... tesoro come mai non dici niente stai bene é tutto ok? Sí é tutto ok sono solo stanca ho avuto mille cose da fare tranq senti Audrey cosa ne pensi dei vini italiani?
Passiamo una serata splendida, ascoltando del fantastico fado, dal vivo, con dei chitarristi eccezionali e delle voci stupende. Caso divertente: con nostro grande stupore, e mio iniziale disappunto, il brontozarro che ci ha fatto entrare nel locale si mette a cantare. E signori, che voce. Un grande. Ci torneró al brodo di drago, e ribeccheró questo signore e gli chiederó come diavolo fa a cantare cosí fumando 2 stecche e lascio.
Caso cogitante due: la povera empregada che ho quasi cacciato via dicendo che il presunto che mi voleva cacciare non lo volevo, non si mette a cantare. É lá in mezzo al locale, che non é pieno, aspettando di proporre del presunto a qualcun'altro. Una ragazza normale, quasi anonima, che in qualche modo attraeva la mia attenzione perché aveva dei begli occhiali da vista e un viso aggraziato. Lí ferma, mentre si cantava fado, in mezzo al locale. Il capo prima che si iniziasse a cantare aveva chiuso la porta d'ingresso, spento le luci, gentilmente invocato il silenzio. Da un piccolo intermezzo irregolare dello stanzone quadrato una chitarra portoghese, una chitarra classica e due signore di nero velate di preparavano. Occhi chiusi. Tutto fermo. Aria ferma. Luce ferma. Respiro fermo. Cuore fermo. Due note di classica spaccano la vita a metá, la chitarra portoghese rintocca alcuna delle sue dodici corde con la rapiditá del fulmine e dell'amore, e della morte. Il fado non è né allegro né triste, è la stanchezza dell'anima forte, l'occhiata di disprezzo del Portogallo a quel Dio cui ha creduto e che poi l'ha abbandonato: nel fado gli dei ritornano, legittimi e lontani. Cosí lo definiva Pessoa, e io credo che quegli dei legittimi e lontani parlino con la voce del fado, e noi poveri umani non capiamo ció che dicono, perché tanto non ci interessa piú. Le note si consumano, le voci crescono, l'esplosione finale é il trionfo di amore e morte. Le canzoni di fado sono rapide, un paio di minuti, perché quando si ama o si muore non si ha tempo per pensare. Le canzoni di fado sono intense, come l'amore quando é rifiutato e come la vita prima della morte. Le canzoni di fado crescono, come l'amore che quando nasce é una scintilla che cresce fino a diventare un incendio e come la morte, che quando nasce si chiama vita e quando giunge vive di rancori. Occhi chiusi. Tutto fermo. Aria ferma. Luce ferma. Respiro fermo. Cuore fermo. Mi giro. La ragazza é lí, in piedi in mezzo al locale, ferma. Non respira. Non guarda le fadiste. La luce taglia il fumo delle sigarette disegnando sirene nell'aria. Chiude gli occhi. Un impercettibile movimento della bocca. Sará l'ennesima volta che ascolta quella canzone. Ma é come la prima, e forse é come l'ultima. La rigiditá del corpo in quel momento di possessione di angeli e demoni tradisce la vitalitá della ragazza, come un vulcano pronto a invadere le terre degli uomini con tutta la furia di Efesto. Semplicemente, canta. Chissá a cosa ha pensato; non lo sapró mai. In fondo non lo voglio sapere, perché lí c'era la disperazione di chi grida una vita piena di felicitá.

C'era la nostalgia di una vita che verrá.

