sabato 2 agosto 2008

Capitolo 3, ovvero UM DIA DE TRANSIÇÃO ENTRE A CASINHA E A UNIVERSIDADE, OU DE RATO ATÉ CAMPO PEQUENO.

Mi sveglio tranquillo e pasciuto al mattino, diciamo alle 11, dopo ovviamente aver prodotto il mio insert insulinico alle 8, non sia mai che me ne dimentico. Con la calma dei giusti e l'affetto dei cari mi prodigo nelle attivitá che presto o tardi dovranno diventare una abitudine, quelle cose che nel momento in cui vivi in casetta con la famigghia non ci fai caso, per esempio preparare il caffé, farsi una doccia veloce senza giocare con la paperella, curare che in cucina sia tutto pulito e cosí via. Dunque: doccetta, caffé, vestaggio e poi fuori, lá nello spazio, per arrivare dove nessuno é mai giunto prima: sí, proprio per arrivare lí, e la cosa piú sensata da fare mi é sembrato che fosse chiedere un'informazione.
Tattica del giaguaro: entri in un bar a 120 km/h, prendi un caffé e mentre il tipo batte lo scontrino alla caixa... "Desculpe, uma informação, onde está um supermercado?". Mi guarda. Risponde "Eh?". Ok, la formula portoghese va rivista. Ribatto: "Supermercado, market". Lui "Minipreço?". Grazie al catzo fratello, secondo te uno che ti chiede dov'é un supermercato sa cos'é un minipreço? La logica mi invita a rispondere sí senza ruttare. Mi indica due strade e compare un hard discount. Magia! Entro dentro e tiro fuori la lista che potete ammirare presso la sezione foto di faccialibro. Carico i sacchetti tronfio delle scelte compiute, soprattutto per quanto riguarda il formaggio, che nei fatti occupa circa il 30% della spesa... ma non ho saputo resistere ad un chilo di formaggio industriale "da battaglia" in busta rossa. E' piú forte di me.
A casa mi preparo il mio primo almoço portoghese, pasto dalle grandi prospettive: spaghetti all'olio e pane e formaggio piú una banana. Io non lo so ancora, ma mangeró cosí per circa 3 giorni. Bene, ora andiamo al cazzeggio violento intanto che penso a come organizzarmi per il pomerig.... no. No catzeggio. Sono un serio io, si lavano i piatti. Anche perché ho pensato, se dal primo giorno comincio a rimandare le cose al giorno dopo, a settembre prima di partire avró un mese di piatti da lavare. Tant'é. Inizia il cazzeggio violento. Dico ad Alice che passeró a prendere la presa e salutare alle 5.30, cosí faró queste tappe: Alice a Rato, Campo Pequeno per fare il pass metro, e alle 7.30 a Restauradores, dal mio locatario porto-armeno-israelita. E allora si comincia! Prendo la metro a Picoas, vado a Rato e dopo un'amena passeggiata ritorno in rua da Cruz das Poiais, presso la mansarda do diabo. Trovi i ragazzi pranzanti o cenanti o non so cosa sia alle 17h45 da tarde.
Alice provvidenzialmente mi regala una extenção, grazie, cosí non avró piú apparecchi elettrici sparsi per casa a ricaricare: in quel momento pensavo alle pile in cucina, il portatile in camera mia e il cellulare sulla lavatrice. Grazie ancora Ali, se hai bisogno per te e Giulia la casa é sempre aperta. Adeus menina, adeus. Bene, di buona lena recupero rua de São Bento, ma stavolta é in salita, arrivo a Rato quasi sciolto, mi dirigo a Campo Pequeno, linha amarela. Esco dalla metro e vedo il cabinotto-ufficio metro chiuso. Porco tutto, non ho visto gli orari. Poco male, leggo meglio, c'é scritto "piccione che pensi che qui sia tutto chiuso, vai nell'atrio sud e trovi una persona che risolve i tuoi problemi". Ringrazio il cartello della buona notizia e mi avvio verso... qualche parte. Perché le uscite conducono in superficie semplicemente, e piú precisamente una delle due conduce in un centro commerciale. Ma pensa un po'. Ieri avevo bisogno di un centro commerciale, e non l'ho trovato. Oggi ho bisogno di un mezzanino e trovo un big mall. Via di questo passo, domani avró bisogno di una macelleria, e invece troveró un traghetto. Mah.
In ogni caso, mi viene in mente che magari la metro di Campo Pequeno ha un altra entrata, magari andandó piú in lá sulla strada. Imbrocco il pensiero giusto e mi ritrovo al mezzanino. Mi presento da vero bacchettone con fototessere, modulo compilato, soldi e sorriso 32 denti del genere io ho fatto il mio dovere ora fallo tu. D'amore e d'accordo, la mezzanina mi produce la ricevuta,torna domani alle 3 e avrai il tuo pass! Godo, saluto e me ne vado. É molto tardi, la coda mi ha fatto perdere tempo, e non é corretto contare sui dieci minuti di ritardo di Mario. Presto il biglietto, presto la metro, presto Restauradores. Paura, arrivo perfettamente in orario (le sto imbroccando tutte le ore, diamine i miei amici mi faranno un budello appena mi beccano...).
Prelevo e mi dirigo all'appuntamento. Stavolta Mario é in quasi orario. Sará l'odore dei soldi. Ci accomodiamo in un bar a fianco alle poste, perché bisogna sapere che le poste in Portogallo hanno i bar attigui, ma non 2 edifici separati uno a fianco all'altro, ma in un0unica strutture si ha da un lato os correios, e nell'altro un barettino lindinho e limpinho. Scopro che Mario non é né armeno né judeu, perché inaspettatamente mi offre un caffé. Conversiamo amabilmente del piú e del meno, ovviamente io sfodero un portoghese perfetto, quasi farebbe invidia al mio italiano, tanto che ad un certo punto inizio ad ansimare perché non conosco le parole, tanto che in un inglese molto portogofono Mario mi sussurra: "Take it easy".
Passiamo al momento del pagamento. Ho finito, sono quasi le oito e a dia de transição sembra finita. Mi dirigo verso casa, felice e pasciuto come ad inizio giornata. Mi sovviene un sospetto: forse mi scappa la piúpiú. Ma in fondo cosa mi importa. Ho sei rotoli ora, e il mondo mi sorride.

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