Torniamo a noi. La serata prende una piega molto bella e intensa, le sessioni di fado si alternano a dialoghi coi commensali; mi ricredo, lo spaniardo Luis é una persona interessante e preparata, non male, mi sei simpatico, mi piacciono le persone intelligenti. Ogni tanto scambio due silenzi con la presidente, ma la vedo sempre piú insofferente. Diamine, ma sará mai possibile avere un rapporto normale? Sono stanchissima, scusate. Vabbene. Giunge la fine della serata, io ho perso il conto di quante imperiais ho tracannato, ma il mio conto alla fine parlerá chiaro. Sabrina mi chiede quante birre ho bevuto, non saprei quantificare spiego, sono drittissimo, nella mia scala-falecidos tipsy é alla seconda kilkenny strong, alticcio alla terza, e dalla quarta c'é solo gioia di vivere. Faccio una mano di conti. Audrey e Luis se ne sono andati ad un certo punto perché la napoleonica mona non ce la faceva piú, basta fado, voglio frutta esotica brasiliana, emigrati in un tal locale. Noi concludiamo la serata del brodo di drago, con mio magno gaudio dato che mi sparo Lisboa não seja franceza e Uma casa portuguesa. Paghiamo e compare incredibilmente nel conto un presunto... diamine ma chi c'é la messo? A empregada occhialuta mi deve aver fregato, ma non lo pago. Primo segnale di avvertimento... Dona Laura innesta la baionetta nel suo Mauser, invita ad andare, bau, io ti seguo, di certo non ti lascio andare da sola, sono qua apposta bau, tant'é che la mona é sparita a caccia di sollazzo di ordinanza. Sabrina dice che andiamo a salutare poi decide cosa fare, sim, não tá algum problema. Becchiamo Luish e Odré che chiaccherano amenamente con un cioccolato guyana gallettovestito. Ciao noi andiamo Sabrina si muove con noi ma no ci accompagna solamente ai taxi dalle labbra prussiane inizia a colare qualche goccia di sangue fresco-freschissimo-appena munto e pastorizzato. Ciao Sabri ci sentiamo nei prossimi giorni scambiamoci il numero noto dalla bocca di Kaiser Wilhelm der Zweite che esce un canino lucente come la baionetta taxiiiiiiiiii qui c'é Blade aiutami ti prego.
Siamo sul taxi e c'é silenzio. Ma avverto un cosmo come quello dei cavalieri dello zodiaco che emana male a profusione. E io ho tanta paura. Non azzardo a parlare. A 500 metri dalla metro di Picoas über alles inizia ad armamentare con il portafoglio. 200 metri e ha in mano qualsiasi taglio di moneta in piú copie e una banconota da 5 euro. A 100 metri ha fatto un conto per cui lo spazio rimanente rispetto alla velocitá del taxi e al tempo che ci impiegheremo comporterá una certa somma, che sommata al dovuto sul tassametro da 4,90 fichi a cui va aggiunta una deutsche-mancia di euro unen perché qua non siamo barboni; a 50 metri ha giá selezionato tutta la moneta necessario al dovuto mentre io faccio per prendere il portafoglio. A metri 20 e 4,85 € sul tassametro sauerkraut ha dato i soldi al tassinaro portoghegno ha aperto la porta del taxi alla sua destra e aspetta che la velocitá del mezzo scenda sotto la soglia critica dei 3,5 km/h tale per cui puó scendere in sicurezza e non alla bersagliera e inizia lo scatto verso il gran premio della montagna. Sto ancora pensando alle scimmie quando mi rendo conto della situazione critica, metto il portafoglio in tasca, faccio per scendere ma no, il fato cinico e baro mi fa trovare la porta del taxi chiusa mentre Bahnen sta facendo il tempo sul giro, ma che é? Noi chiudiamo le porte a esquierda perché é pericoloso uscire, faccio un carpiato variante giaguaro verso la porta a direito, chiudo la porta, aspetta un secondo ti accompagno a casa no ce la faccio da sola é qua ma almeno ti pago la mia parte di taxi no ci sistemiamo lunedí sottotitoli per non udenti se non sparisci dalla mia vista ti trasformo in queijo Flamengo se sei fortunato, altrimenti Krupp, scegli tu.
Dopo che una zaffata di odio primigenio mi arriva dritta alle narici, improvviso un ciao stentoreo e mi dirigo a testa bassa, direi quasi come un cane bastonato bau, verso rua Andrade Corvo, sono quasi le tre, sono sí stanco e abbacchiato. O mondo crudele, o mondo ingannevole e profittatore... non vado oltre per non offendere la sensibilitá religiosa di alcuno, stava andando cosí bene, stava ficando cosí splendidamente... perché deve finire tutto cosí?!?! Possibile, dopo neanche 3 giorni, giá il primo due di picche? Andiamo a dormire, la notte porta consiglio. Peró mi faccio un drinkino, una siga e poi dormo, tanto domattina posso svegliarmi tardi. Aaaahhh goooooood life!!!

2 commenti:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Tazza...i grandi uomini si riconoscono dalla capacità di incassare. Rialzati, e metti fine al Terzo Reich.
Spazza